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Life Chronicles of Dorothea Ïesj S.P.U. | Careof, Fabbrica del Vapore, Milano

Il 15 maggio 2024 sarà proiettato a Careof "Life Chronicles of Dorothea Ïesj S.P.U.", un film e audioracconto sci-fi scritto e diretto da ALMARE e curato da Radio Papesse. Una riflessione di Gabriele Tosi
3 Still dal film Life Chronicles of Dorothea Ïesj S.P.U.

Mercoledì 15 maggio 2024 Careof ospita la proiezione di Life Chronicles of Dorothea Ïesj S.P.U., un film e audioracconto sci-fi scritto e diretto da ALMARE e curato da Radio Papesse. La proiezione alle 18.30 sarà seguita da un talk moderato da Marta Bianchi (Careof) con Ilaria Gadenz (Radio Papesse), Amos Cappuccio, Giulia Mengozzi e Luca Morino (ALMARE). La proiezione milanese è l’appuntamento conclusivo del public program sostenuto dall’Italian Council.

Ambientato in una società immaginaria, Life Chronicles of Dorothea Ïesj S.P.U. segue le avventure della ricercatrice Dorothea Ïesj e le sue peripezie nell’estrarre (e rivendere) suoni del passato. Grazie a una tecnologia chiamata ECHO, è possibile analizzare le onde sonore incise nei secoli su ogni superficie. ECHO restituisce le tracce audio impresse nella materia, permettendo di recuperare qualsiasi suono.
Il lavoro trae spunto dalle teorie pseudo-scientifiche sviluppate nell’800, contestualmente alle nascenti tecnologie di registrazione; in particolare dalla teoria dell’archeoacustica, che ipotizzava la possibilità di rintracciare fenomeni sonori del passato rimasti “incisi” nella materia. Life Chronicles of Dorothea Ïesj S.P.U. indaga il legame tra capitalismo dei dati, tecnologia e creazione di valore, riflettendo sull’uso di artefatti archeologici, archivi e memoria come strumenti di potere e controllo.
Scritta in una lingua retro-futurista che mescola italiano antico e contemporaneo e filmato a partire da stampe tipografiche a caratteri mobili, Life Chronicles Of Dorothea Ïesj S.P.U. si colloca tra radio, cinema e letteratura, in un genere ibrido che ha una lunga tradizione nell’ambito del cinema e dell’arte.
Life Chronicles of Dorothea Ïesj S.P.U. è realizzato grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito di Italian Council (2022) e con il supporto di Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Fondazione CR Firenze, Torino Film Commission.

Inaugurazione di Life Chronicles of Dorothea Ïesj S.P.U. ad AUDITORIUMARTE, 29.04.2024. Crediti: Riccardo Musacchio / MUSA

Segue una riflessione di Gabriele Tosi

Cara Ilaria,
questo film è una cosa complessa. I suoi colori sono il nero scuro e il verde radioattivo, la sua voce è aulica, il suo ritmo è cinico. Amarlo richiede dedizione. Di seguito le mie riflessioni.
Nelle dichiarazioni ho letto che il film Life Chronicles of Dorothea Ïesj S.P.U è “un audio-racconto sci-fi in tre episodi con sottotitoli video”. Ma in vero è anche un diario segreto, un autoritratto plurale, una tesi di ricerca, uno studio critico, un radiodramma rosa, un monologo teatrale, un manifesto politico e un pezzo di letteratura classica. L’opera, che potenzialmente è ogni cosa, decide di essere ciascuna di esse.
Credo che una rispondenza specifica bilanci la vasta apertura dell’oggetto. Il film è infatti prima di tutto una registrazione che, come tale, s’interroga sul valore del proprio corpo. Il medium che parla del medium si trova, nell’atto riproduttivo, al contempo fuori e dentro e per questo si crede “tutto”. Raccontando la storia di Dorothea in un universo distopico, Almare affronta la paura e l’erotismo esercitato dal mezzo sonoro nei villaggi del presente. L’oralità lascia il posto alla vocalità registrata, traslando l’intero sistema valoriale della civilità umana in un campo sonoro differito, mediatico e fantasmatico. La percezione dei bisogni essenziali, del sesso, del potere, del denaro e della morte, passa da questo snodo rumoroso che, nei termini del film, è spirituale e tecnologico. La divinità sta nel mezzo ai corpi e il suo racconto, come quello di Dorothea, è una cronaca degli scambi.
Life Chronicles of Dorothea Ïesj S.P.U suggerisce il riemergere nella scena di una certa tipologia di opera personale che è allo stesso tempo totale e collettiva ma aperta. La cui esistenza introversa, incerta e salda come un ricordo ma al contempo climatica, pornografica e grandiosa, pone la curatela del presente di fronte alla necessaria irresponsabilità di dare attenzione a costrutti artistici privati in un ambiente pubblico e collettivo.

Nel solco di tutti quei progetti d’artista, che a differenza di quelli istuzionali muovono corrispondenze esatte tra vita e comunità, un film come questo impone di immaginare nuovi modi di scambiare la sostanza dell’arte con il pubblico. Anche guardando le scelte fatte in questo caso, credo che Radio Papesse concordi sull’insufficenza dell’esposizione e sulla necessità di sperimentare una diversa condivisione. Mi sto convincendo che la parola chiave sia “curiosità”.

Sarei felice di parlarne con voi. Nel frattempo il film mi ha fatto pensare al mio stato su whatsapp: n vcl pls.