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Le suggestioni di Matilde Sambo in mostra alla galleria Renata Fabbri, Milano

Con Presentimento Matilde Sambo indaga la fase più profonda del sonno, un’esplorazione onirica al confine tra mondo reale e inconscio

Testo di Cecilia Larese De Santo

La mostra Presentimento di Matilde Sambo vede la sua realizzazione all’interno degli spazi della galleria Renata Fabbri a Milano e rappresenta il terzo capitolo di Dormiveglia, progetto nato dalla necessità dell’artista di indagare e presentare le sue visioni oniriche e primordiali. L’esposizione, visitabile fino al 5 di Aprile, esplora la fase più profonda del sonno: uno stato psicofisico al confine con il reale in cui desiderio e improvviso aprono nuove possibilità immaginifiche. Una zona dove l’etimologia di “incubo” viene caricata di un’accezione creatrice diventando quindi “incubatore” di possibili scenari di vita.

Entrando negli spazi della galleria ci si accorge subito di come i presagi presentati da Matilde perdano quella valenza ostile ed archetipica che il termine porta con sé, lasciando spazio ad una sensazione positiva, quasi liberatoria. 
In questo contesto, vediamo una serie di nuovi lavori realizzati dall’artista veneziana: nella prima sala si trovano tre sculture di bronzo realizzate con la tecnica della fusione a cera persa e poi smaltate. Qui, elementi antropomorfi si fondono a dettagli animali, come nel caso di Viaggio a Nauman (2025) in cui tre teste umane si alternano a tre teste di lupi. I piedistalli di ferro, su cui poggiano due delle sculture, richiamano il movimento delle onde theta, prodotte durante la fase più profonda del sonno, mentre Membrane permeabili XII (2025) poggia su una spirale, sempre in ferro, a richiamare l’andamento circolare della mostra. Questo aspetto viene evidenziato anche in Fiammifero elettrico (2022), un imponente drappo presentato anche nei due capitoli precedenti, la cui tecnica di ricamo a punto catenella, prevede una manualità ciclicità ben strutturata.  “Antitesi – Tesi – Siate tesi” sono le parole, a sostegno di una narrazione irrazionale tipica del sogno, che maggiormente catturano l’attenzione nel momento in cui ci si trova di fronte a quest’opera.
Uno degli aspetti più sorprendenti di Matilde è la sua capacità di confrontarsi con tecniche e supporti sempre differenti, questo fa intendere come la sua sia una continua ricerca di formalità ancora inesplorate. Ne sono un esempio i lavori Nodi di luce (2025), in cui sperimenta con la tecnica dell’incisione, e Interstizi e collisioni (2024), una serie di disegni realizzati con grafite su carta, in cui l’artista sembra porre un’attenzione quasi scientifica nei confronti dei soggetti raffigurati. 

Matilde Sambo, Presentimento. Veduta della mostra presso Renata Fabbri, Milano. Foto_ Mattia Mognetti

Le opere, infatti, ricordano le tavole grafiche presenti nei manuali di anatomia e nei libri di botanica. Sono proprio le collisioni, suggerite dal titolo, e il disegno, volontariamente lasciato incompiuto, a far emergere con forza l’apparato onirico: elementi umani, come i tessuti muscolari e gli organi interni, si fondono con boccioli di piante, mangrovie e con il mondo animale, lasciando intendere la volontà di Matilde Sambo di presentare un mondo – attualmente utopico – in cui l’egemonia antropocentrica viene sovvertita e riequilibrata coinvolgendo altre forme di vita. 
Dal soffitto della seconda sala pende Sogno lucido (2025), una scultura in bronzo in cui un rettile sembra arrampicarsi verso una mano tesa. Quest’ultimo elemento viene scelto dall’artista con un’intenzione precisa: durante le esperienze di sogni lucidi, provare a guardare le proprie mani permette di prendere consapevolezza di star sognando, rappresentando così un elemento capace di demistificare l’attività inconscia. 
Inoltre, la posizione dell’opera, al centro della sala e ad un’altezza leggermente al di sopra rispetto a quella solita dello sguardo, obbliga il visitatore ad assumere la postura tipica di chi sogna ad occhi aperti, con lo sguardo verso l’alto. D’altronde, si evince dalle parole di Niccolò Giacomazzi, scritte per Matilde in occasione della mostra, come “l’evoluzione fisica del corpo – l’elevazione della postura – abbia spalancato la possibilità di […] sviluppare una nuova capacità immaginativa”. 
Nella sala sotterranea troviamo alcuni lavori come: Cantus ab aestus (2018-in corso) e  Alcune volte vedo meglio a occhi chiusi  (2023), appartenenti ad Assopimento (2022) e Fulgur (2023), ovvero il primo e secondo capitolo di Dormiveglia, presentati rispettivamente a Torino e Milano. Nonostante le opere non appartengano direttamente a Presentimento, la decisione di inserirleaiuta a rafforzare e chiudere la ciclicità del progetto, dimostrando come nulla sia lasciato al caso nei suoi lavori. Con Presentimento Matilde Samboconferma come la sua capacità di approfondire, in modo quasi scientifico, gli aspetti della realtà e dell’inconscio le permetta di esprimere al meglio le complessità del mondo e delle sue relazioni. 

Cover: Matilde Sambo, Viaggio a Nauman, 2025, fusione in bronzo a cera persa, struttura in ferro, 120x75x55 cm (dettaglio), opera unica. Courtesy l’artista e Renata Fabbri, Milano. Foto Mattia Mognetti

Matilde Sambo, Interstizi e collisioni 4, 2024 (sinistra); Sfiori 2, 2024 (destra), grafite su carta, cornice in noce, vetro museale, 52×72 cm (ciascuno). Courtesy l’artista e Renata Fabbri, Milano. Foto Foto Mattia Mognetti
Matilde Sambo, Nodi di luce, 2025, incisione, cera molle, cornice in noce, vetro museale, 42×32 cm, ed. ⅓ + 2PA. Courtesy l’artista e Renata Fabbri, Milano. Foto Mattia Mognetti
Matilde Sambo, Presentimento. Veduta della mostra presso Renata Fabbri, Milano. Foto Mattia Mognetti