C’eravamo quasi tutti al grande opening di Paul McCarthy della Fondazione Trussardi. C’era addirittura Miuccia a braccetto con Giò Marconi. Insomma eravamo in tanti a far la coda per vedere il delirio di Paul, lungo il tappeto azzurro non calpestabile (cosa ridicola!). Tutti in fila, ordinati e guardinghi. Chi guardava chi aveva davanti, chi osservava chi avete dietro… tutti a guardare chi c’era e chi non c’era. Arriva Patrizia, arriva Maurizio, arrivo Francesco…
La mostra l’ho potuta vedere alla presentazione stampa, vuota e riempita dai suoni provenienti dai video: delirio inimmaginabile di pazzia umana. Urla, grida, sfregamenti, contorsioni.. tutti che si ficcavano dentro a buchi, botole.. vesti inzaccherate, tubi.. sangue e liquami… corpi impataccati di tutti ciò che di più sporco si potrebbe immaginare. Lo schifo del ‘dentro’ rappresentato in maniera compulsiva in un disgustoso ‘fuori’.
Era surreale ieri sera vedere sfilare fighetti vestiti a festa davanti a quelle immagini, era veramente surreale. C’eravamo tutti, attorno alle opere e anche ‘dentro’: brutali e ipocriti, sporcaccioni e nefandi, cattivi e cinici.