Letture da spiaggia: “Si crede Picasso” – Francesco Bonami

18 Luglio 2010
Ecco il libro giusto da leggere sotto l’ombrellone: Si crede Picasso – Come distinguere un vero artista contemporaneo da uno che non lo è.
Già dalle prime righe Bonami – con tono alla Totò, scrittura semplice (e semplicistica), giri di parole scivolosi come la crema post-insolazione – mette in chiaro che questo libro riuscirà a darvi buoni esempi per distinguere un artista vero da uno falso, un artista che fa opere con anima da uno che le fa senza anima. Primo esempio (calzante?): Il David di Michelangelo è vivo, una qualsiasi scultura di Folon no.
Questo libro è la conferma che Bonami ha un forte senso dell’umorismo che utilizza astutamente per dare spesso giudizi approssimativi e all’acqua di rosa su vari artisti (da Picasso a Vezzoli). Non passano l’esame Pomodoro, Bill Viola, Penone, Vezzoli, Neshat e tanti altri.
Passano orali e scritto quelli che sembrano essere i suoi alunni preferiti (o quelli che idealmente stanno nei primi banchi): Stingel, Bruce Nauman, Hopper, Tino Seghal e pochi altri).
Le citazioni che potrei fare sono innumerevoli, dunque mi limito ad aprire il libro a caso, ogni pagina alla fine dona allegria e pepe, battute esilaranti e gag. Insomma mi verrebbe da dire che a Bonami la Littizzetto, Aldo Giovanni e Giacomo e la Gialappa’s Band gli fanno un baffo.
Vi chiederete ma perchè lo hai comprato spendendo ben 17 euro? Perchè sono curiosa e il mio vivo senso di bramosità gossippara a volte mi fa commettere qualche sbaglio!

Dunque … qualche battuta a caso di sano spirito bonamiano:
p. 8 Picasso 100%
“Ecco, un vero artista ha questa urgenza di fare arte per dire a se stesso e al mondo qualcosa. Picasso è l’esempio più eccessivo di questa urgenza. Altri artisti che, pur avendo l’urgenza, non riescono a produrre un granchè: come quando a un maschio scappa la pipì ma, a causa della prostata ingrossata, non esce fuori nulla. La pipì, ovvero l’arte, c’è lo stesso, solo che alcuni riescono a farla di getto, come il fenomeno spagnolo, mentre altri la producono a goccioline.”

p. 9 a proposito di Fabrizio Plessi, vero artista al 10%, paragonato a “quei capi di abbigliamento sintetici al 90% che per consolazione riportano sull’etichetta che un misero 10% di cotone esiste da qualche parte, magari solo nelle cuciture”

p. 12 al povero Julian Schnabel: “Un altro trucco per sentirsi un gigante della storia dell’arte, è quello di abbigliarsi come tale. Il pittore americano passa le sue giornate e serate in pigiama (…) L’idea che con due pennellate di dimensioni giganti si possa fare un buon quadro è un equivoco che Schnabel non ha mai risolto.”

p. 19 svelato il trucchetto del successo di Jim Dine: “Uno dei segnali che rivelano quando un sedicente artista sta svelando il proprio bluff è che inizia a dipingere cuori, cosa che Dine ha regolarmente fatto. Un altro segnale di crisi è quando un artista prende come soggetto Topolino. E anche questi Dine lo ha fatto.” Faccia attenzione allora Roberto Cuoghi…

p. 20 “Vezzoli è vero o falso? Francesco Vezzoli è talmente innamorato dell’idea astratta del vero famoso e bravo artista che per interposta persona riesce quasi a esserlo anche lui. (…) attraverso la celebrità altrui, Vezzoli è diventato a sua volta celebre, tanto che ora è difficile capire se è più famosa Sharon Stone o l’artista bresciano.”
Insomma il giudizio implacabile del ‘toscanaccio’ non ha freni:”Il suo capolavoro è il suo indirizzario, ma anche la sua capacità di usarlo e quella di convincere chiunque a partecipare alle sue iniziative, che hanno il solo difetto di voler essere, anche loro, opere d’arte.”
“Disdicevole sulle pareti di casa, vezzoli è eccezinale sul divano di qualsiasi salotto.”

p. 23 Bonami mette a fuoco le due anime di Joseph Beuys, quella furba e quella vera: ” Furbo come una lepre morta che teneva sulle ginocchia in una delle sue famose azioni pubbliche del 1965, Come spiegare i dipinti a una lepre morta, Beuys aveva capito che con l’arrivo delle rivoluzioni culturali e studentesche gli artisti tradizionali avrebbero avuto vita dura. Così ha deciso di inventarsi l’artista politico, radicale, pannelliano.”

