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“Galleggia oppure vola”: Lee Lozano alla Pinacoteca Agnelli, Torino

Testo di Barbara Ruperti — Strike si presenta come una mostra che non solo ha l’ambizione di ricostruire la breve ma estremamente prolifica carriera di Lee Lonzano, ma ha anche il merito di restituire al pubblico l’identità e la memoria di una delle artiste più rivoluzionarie dei suoi anni. L’esposizione ideata da Pinacoteca Agnelli in collaborazione […]

Lee Lozano, No title, c. 1965 Oil on canvas, two parts 234.3 x 310.3 x 3.9 cm Pinault Collection © The Estate of Lee Lozano. Courtesy Hauser & Wirth
Lee Lozano © The Estate of Lee Lozano. Courtesy Hauser & Wirth

Testo di Barbara Ruperti

Strike si presenta come una mostra che non solo ha l’ambizione di ricostruire la breve ma estremamente prolifica carriera di Lee Lonzano, ma ha anche il merito di restituire al pubblico l’identità e la memoria di una delle artiste più rivoluzionarie dei suoi anni. 
L’esposizione ideata da Pinacoteca Agnelli in collaborazione con Collection Pinault, sarà visitabile fino al 23 luglio 2023 e verrà successivamente portata negli spazi della Collection Pinault, alla Bourse de Commerce di Parigi da settembre 2023 a febbraio 2024. 
Strike è il secondo appuntamento espositivo che Pinacoteca Agnelli dedica ad artiste e artisti con l’obiettivo di mettere in discussione il racconto tradizionalmente maschile della storia dell’arte e gettare una nuova luce sui volti e le ricerche artistiche divergenti rispetto al pensiero dominante. Le opere di Lee Lozano non hanno mai acquisito lo spazio che meritano nel panorama italiano, eccezion fatta per rare occasioni espositive, una delle quali, grazie al suo mecenate, alla Collection Pinault di Venezia, in occasione della mostra collettiva Slip of the Tongue, nel 2015. 
Suddivisa in sette sale tematiche, la retrospettiva esposta nello Scrigno di Pinacoteca Agnelli approfondisce le diverse fasi della ricerca di Lozano, nella decade dal 1960 ai primi ‘70. A partire dalle opere giovanili che costituiscono le chiavi di lettura fondamentali del suo periodo newyorkese, il percorso ci accompagna lungo gli sviluppi più astratti e minimalisti della produzione di Lee Lozano, fino a raggiungere i suoi esiti più estremi durante la stagione concettuale, quando l’artista raggiungerà il totale grado di sovrapposizione tra l’arte e la propria vita, con gli “Art-Life” Pieces.

“Trasformati in un gas, in una carica elettrica, in potenza. Implodi fino a diventare piccola come un fagiolo”                                                                                  (dai diari di Lee Lozano)

Il primo nucleo espositivo è dedicato ai disegni realizzati da Lozano tra il 1959 e il 1964. Qui compaiono i suoi “Tools”, oggetti e attrezzi da lavoro che si trasformano in organi sessuali e si intrattengono in scandalosi giochi di parole e coreografie perverse.
Nei dipinti giovanili i Tools appaiono sempre più antropizzati. Descritti con un espressionismo nervoso, gli oggetti sembrano animarsi e interagire vivacemente con il corpo umano. Corpi nudi, smembrati, femminili e acefali, le cui funzioni sessuali estremamente enfatizzate li tramutano in macchine per il piacere.
Tra il 1964 e il ‘65 la ricerca pittorica di Lozano muove con decisione verso l’astrazione minimalista. Qui le ampie campiture che caratterizzano i Tools si trasformano gradualmente in forme autonome e gli strumenti industriali da soggetti vivi diventano linguaggio, azione, pura potenza.
Il passaggio dei Tools da forme ad azioni si concretizza nella pittura di Lozano con Clamp (1965), in cui il morsetto metallico diventa contemporaneamente il cardine concettuale e materiale dell’opera, e si conclude poi con il passaggio alle opere concettuali, in cui gli attrezzi da lavoro diventano strumenti di esplorazione fisica del corpo, come nel “Life-Art” Pieces Masturbation Investigation (1969).

