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Le flânerie virtuali di Jon Rafman

[nemus_slider id=”78338″] — La Palazzina dei Giardini di Modena, edificio settecentesco fatto costruire da Francesco I d’Este come Casino e luogo ricreativo per la corte estense, si trasforma in un archivio virtuale per accedere ai meandri più oscuri di Internet...

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La Palazzina dei Giardini di Modena, edificio settecentesco fatto costruire da Francesco I d’Este come Casino e luogo ricreativo per la corte estense, si trasforma in un archivio virtuale per accedere ai meandri più oscuri di Internet e del deep web, dove albergano i desideri e i feticismi più nascosti dell’uomo.
All’interno delle sue stanze è stata allestita la mostra Jon Rafman. Il Viaggiatore mentale, prima personale dell’artista canadese ad essere ospitata in una istituzione italiana.
Jon Rafman – da poco reduce dalla collaborazione con il marchio Balenciaga – definisce se stesso un esploratore, un antropologo amatoriale interessato all’osservazione di quella zona di confine tra reale e virtuale, nonché allo studio delle sottoculture e comunità online su piattaforme come 4chan e Second Life. Attraverso interventi di appropriazione Rafman riconfigura il materiale raccolto mixando media diversi tra cui videogames, software, game engines, fotografia, video, per comporre un quadro della contemporaneità frammentato, disturbante e, a tratti, distopico.

La rassegna, curata da Diana Baldon e presentata dalla Fondazione Fotografia Modena   insieme a Galleria Civica di Modena (entrambe parte di Fondazione Modena Arti Visive) – ripercorre la produzione artistica di Rafman dal 2011 ad oggi attraverso una selezione di machinima, animazioni digitali derivate dall’appropriazione di videogiochi che vengono rielaborati per generare un diverso tipo di contenuto, e video installazioni. All’ingresso sono disposte tre cabine di osservazione che ospitano i machinima Legendary Reality (2017), Remember Carthage (2013) e A Man Digging (2013), che invitano a prendere parte al viaggio di Rafman confinando l’osservatore in uno spazio claustrofobico.

View of the solo show Jon Rafman. The Mental Traveller, FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE, Palazzina di Giardini, Modena  - Italy (September 14, 2018 –February 24, 2019) photo: ©Rolando Paolo Guerzoni, 2018.
View of the solo show Jon Rafman. The Mental Traveller, FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE, Palazzina di Giardini, Modena – Italy (September 14, 2018 –February 24, 2019) photo: ©Rolando Paolo Guerzoni, 2018.
Jon Rafman, Erysichthon 2015 Colour HD video with stereo sound Runtime: 8’4” Courtesy of the artist
Jon Rafman, Erysichthon 2015 Colour HD video with stereo sound Runtime: 8’4” Courtesy of the artist

There were days for recollection in tranquillity”, è con queste parole che la voce narrante del A Man Digging, tratto dal videogioco Max Payne 3, inizia un racconto riflessivo sulla natura della memoria e la sua capacità di scavare nelle profondità del nostro inconscio accompagnato da scene sanguinolente di corpi dilaniati sparpagliati sul pavimento di night club e stanze fatiscenti. Secondo l’artista i videogiochi, come i contenuti creati dagli utenti online, sono prodotti culturali da osservare con attenzione perché possono rivelare molti aspetti della nostra cultura.
Come afferma lo stesso Rafman, le sue opere “nascono da un forte impulso narrativo generato dall’idea del viaggio, visto nell’ottica del flâneur e del viaggiatore romantico di Wordsworth, alla ricerca del sublime virtuale”.
Una parte dell’esposizione è dedicata alla trilogia Betamale Trilogy (2013-2015) composta da Still LifeMainsqueezeErysichthon, Kool-Aid-Man (2008-2011), frutto delle escursioni di Rafman nel web e nel mondo virtuale di Second Life. Le video installazioni compongono un ritratto delle svariate subculture fetish, dove i desideri più conturbanti e nascosti possono prendere forma e trovare libero sfogo. L’artista va alla ricerca di quelle immagini e contenuti carichi di pathos ed ironia che più si avvicinano ad una rappresentazione della condizione moderna, come la lavatrice che si autodistrugge in Mainsqueeze, la persona travestita da volpe che affonda lentamente nelle sabbie mobili in Still Life, oppure i mondi creati dagli utenti di Second Life, che con una creatività libera da freni ed inibizioni danno vita ai desideri repressi del nostro tempo. Rafman osserva attentamente questi contesti per poi appropriarsene proponendoli all’interno delle sue video installazioni, trattandoli poeticamente e mixandoli con citazioni e monologhi carichi di riferimenti letterari che fanno riflettere sulla contraddittorietà del nostro essere.

