Nathalie Du Pasquier | From some paintings

From some paintings ospitata a La Loge di Bruxelles è un progetto inedito che consiste in un cut up di dipinti realizzati dall’artista negli ultimi 35 anni.
24 Marzo 2017

Testo di Giulia Morucchio 

Nel corso dell’ultimo anno, alla produzione di Nathalie Du Pasquier, artista francese con base a Milano, sono state dedicate diverse personali in Europa. Tra queste Big Objects Not Always Silent presso Kunsthalle Wien, Meteorites & Constructions II alla galleria Exile di Berlino, e le due mostre tutt’ora in corso alla Kunsthalle Lissabon e a La Loge di Bruxelles.
Conosciuta per aver lavorato come membro del gruppo Memphis – il collettivo di design e architettura fondato negli anni Ottanta da Ettore Sottsass – alla realizzazione di oggetti e pattern per tessuti e tappezzerie, dal 1987 Nathalie Du Pasquier  si è votata totalmente alla pittura. Un passaggio organico questo, caratterizzato dalla continua progettazione, disposizione e organizzazione di segni e colori.

La ricerca pittorica dell’artista ha, negli anni, attraversato e superato il genere della natura morta. Inizialmente i temi principali dei suoi dipinti ad olio, erano paesaggi di oggetti realizzati a partire da modelli fisici reali, trovati nel suo atelier o in casa. Bottiglie, bicchieri, tazze, pietre, libri o alimenti – unici indizi della presenza umana -, venivano allestiti in piccoli set, installati accanto al cavalletto e raffigurati come soggetti piatti e immobili. Nel corso degli anni, l’artista ha gradualmente spinto la propria produzione in un terreno decisamente più astratto, dapprima aggiungendo, e in seguito sostituendo all’interno delle proprie composizioni, costruzioni geometriche in legno realizzate a mano, e ritratte come sculture bidimensionali.
Nell’ultimo periodo la Du Pasquier ha infine dato un’ulteriore spinta al gioco ambiguo tra superfici piane e costruzioni solide, dando vita, direttamente su carta, ad amalgami di elementi dai colori audaci, privi di ombre, lati o retro, strutture impossibili, che difficilmente potrebbero esistere nel mondo reale. Cifra stilistica della Du Pasquier, l’assemblaggio di forme si estende anche al di fuori dei bordi della tela, non solo ai lavori scultorei, ma, in generale, al display stesso delle opere.

La personale From some paintings ospitata a La Loge di Bruxelles, e nata dal costante dialogo tra l’artista e il curatore Luca Lo Pinto, rappresenta in questo senso un’ulteriore evoluzione del suo linguaggio, nonché una riflessione sulla sua continua ricerca relativa ad assemblaggi di moduli e di figure geometriche semplici e multicolore. Il progetto inedito consiste, come anticipato dal titolo, in un cut up di dipinti realizzati dall’artista negli ultimi 35 anni. Le opere in mostra nella sede espositiva belga, non sono però presentate nella loro versione originale, bensì fotocopiate o modificate al computer – quindi prive di valore materiale -, e rimescolate in nuove disposizioni.

Al piano inferiore dell’edificio, è presente una lunga serie di immagini in bianco e nero di nature morte, disposte in un fregio continuo che corre lungo tutta la parete della sala. Traduzioni di dipinti eseguiti originariamente a colori ad olio tra il 2000 e il 2010, i lavori sono stampati su fogli A4 e allineati come fotogrammi di un film muto, in un’assenza di colore “che denota una diversa esperienza temporale”.
Nel Tempio, sala principale dell’edificio, l’artista realizza invece delle installazioni in situ, costituite da una costruzione totemica in legno posta su un palco rialzato e da sei pannelli piatti fissati alle pareti laterali. In questi lavori, dettagli tratti da alcune delle opere in mostra nel seminterrato si mescolano a elaborazioni digitali di dipinti astratti di più recente realizzazione e a porzioni di spazio colorate.
Sulla scia dell’incessante elaborazione di forme e volumi, la Du Pasquier e Lo Pinto prendono quindi a prestito da alcuni dipinti, composizioni precedenti che vengono trattate come materia prima e ricomposte in nuove combinazioni, potenzialmente illimitate: convergenze armoniche di tempi, oggetti e significati diversi raccontano il processo creativo che sta dietro alla realizzazione delle opere, enfatizzando il criterio produttivo, rispetto al risultato finale.

Nathalie Du Pasquier - From some paintings, a project curated by Luca Lo Pinto at La Loge, 2017 - Copyright & Courtesy of the artist and La Loge

Nathalie Du Pasquier – From some paintings, a project curated by Luca Lo Pinto at La Loge, 2017 – Copyright & Courtesy of the artist and La Loge

Nathalie Du Pasquier - From some paintings, a project curated by Luca Lo Pinto at La Loge, 2017 - Copyright & Courtesy of the artist and La Loge

Nathalie Du Pasquier – From some paintings, a project curated by Luca Lo Pinto at La Loge, 2017 – Copyright & Courtesy of the artist and La Loge

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