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Luigi Ghirri. Between the Lines | Mutina for Art 


Poco più di 20 fotografie bastano per suggerire la grandezza della visione di uno dei maestri indiscussi della fotografia italiana, Luigi Ghirri. Grazie alla mostra  Between the Lines , a cura di Sara Cosulich e ospitata fino al 23 settembre 2021 negli spazi di Casa Mutina Milano, abbiamo una selezionata e significativa collezione di sguardi […]

Installation views Delfino Sisto Legnani

Poco più di 20 fotografie bastano per suggerire la grandezza della visione di uno dei maestri indiscussi della fotografia italiana, Luigi Ghirri. Grazie alla mostra  Between the Lines , a cura di Sara Cosulich e ospitata fino al 23 settembre 2021 negli spazi di Casa Mutina Milano, abbiamo una selezionata e significativa collezione di sguardi del fotografico nato a Scandiano nel 1943.  
La particolarità di questa mostra è la stretta relazione che la curatrice è riuscita a creare tra l’allestimento e la selezione di immagini. Le fotografie si relazionano all’architettura dello show-room e a un display ceramico progettato appositamente da Konstantin Grcic per fare da sfondo ai lavori fotografici di Luigi Ghirri.
Prodotte per lo più negli anni ’70, a parte qualche scatto del decennio successivo, le fotografie sembrano seguire una ‘legge’ geometrica che governa – sottile – lo sguardo magistrale di Ghirri, capace più di chiunque altro a disciplinare ciò che è per sua natura ingovernabile, la realtà. 
Accanto ai suoi luoghi d’affezione – Modena, Carpi, Bologna – i Lidi di Spina e di Volano, con le loro spiagge deserte, gli orizzonti infiniti e le basse maree. 
A intervalli, scorrono tra le linee ceramiche, le visione di Luzern, Versailles, Amsterdam e Parigi. Di quest’ultima città, risale lo scatto del 1972, significativo anche perchè in pochi tratti sintetizza lo stesso progetto espositivo: una donna ripresa di spalle mentre sale una scalinata. Le righe delle alzate sembrano fare eco alle pieghe plissettate della gonna; le tonalità verde-grigio-terra d’ombra  sembrano rincorrersi e fare eco. 
Da questa immagine, ma anche in molte altre in mostra, si evince come Ghirri abbia scelto di catturare porzioni di realtà con un calibrato equilibrio di ricomposizioni per frammenti: ogni ‘brano’ di realtà sembra un tassello di un mosaico molto più ampio e complesso. 
Seguendo invisibili coordinate, fatte di luci, prospettive, incastri di linee e somme di colore, ogni fotografia incornicia più che il mondo, l’idea del mondo. Ecco allora che un vestito appeso ad una finestra, le tapparelle chiuse di una facciata anonima, un vaso di fiori solitario, suggeriscono, per impressioni, l’idea di uno spazio famigliare e perturbante, ordinario e misterioso, ovvio e, al tempo stesso, ostico, opaco. Da qui la sua grandezza: mostrare più di ciò che si vede.

Installation views Delfino Sisto Legnani
Luigi Ghirri, Parigi, 1972 @Archivio Luigi Ghirri

In più di una occasione Ghirri ha sostenuto che lui non volevo scattare immagini fotografiche ma disegnare carte e mappamondi. 
Le carte geografiche  sono un’interpretazione del territorio e come tali attribuiscono valori differenti agli elementi che lo compongono. Le fotografie di Ghirri, come se fossero provviste di invisibili coordinate, rette e parallele, ‘funzionano’ come delle mappe.
Alcuni scatti, più di altri, dimostrano la capacità di Ghirri di rivelare forme assolute di paesaggio. Esempio ne sia uno scatto in mostra, che definirei magnifico (dall’etimo, ‘che si mostra grande’), Verso Lagosanto (1989). E’ una delle fotografie più note della serie, “I profili delle nuvole” e mostra un tratto di strada che porta alla piccola comunità di Lagosanto (Ferrara). Per molti versi questa immagine incarna la visione artistica di Ghirri, la sua capacità di leggere i segni e i codici intrinsechi della realtà. Qui è sintetizzata la Pianura Padana, allora zona franca dove rurale e industriale iniziavano a intrecciarsi, a volte  in modo brutale, altre volte con armonia. 
La linea dell’orizzonte taglia in due il paesaggio, il punto di fuga della strada diventa anche il punto da cui si arridiamo tutte le altre linea a raggiera: il canale, la siepe, il ciglio della strada non asfaltata, la trama irregolare dei campi arati. Solo il muretto giallo crea un tratto di rottura, o un approdo. Anche i colori, tenui, ‘seccati’ dalla luce, concorrono a restituite un paesaggio che, per taglio e crome ricordi i paesaggi tanto cari alla Scuola di Barbison e alle correnti paesaggistiche francesi di metà ‘800. 
Ma anche laddove Ghirri si allontana dal paesaggio, per immortalare brani di realtà ancora più semplificata e ridotta, ecco che emerge ancora di più una serrata visione geometrica della realtà: anzi è soprattutto nelle immagino dove domina il vuoto o l’assenza che la visione del fotografo si fa rivelazione.

Luigi Ghirri. Between the Lines
A cura di Sarah Cosulich
Casa Mutina Milano 
Via Cernaia, 1A, 20121 Milano MI
Fino al 30 luglio 2021 

Luigi Ghirri – Verso Lagosanto (1989)
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