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Nuova sede per Narkissos Contemporary Art Gallery | Intervista con la gallerista

Intervista di Guendalina Piselli — Narkissos Contemporary Art Gallery cambia sede lasciando il colorato appartamento di via San Vitale per un open space in via Fiorilli, zona Bolognina. Nata nell’autunno del 2016 per mano di Yelena De Luca – Mitrjushkina, la galleria ha ospitato le opere visual di John Duncan e una delle tappe in […]

 Veduta della nuova sede della Narkissos Gallery
Veduta della nuova sede della Narkissos Gallery

Intervista di Guendalina Piselli

Narkissos Contemporary Art Gallery cambia sede lasciando il colorato appartamento di via San Vitale per un open space in via Fiorilli, zona Bolognina. Nata nell’autunno del 2016 per mano di Yelena De Luca – Mitrjushkina, la galleria ha ospitato le opere visual di John Duncan e una delle tappe in giro per il mondo de “The Embassy of Kingdoms of Elgaland – Vargaland” di Leif Elggren & Carl Micheal von Hausswolff.
Ad inaugurare la nuova stagione sarà invece la performance dell’artista Vikenti Komitski che sarà protagonista anche di una mostra il prossimo giugno.

Segue l’intervista con Yelena De Luca – Mitrjushkina (direttrice e fondatrice della galleria) e Christian Davidovic – Capone, membro del team con Ivan Pjevcevic, Roberto Malaspina, Emilia Angelucci, Corrado Gagliano e Teresa Di Gregorio.

ATP: Narkissos è una galleria d’arte nata in un grande appartamento di un palazzo storico in via San Vitale, un luogo molto diverso dal white cube. Come sarà invece il nuovo spazio in via Fiorilli?

Yelena De Luca – Mitrjushkina: Il nuovo spazio è più simile al white cube perché è un open space dalle pareti bianche, ma rimane uno luogo comunque diverso dalla classica galleria perché si trova in una zona fuori dal centro e per Bologna è qualcosa di diverso. Ci interessa molto il contesto in cui ci troviamo. Ci piace giocare sull’elemento delle due torri: prima eravamo sotto quelle “vere”, ora siamo sotto quelle di via Zago. Quindi per rispondere alla tua domanda “ni”, ci avviciniamo al concetto di white cube ma non vi rientriamo completamente.

ATP: La presenza di luoghi di aggregazione come Mikasa, Freak Out e Locomotiv, ha in qualche modo delle conseguenze sui vostri progetti? Avete qualche aspettativa?

YDL-M: Sicuramente sì, nel senso che ci piacerebbe collaborare con questi locali. Sarebbe bello costruire una rete locale, sempre però tenendo ben presente che non siamo un locale, ma una galleria d’arte e ci teniamo a precisarlo. Sarebbe comunque bello aiutarci a vicenda, stiamo già pensando a qualcosa.

ATP: Gli artisti che hai selezionato fino ad ora per lo spazio in via San Vitale mi sembrano accomunati da uno sguardo ironico verso il mondo dell’arte stesso e verso la realtà. Continuerai a seguire questa direzione anche all’interno del nuovo spazio?

YDL-M: Mi fa piacere tu l’abbia notato. Sicuramente ti piacerà l’artista di domenica, Vikenti Komitski che continuerà questo filone e farà con noi una mostra questa estate.

ATP: Come selezionate gli artisti ?

YDL-M: Non abbiamo un criterio molto selettivo nel senso che non scegliamo solo pittori che fanno quadri rossi o che usano solo il gesso. Non abbiamo ancora una direzione artistica specializzata perché siamo uno spazio aperto da poco e vogliamo sperimentare. Per esempio stiamo lavorando ad un festival per novembre sull’arte digitale. Vogliamo spaziare per vedere la reazione del pubblico e mettere anche alla prova le nostre possibilità e capacità. Non vogliamo assolutamente limitarci. Per questi motivi, soprattutto nel primo periodo, la nostra attività potrebbe sembrare un po’ incasinata.

Christian: Vorrei sottolineare però come sia una sperimentazione fatta sempre con la massima serietà curatoriale. A legare gli artisti che abbiamo scelto e che sceglieremo, indipendentemente dal medium utilizzato, c’è un fil rouge più o meno evidenti a livello di cifra linguistica. Non vogliamo rivolgerci solo al passato o al futuro, crediamo che attingere da entrambi, con coerenza verso gli intenti degli artisti, sia il modo migliore per avere una galleria nel 2018. Quello che speriamo è che il pubblico possa notare proprio questo elemento comune.

YDL-M: Userò forse ora termini banali, ma credo sia il modo migliore per esprimersi. E’ una questione di contenuti, di ricerca dell’artista. Cerchiamo di eliminare la “fuffa”. Abbiamo questa convinzione che nel mondo dell’arte contemporanea ci sia molta gente che si occupa sostanzialmente di aria fritta. Lo so che sembra una cosa detta e stradetta, ma noi ci crediamo e per questo cerchiamo artisti che pensiamo abbiano dei contenuti validi che vogliamo mostrare.

Il team della Narkissos Gallery durante le riprese del video
Il team della Narkissos Gallery durante le riprese del video

ATP: In che modo pensi che Narkissos si inserisca all’interno del contesto degli spazi indipendenti bolognesi?