p.25 non si risparmi per Arnaldo Pomodoro le cui sculture pubbliche nelle rotonde e davanti ai tanti palazzi “Sono gli oramai inguardabili monumenti di un artista che per un attimo è stato colpito tanti anni fa da un’idea come da un meteorite e non si è più ripreso.”
“Essendo artista vero e anziano Pomodoro, come Giulio Andreotti, ha il diritto di non ricordare il numero di sculture uguali e diversamente intrusive che ha creato, ma ce lo ricordiamo noi per lui: Troppe.”

p. 27 ” Bill Viola è un mago, più che degli effetti, dei difetti speciali”

p. 30 “…installazioni, performance, happening, mercato umano, con donne nude, seminude, semivestite, semisedute, semisdraiate, semistatue, semimodelle e via di seguito. Quante volte ancora perchè davvero ( Vanessa Beecroft) ne ha fatte tante, troppe, al punto che non ha più nessun tipo umano a disposizione. Le nere dipinte di bianco, le bianche dipinte di nero, le gialle dipinte di rosso, le rosse dipinte di giallo.”

p. 37 “Se fosse ancora vivo sono sicuro che prima o poi ( Mario Merz) avrebbe creato anche l’orologio a igloo.”

p. 39 Banksy “Vuole essere contro il sistema, ma la sua arte piace particolarmente a gente sistemata bene tipo Kate Moss. Non solo: i suoi lavori vengono vengono venduti all’asta a prezzi superiori al quoziente di intelligenza umana di chi li acquista. Come se le Brigate Rosse avessero messo all’asta la Polaroid originale di Aldo Moro con ‘la Repubblica’ in mano per finanziare l’acquisto di qualche kalashnikov.”

p. 40 “Cristo trasformava l’acqua in vino, Hirst trasforma la cacca in oro.”

p. 42 La fortuna di Cattelan? Copiare senza farsi beccare dal professore.

p. 49 Una battuta veramente fenomenale “Diciamolo! Burri ci piace un sacco!”

p. 53 “Non ci capisco proprio un tubo al neon, si potrebbe dire, entrando a vedere una mostra di Dan Flavin“. “E’ stato sicuramente un artista ‘illuminato’ che, anziché dipingere la luce, come facevano gli impressionisti o l’inglese William Turner, l’ha semplicemente accesa”

p. 57 “Immaginate un John Wayne dell’arte contemporanea, uomo vero, puro e solitario. Ecco, questo è Bruce Nauman, tanto artista quanto john Wayne è un cowboy.”
“Ogni opera è sempre una morte e una rinascita. In un’unica parola: ‘Fenaumenale!’ “

p. 61 Gilbert & George? “… assomigliano tanto, se ve li ricordate, a Cochi e Renato”

p. 71 Fischli & Weiss? “Sono gli impressionisti del tinello, i cubisti del divani, gli espressionisti da pizzeria. Se fossero vissuti nel rinascimento, anziché il ritratto della Gioconda avrebbero dipinto una polpetta, e oggi l’ammireremmo come la Monna Lisa solo che si chiamerebbe l’Hamburgher Cheesa.”

p. 72 “Lo potremmo chiamare il Geppetto dell’Arte Povera o il San Giuseppe dell’arte italiana, visto che per anni la passione di Giuseppe Penone sono stati gli alberi e il legno.
Esilarante il titolo del paragrafo L’albero a cui tendevi la callosetta mano!

p. 81 “Donna baffuta sempre piaciuta”: Frida Kahlo!

p. 93 Nel capito Fatto con i piedi a proposito di Rudolf Stingel: “Se i quadri astratti sono come degli strudel, quelli figurativi sono come un brasato. (…) I quadri figurativi sembrano fatti da tante piccole impronte di gallina che camminando sulla tela ha creato il ritratto o il paesaggio. (…) Stingel è un vero artista perchè è come un cuoco che ha inventato lo strudel e quello che ha inventato il brasato, due piatti che si tramandano da generazioni in generazione affidandosi un pò alla memoria di chi li fa e li insegna agli altri.”

Siamo agli sgoccioli.. il sole sta per tramontare (d’altronde questo libro si legge in una giornata in spiaggia), mandano pochi capitoli.

p. 111 Non capisco una Sehgal

Ho iniziato con la crema solare, ma ci pensa Bonami a finire il suo libro con “Questo libro è come una crema contro l’acne, che uno usa per evitare i foruncoli, anche se è nato con il naso brutto o le orecchie grandi. L’importante, per un artista, non è essere bello, ma essere vero e interessante. Il resto viene da sè. Insomma, spero che una volta letto il libro che tenete in mano possiate evitare l’arte-foruncolo, o quantomeno capire che da essa si puo’ guarire: in fin dei conti il foruncolo non è una condanna a morte.”

ps. Io, sfortunatamente, il libro non l’ho letto sotto l’ombrellone. Ma leggendolo mi sembrava di sentire la risacca delle onde, le grida dei bambini, le canzonette da spiaggia e l’urlo Coccoo, cocco bello!! Ai tanti (o pochi) che non leggeranno il libro, consiglio la settimana enigmistica.


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