Lee Lozano, No title, 1964 Graphite on paper 21 x 32.4 cm Pinault Collection © The Estate of Lee Lozano. Courtesy Hauser & Wirth
Lee Lonzano – Strike – Installation view – Pinacoteca Agnelli, Torino 2023

Gli strumenti industriali come metafore del dominio patriarcale e della manipolazione dell’identità femminile, riportano alla mente immaginari di artiste e performer degli anni ‘70, una tra tutte Martha Rosler che con la sua Semiotics of the kitchen, del 1975, eleva gli attrezzi da cucina a paradigma dell’oppressione sociale imposta alle donne.
Tuttavia, sarebbe superficiale identificare l’arsenale di armi iconografiche di Lozano come segno di un posizionamento dichiaratamente femminista. Nonostante le evidenti affinità, le opere di Lozano non si inseriscono pienamente in un’indagine critica di stampo femminista, dalla quale per altro l’artista ha sempre preso le distanze, dichiarandola limitante per una messa in crisi radicale dell’identità.
Al di là del ricco corpus di opere in mostra, ciò che emerge è un’artista dalle forme irregolari, un’outsider e tuttavia una delle identità più forti e rivoluzionarie del suo tempo, capace di anticipare questioni di genere e immaginari post-umani, come quelli di cui scriverà vent’anni dopo Donna Haraway nel suo “Manifesto Cyborg” (1985).
In Strike la pratica artistica di Lozano, e in particolare i suoi famosi “Art-Life” Pieces, sono presentati e concepiti come parte di una ricerca più ampia che coincide con la vita stessa dell’artista. Un impegno totale e radicale per rivendicare la propria libertà, che si incarna perfettamente nel primo atto della contestazione, “General Strike Piece”, e alla quale l’artista si dedicherà abbandonando progressivamente il mondo dell’arte fino alla sua morte, nel 1999. 
I tre “scioperi” (in inglese strike), rappresentano un graduale rigetto del “lavoro” impostole dal capitalismo, dal patriarcato e dalla società: attività connesse al desiderio, al consumo all’ambizione vengono lentamente abbandonate e sostituite con un astensionismo dal forte carattere politico e rivoluzionario.
La rivoluzione di Lee Lozano insegna come la rinuncia dei privilegi concessi dalla società patriarcale possa diventare il primo passo per reinventare la nostra identità ed essere libere. “Free”, come si è ribattezzata l’artista dopo aver abbandonato il cognome del marito nel 1971.

“Diventa di plastica. Diventa d’ottone e arrugginisciti. Galleggia, oppure vola. Rendi più ruvida la superficie del tuo corpo e rotola nella segatura per riscaldarti, elimina i vestiti. 

Ora gioca tu. Ridisegna te stessa per adattarti a te stessa. Non comprare cose/servizi per cambiarti. Pensa a te stessa come un nuovo stato d’esistenza.”
Le curatrici hanno saputo ricostruire il profilo artistico di una delle personalità più interessanti dei suoi anni, oltre che trasmettere con intensità e coinvolgimento il sofferto vissuto dell’artista. Una mostra completa che rivela un taglio critico e una ammirevole ambizione divulgativa, dalle sale fino al booklet, trattato non solo come uno strumento di accompagnamento alla visita, ma come vero e proprio testo divulgativo. Al suo interno, oltre ai testi che raccontano la vita e la ricerca di Lee Lozano, sono raccolte anche molte rare riproduzioni delle sue famose “Life-Art” Pieces.

Lee Lonzano – Strike – Installation view – Pinacoteca Agnelli, Torino 2023
Lee Lonzano – Strike – Installation view – Pinacoteca Agnelli, Torino 2023
Lee Lozano, No title, 1959 Charcoal on paper 63.5 x 48 cm Courtesy Private Collection © The Estate of Lee Lozano. Courtesy Hauser & Wirth Ph. Stefan Altenburger Photography Zürich