Dopo aver presentato Mattia Barbieri e Monica Mazzone, lo spazio indipendente MARS/ Milan Artist Run Space – fondato da Lorenza Boisi nel 2008 – presenta altri due artisti:
Devis Venturelli —
I lavori di Devis Venturelli sono a tutti gli effetti una promenade architecturale che descrive traiettorie sensuose nell’indagine del mondo urbano. La ricerca nei territori della città avviene mediante un processo di intervento sullo spazio, che diventa scenario performativo. Tessuti, materiali isolanti, capi d’abbigliamento, con le loro textures e la loro vestibilità, costituiscono i prodromi di una sperimentazione fondamentale per l’artista, che si interroga sulle relazioni tra architetture rigide, stanziali, definitive, impattanti e forme duttili, nomadi, effimere, sostenibili nella loro leggerezza. Fissità e morbidezza, razionalità e spontaneismo sono categorie contrastanti, che delineano palinsesti in cui la visione sconfina nell’utopia. La sovversione degli schemi intransigenti del costruito individua una tensione problematica, che allude all’ironico fraintendimento del concetto di urbanitas – nel senso etimologico di afferente all’urbano – con l’accezione di una normatività del buon senso. Edifici come eco-mostri, cantieri aperti, non luoghi suburbani sono iconici di un’architettura spigolosa, intransigente e fondata, mentre la parata di fogge creative e tissurali dai colori preziosi rivendica la sua alterità attraverso il movimento e la multiformità percettiva. L’arricchimento semantico delle masse costruttive da vita ad una poliformità comunicativa che l’azione dell’artista indirizza verso l’anarchitettura e la rivisitazione della progettualità canonica.
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Marco Andrea Magni —
Marco Andrea Magni lavora con il concetto di scultura come “occasione” e “maniera”, nella sua accezione di opportunità, circostanza, pretesto, forma qualitativa. La scultura si declina in superficie toccabile, in perimetri magnetizzati, attrazioni e distrazioni, in conservatori, in vibrati, in patine pulviscolari, in un corredo di elementi impalpabili e sfuggenti. Il suo lavoro si articola nel flusso dell’esperienza vivente, lungo un percorso che trascorre dalla filosofia morale alla riflessione artistica, dall’esperienza della scultura, fino a trovare il proprio epicentro in un’interrogazione continua – attraverso l’incontro con l’altro che ne diventa interlocutore e misura. Infatti più che opere sembrano dei modi di stare nel mondo, si predispongono a seguirne le forme, accogliendo di volta in volta le misure giuste per starvi dentro. Un pensiero delle maniere, delle immagini, delle forme, che non può non partire innanzitutto da come esse si danno sul piano primario della realtà. E’ l’intenzione che fa la scultura? Parte fondamentale della pratica è, infatti, l’opportunità imprevedibile della relazione: tutto nasce e si sviluppa dal desiderio e dai modi di incontrare l’altro, di riconoscerlo o misconoscerlo.