ATP DIARY

La ricerca di Matthew Attard tra disegno e rielaborazione algoritmica | Galleria Michela Rizzo, Venezia

La mostra Segni di rotta, presentata negli spazi della galleria Michela Rizzo e visitabile fino al 24 maggio, rappresenta un ulteriore capitolo nell’essenziale ricerca di Matthew Attard.

Testo di Cecilia Larese De Santo —

Dopo la sua partecipazione come unico artista del Padiglione di Malta alla 60. Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, l’artista torna nella città lagunare presentando una serie di opere simbolo della ricerca avviata cinque anni fa. 

Matthew Attard volge lo sguardo ad un tempo lontano, alle tracce di antichi racconti locali e ai disegni di imbarcazioni che i viaggiatori incidevano come buon auspicio per le spedizioni in mare. La nave, elemento simbolo dei suoi lavori, ritorna come soggetto principale attraverso l’ibridazione tra occhio umano e tratto digitale. Lo sguardo, invece, diventa lo strumento che permette all’artista di creare un dialogo tra coscienza umana e autonomia tecnologica, un contesto questo dove passato e futuro confluiscono.

Nonostante la sua pratica si sviluppi principalmente attraverso sistemi e strumenti digitali, è il disegno il punto di partenza della sua ricerca. Attard esplora il concetto di disegno contemporaneo, interrogandosi su come la realtà tecnologica stia rimodellando questa pratica espressiva antica e su cosa sia cambiato nel processo creativo.
Quest’interazione tra tecnologia e creatività si concretizza nell’eyetracker: un elaborato strumento digitale, ideato Attard stesso e che utilizza per mappare le sagome dei graffiti di imbarcazioni presenti nelle chiese di Malta e del Mediterraneo. Seguendo lo sguardo dell’artista, questo dispositivo sviluppa e ricompone digitalmente numerose immagini di navi, rielaborando il passato e tracciando nuovi percorsi creativi. In Wall of Ships (2024), opera presentata alla Biennale di Venezia, Attard unisce la tradizione all’automatizzazione della macchina: su un muro di globigerina – una pietra locale tipica di Malta – l’eyetracker produce dei disegni grafici ed essenziali, simili ad una mappatura e con un forte richiamo agli antichi graffiti dei marinai. In questo modo, il disegno permette all’artista una continua ricerca di forme e possibilità espressive.

La particolarità del software ideato da Attard è quella di essere in costante aggiornamento; la macchina rielabora ininterrottamente le informazioni fornite dallo sguardo dell’artista e produce immagini in mutamento. Le opere che emergono sono solo una piccola porzione di questa elaborazione, come nel caso di Follow the Ship – Detail (2024), una serie di stampe le cui immagini rappresentano alcuni frame generati ed estrapolati dal software. 

Matthew Attard – Segni di rotta, Installation view, Galleria Michela Rizzo, Venezia 2025 – Foto credit Enrico Fiorese
Matthew Attard – Segni di rotta, Installation view, Galleria Michela Rizzo, Venezia 2025 – Foto credit Enrico Fiorese
Matthew Attard – Follow the ship(s), 2024, Galleria Michela Rizzo, Venezia – Foto credit Enrico Fiorese

Questa serie di lavori si distingue per la sua capacità di modificare la realtà: le acque mediterranee, su cui si stagliano le sagome delle navi, sembrano frutto di una modellazione digitale. Le immagini di sfondo, però, derivano dalla sovrapposizione di foto e video reali rielaborate in un gioco di stratificazioni e trasformazioni. Questo processo conferisce alle immagini una complessità tale per cui non è immediatamente chiaro se si tratti di un’opera pienamente automatizzata o se è presente l’intervento umano.

Alla base di tutti i lavori è evidente un dialogo tra l’artista e l’autonomia algoritmica, a voler dimostrare come essa sia un mezzo non completamente indipendente ma che è ancora vincolato dalla creatività umana. In alcuni casi come Ship Variant n.04 (2025) Matthew Attard si avvale dell’intelligenza artificiale in modalità diversa dalle precedenti: partendo da un’immagine generata attraverso all’eyetracker, l’artistarealizza un dipinto in cui il rigore quasi scientifico del suoi lavori lascia spazio ad un segno pittorico spontaneo.
La complessità dei lavori di Matthew Attard passa anche attraverso il tessuto sonoro ideato per i video, anch’esso in costante trasformazione come la composizione visiva. In Follow the Ship(s) (2024) l’audio viene sviluppato a partire da una combinazione di suoni naturali, come rumori di pietre o del mare, con i dati tracciati tramite l’eyetracker. La voce femminile digitalizzata che emerge in alcuni momenti assume il ruolo simbolico della tecnologia stessa che si esprime, diventando monito di una possibile personalizzazione di questa. 

Attard sottolinea, in ogni sua opera, come la tecnologia non sia mai neutrale. Nonostante l’uso di algoritmi, è bene precisare come ogni creazione parta da un gesto umano e che, per quanto possa sembrare casuale, è sempre mediata da un’intenzione artistica.

La stratificazione presente nelle sue opere le rende di una complessità quasi matematica, mentre la continua trasformazione di queste invita lo spettatore a riflettere sulle possibilità che l’interazione tra l’autonomia digitale e creatività umana generano. Le sue opere non sono dei risultati finiti, ma un dialogo in continuo divenire. La ricerca di Matthew Attard è un viaggio ancora in corso; una sperimentazione, per ora, priva di un epilogo. 

Matthew Attard – Segni di rotta
Galleria Michela Rizzo, Venezia | 22.03 – 24.05.2025

Matthew Attard – Wall the Ships I WILL FOLLOW THE SHIP, 2024 Installation view, Galleria Michela Rizzo, Venezia 2025 – Foto credit Enrico Fiorese
Matthew Attard – Follow the ship(s), 2024, Galleria Michela Rizzo, Venezia – Foto credit Enrico Fiorese
Matthew Attard – Follow the ship(s), 2024, Galleria Michela Rizzo, Venezia – Foto credit Enrico Fiorese
Matthew Attard – Follow the ship(s), 2024, Galleria Michela Rizzo, Venezia – Foto credit Enrico Fiorese