YDL-M: Il principio è pochi, ma buoni. Non vogliamo fare un vernissage ogni settimana. Preferiamo poche mostre, quattro all’anno, ma tutte estremamente curate con il proprio catalogo come è stato per la mostra di John Duncan che ha inaugurato lo spazio in via San Vitale. Ora amplieremo lo specchio delle nostre attività: stiamo per lanciare un web magazine e una web radio con l’idea che ci possano aiutare a divulgare la conoscenza dell’arte e degli artisti che proponiamo.

Christian: Vogliamo che a partire dall’arte nasca un’esperienza comunicativa a tutto tondo. Crediamo che l’arte abbia anche questa grande responsabilità di far riflettere, di far entrare le persone in una dimensione contemplativa tramite un’estetica che non deve essere per forza piacevole. Alla base della ricerca curatoriale c’è un discorso identitario che comporta la scelta di artisti con un’identità molto precisa. Nel mondo dell’arte di oggi noto molta depersonalizzazione, ma anche che diversi artisti vogliono puntare i piedi per terra, dire “questo sono io”, tramite diversi linguaggi e medium.

ATP: Mi sembra dunque di capire che ora ci siano più persone che collaborano con te Yelena…

YDL-M: Sì, attorno a me si è creato un team di persone, ora siamo 6 o 7. Quando ho dovuto abbandonare lo spazio precedente mi sono messa alla ricerca di uno spazio nuovo, ricerca non facile tra l’altro. Fortunatamente i proprietari di questo spazio mi hanno dato fiducia. Proprio durante i mesi di pausa tra uno spazio e l’altro ho iniziato a collaborare con altre persone pensando a tutte le attività collaterali delle quali ti accennavo. Essendo di più possiamo fare più cose.

ATP: Avete tutti più o meno la stessa età? Te lo chiedo perché ho notato che tanti tuoi, nostri coetanei, alla fine del ciclo di studi si sento sempre un po’ persi. Tu ti sei lanciata. Cosa ti ha dato effettivamente la spinta?

YDL: C’è stata sicuramente un’intersezione di coincidenze. Avevo conosciuto John Duncan, adoravo e adoro il suo lavoro, e a Bologna non era mai stata fatta una mostra sulla sua ricerca visiva dato che è conosciuto più per i suoi lavori audio e video. Volevo mettermi alla prova non tanto come gallerista, ma come curatrice. E poi ho avuto la fortuna di incontrare questi amici che mi hanno dato la possibilità di utilizzare l’appartamento in via San Vitale. All’inizio non ero convintissima dell’idea di una home gallery, ma poi ho visto la spazio e me ne sono innamorata con quelle pareti completamente arancioni, ferme in un’estetica così anni Sessanta.Ci tengo a precisare che non sono figlia di papà e che non ho vinto alla lotteria, è nato tutto da zero. Avevo un budget da parte e ho iniziato da quello. Vorrei fosse anche un esempio per i ragazzi più giovani, sempre considerando che bisogna lanciarsi con criterio.

Da sinistra: Emilia Angelucci, Roberto Malaspina, Yelena De Luca Mitrjushkina, Teresa Di Gregorio
Da sinistra: Emilia Angelucci, Roberto Malaspina, Yelena De Luca Mitrjushkina, Teresa Di Gregorio

ATP: Potete anticiparci qualcosa sul programma di domenica?

YDL-M: Prima di tutto vorrei precisare che non è l’inaugurazione di una mostra, ma una serata dedicata al nuovo spazio che consideriamo un vero e proprio membro del team. Volevamo dargli un po’ di visibilità prima di partire con le attività. Vorremmo che fosse lo spazio a parlare grazie ad alcuni intermediari: ci sarà un concerto di un gruppo di ragazzi milanesi e la performance di Vikenti Komitski che introdurremo anche come prossimo artista ospite. Sarà anche una serata per presentare la nostra campagna di crowdfunding, siamo una galleria e abbiamo comunque bisogno di finanziarci in qualche modo almeno finché non avremo le capacità di autofinanziarci.

ATP: Quali sono i vostri progetti per il futuro?

YDL-M:  La mostra di Vikenti a giugno, il festival del quale ti accennavo a novembre, un evento con Davide Savorani a settembre e diversi eventi tra aprile e maggio.

Christian: Possiamo anticiparti che per avvicinarci al pubblico, per farlo famigliarizzare con lo spazio e le nostre attività stiamo lavorando soprattutto su progetti che riguardano l’’immersività sonora.

YDL-M: Bologna ha uno strato di collezionisti che sono molto legati alla pittura ed eventi come Arte Fiera riflettono questo dato. Chi cerca un’arte un po’ diversa va a Milano. Per questo ci piacerebbe educare una nuova generazione di collezionisti, anche della nostra età. L’apparato divulgativo sul quale stiamo lavorando punta proprio a questo. Vogliamo dimostrare che collezionare cose non è soltanto un feticismo fino a se stesso, ma è anche un modo per sostenere chi produce arte e chi la espone. Per questo cercheremo di avere sempre uno spettro di prezzi molto ampio in modo tale che si ciascuno possa scegliere. E’ un po’ un mio goal personale: non porsi come galleria elitaria che si rivolge a collezionisti già affermati, ma dimostrare che esiste un altro modo per avvicinarsi al collezionismo che non sia per forza economico o famigliare.

Christian: Stiamo cercando di costruire qualcosa nel mondo dell’arte perché crediamo che le soddisfazioni che questo ambiente possa dare non siano replicabili in nessun altro contesto lavorativo.

Il team della Narkissos Gallery durante le riprese del video
Il team della Narkissos Gallery durante le riprese del video