Nell’ala opposta dell’edificio, si trovano invece le produzioni più recenti di Dream Journal (2016-2017) e Poor Magic (2017). La prima nasce dalla pratica dell’artista di annotare su un diario i propri sogni e in seguito animarli utilizzando software 3D. Rafman crea una sorta di viaggio dantesco le cui protagoniste, una bambina guerriera cyberpunk e la millennial uscita da un rave, sono coinvolte in rocambolesche avventure in un mondo contraddistinto da fantasie erotiche, personaggi infernali e figure ibride. L’opera, la cui colonna sonora è stata composta dal duo di musica elettronica sperimentale Oneothtrix Point Never e James Ferraro, allude agli effetti della tecnologia sulla nostra percezione della realtà ricreando lo stato di costante allucinazione causato dal sovraccarico informativo, attraverso una narrazione frammentata e sconnessa. Poor Magic, invece, sfrutta un software di computer grafica elementare per riprodurre comportamenti di massa messi in atto da personaggi identici gli uni agli altri e dalle movenze meccaniche che inciampano e cadono su se stessi. Le immagini sono interrotte da sequenze endoscopiche in cui si vedono viscere umane realizzate al pc, prefigurando un mondo in cui tutti saremo avatar intrappolati in una simulazione virtuale comandati da una intelligenza artificiale.

Il viaggio mentale di Rafman non è caratterizzato soltanto da forti stimoli visivi, ma anche input sensoriali grazie ad allestimenti sorprendenti, pensati specificatamente per ogni singola opera. Le cabine di osservazione dei machinima favoriscono una visione più intima dell’opera ma trasmettono anche una sensazione di claustrofobia, imprigionando l’osservatore in uno spazio angusto. Kool-Aid-Man è allestito in un ambiente ricoperto di vinile rosso e proiettato su di uno schermo sottilissimo sospeso al centro della stanza. L’odore forte della plastica e la perdita delle coordinate spaziali destabilizzano e mettono a disagio l’osservatore, come del resto l’allestimento di Dream Journal, esposto in una stanza interamente ricoperta dalle mattonelle tipiche dei primi videogiochi oscurando il confine tra reale e virtuale.
Come affermato da Cristina dall’Olio, assistente curatrice, l’allestimento non solo è stato pensato appositamente per l’edificio, ma Rafman lo ha strutturato in modo tale da suscitare nel visitatore sensazioni di disagio attraverso stimoli olfattivi, tattili e visivi, per accentuare il suo smarrimento nei meandri del web.

Jon Rafman. Il Viaggiatore mentale è una mostra dai contenuti decisamente forti ma che permette di entrare nel vivo nella pratica dell’artista il cui scopo, secondo le sue parole, è quello di esplorare il web e analizzare ogni sua controversia per riuscire ad avere un ritratto del contemporaneo più onesto e trasparente possibile.

View of the solo show Jon Rafman. The Mental Traveller, FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE, Palazzina di Giardini, Modena  - Italy (September 14, 2018 –February 24, 2019) photo: ©Rolando Paolo Guerzoni, 2018.
View of the solo show Jon Rafman. The Mental Traveller, FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE, Palazzina di Giardini, Modena – Italy (September 14, 2018 –February 24, 2019) photo: ©Rolando Paolo Guerzoni, 2018.
View of the solo show Jon Rafman. The Mental Traveller, FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE, Palazzina di Giardini, Modena  - Italy (September 14, 2018 –February 24, 2019) photo: ©Rolando Paolo Guerzoni, 2018.
View of the solo show Jon Rafman. The Mental Traveller, FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE, Palazzina di Giardini, Modena – Italy (September 14, 2018 –February 24, 2019) photo: ©Rolando Paolo Guerzoni, 2018.
Jon Rafman, Still Life (Betamale) 2013 Colour HD video with stereo sound Music by Oneohtrix Point Never Runtime: 4’54” Courtesy of the artist
Jon Rafman, Still Life (Betamale) 2013 Colour HD video with stereo sound Music by Oneohtrix Point Never Runtime: 4’54” Courtesy of the artist
Jon Rafman, Still Life (Betamale) 2013 Colour HD video with stereo sound Music by Oneohtrix Point Never Runtime: 4’54” Courtesy of the artist
Jon Rafman, Still Life (Betamale) 2013 Colour HD video with stereo sound Music by Oneohtrix Point Never Runtime: 4’54” Courtesy of the artist
Jon Rafman, Kool-Aid Man in Second Life 2008-2011 Colour HD video with stereo sound Runtime: 18'01" Courtesy of the artist
Jon Rafman, Kool-Aid Man in Second Life 2008-2011 Colour HD video with stereo sound Runtime: 18’01” Courtesy of the artist