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La Nuova Alleanza: Ardipithecus Ramidus e Homo Sapiens

[nemus_slider id=”50699″] E’ nato all’insegna dell’anonimato il progetto presentato da xing lo scorso giovedì 3 dicembre a Bologna. Con il perentorio titolo “La Nuova Alleanza”, in realtà il progetto è incentrato sul processo di collaborazione tra due artisti, di cui...

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E’ nato all’insegna dell’anonimato il progetto presentato da xing lo scorso giovedì 3 dicembre a Bologna. Con il perentorio titolo “La Nuova Alleanza”, in realtà il progetto è incentrato sul processo di collaborazione tra due artisti, di cui abbiamo saputo l’identità solo nella serata di presentazione. Dopo un intenso e scrupoloso scambio progettuale a distanza, i “due alleati” Silvia Costa e Patrick Tuttofuoco – rispettivamente Ardipithecus Ramidus e Homo Sapiens, sono i due nick-name utilizzati durante l’iter di pianificazione – oltre a rendere note le loro identità, hanno anche reso pubblici gli scambi via chat avvenuti tra il 19 novembre e il 2 dicembre.

A questo link, si possono leggere le prime mosse, le idee sul nascere, le perplessità di Ardipithecus Ramidus e Homo Sapiens. Piano piano scopriamo “come arrivano le cose”, come saranno organizzate, le prove da fare, l’intenzionalità di certe scelte, scopriamo quando avviene la comparsa dei palloncini, capiamo il significato di lasciare delle tracce al proprio passaggio.. si racconta di mancanza, di sviluppi paralleli, di convergenze e divergenze di gusto, di spontaneità e confusione.

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Queste le premesse dell’oscuro appuntamento:

“Cerco un compagno, un essere umano di sesso maschile; non interessa l’età, l’altezza, nè il colore dei capelli o quello degli occhi; è sufficiente sia un individuo della mia stessa specie, che senta il desiderio per l’altro, la necessità primitiva e animale dello stare insieme. Non propongo qui uno spettacolo. Propongo una pratica. Un metodo che s’inserisce come un innesto, nei servizi di comunicazione via chat, e che sfruttandone le caratteristiche, crea un inedito spazio di creazione. La possibilità di entrare in comunicazione istantanea con uno sconosciuto, mantenendo ciascuno il proprio anonimato, nutre il lavoro d’immaginazione, base di ogni volontà artistica, e carica i due interlocutori di un desiderio profondo e senza nome. Perchè nessuno fino alla fine sa nulla dell’altro. L’uno non è ancora una persona per l’altro, forma vuota da riempire, superficie su cui proiettare il proprio Io. Presenti e invisibili allo stesso tempo. L’uno sarà per l’altro come una caverna oscura, uno specchio bifronte, dove cercare di riconoscersi come simili, per costruire una relazione eccezionale, un rapporto tra fantasmi. Senza nome, senza volto, senza dimora.??

Si tratta di scommettere sulla somma di due solitudini, inventando un’unione che non cerca la carne, ma l’arte. Una relazione in cui l’investimento del sé è totale, dove non vale più dire Io o Tu, ma Noi.??

L’utilizzo esplicito dei sistemi di comunicazione, come incontri al buio, incontro tra anonimi, chat-line, e l’uso del lessico ad esso proprio, come alter ego, nick-name, chat-room, è ricercato e voluto: solo che qui i due sconosciuti non si relazionano per scambiarsi del sesso, ma per consumare nel loro incontro un atto di creazione. Il meccanismo deve restare lo stesso, è l’oggetto ad essere sostituito. Non è più importante il risultato scenico, ma il processo che ha portato ad esso. Messi insieme per salvarsi e salvaguardarsi, per proteggere uno spazio prima che si estingua, questi due individui anonimi costruiranno attraverso un esercizio quotidiano, la messa in scena del loro incontro.??

La messa in scena sarà frutto di una iper-immaginazione millimetrica che ha come oggetto due corpi assenti. Durante l’arco di due settimane, attraverso la scrittura dialogica via chat-line, come una forma di romanzo epistolare, verranno tracciati e descritti azioni, gesti, parole, immagini, e ogni dettaglio dello spazio che accoglierà l’incontro. La creazione avviene in una cecità totale, in una condizione di mancanza e di proiezione verso l’altro; in un perenne ritardo. La distanza che separa questi due individui protetti dall’anonimato, si disintegrerà giorno dopo giorno; essi camminano l’uno verso l’altro, parola dopo parola, in viaggio verso una creazione che è una collisione tra due corpi, il loro primo incontrarsi. Tutto accade in un momento che è a priori fuori da ogni ripetitività; trova concretezza per la prima volta solo lì, davanti ai loro stessi occhi: è un evento unico e irreversibile. I due anonimi si incontreranno per la prima volta nell’azione. Si guarderanno, guardati allo stesso tempo. E’ un andare contro una pratica, quella teatrale, che vorrebbe presenza, corpo e carne, non per combatterla, ma per sondarla più profondamente, minando alla sua base.”

La Nuova Alleanza,   xing - Raum ,   Bologna,    2015 - Foto  Luca Ghedini
La Nuova Alleanza, xing – Raum , Bologna, 2015 – Foto Luca Ghedini

Nel sito www.lanuovaalleanza.it si possono scoprire le premesse di questo progetto, governato da regole molto precise tra cui: “E’ necessario non dire a nessuno che si sta prendendo parte a questo progetto”, “E’ d’obbligo non svelare la propria identità e parlare sempre con il proprio falso nome”, “E’ fondamentale essere costanti nella pratica.” Ecc.

Il pubblico ha assistito all’incontro tra i due alleati, nel ruolo di testimone oculare che, a fine incontro, ha avuto la possibilità di lasciare una testimonianza della sua presenza. I vari interventi saranno raccolti qui: lanuovaalleanza.it/i-testimoni

Seguono alcuni estratti della testimonianza di Lucia Amara:

Perché performativo, in origine, non significa che si mostra spettacolarmente, ma vuol dire “fa quello che dice”.  Lui è molto preciso e austero nell’attesa. Lei orchestra il tempo in modo da farlo rientrare in quello della cottura delle patate che ha messo a rosolare sul fornello da campo, nel “suo” campo. Aspetta che le patate siano pronte, scrive sul muro accosto al soffitto dove lui fa librare i palloncini. Poi lei torna al suo campo. Bisogna apparecchiare, predisporre il convivio e allestire una tavola in cui rifocillarsi assieme. La tavola vacilla, è una di quelle da naufragio, nel senso approntate con tavole e legacci di corda, non regge. Cade. Viene sorretta. Ma crolla ugualmente. Forse non è sfamarsi la questione dell’incontro. Si tratta di fare convergere due polarità. Immaginarsi fare assieme delle azioni e stendere una specie accordo. Questa nuova alleanza è anche un nuovo romanticismo, anzi ‘potremmo anche mai vederci, ma essere presenti sempre nello spazio… ‘

Lui è molto preciso e austero nell’attesa. Lei orchestra il tempo in modo da farlo rientrare in quello della cottura delle patate che ha messo a rosolare sul fornello da campo, nel “suo” campo. Aspetta che le patate siano pronte, scrive sul muro accosto al soffitto dove lui fa librare i palloncini. Poi lei torna al suo campo. Bisogna apparecchiare, predisporre il convivio e allestire una tavola in cui rifocillarsi assieme. La tavola vacilla, è una di quelle da naufragio, nel senso approntate con tavole e legacci di corda, non regge. Cade. Viene sorretta. Ma crolla ugualmente. Forse non è sfamarsi la questione dell’incontro.

Il pubblico – chi ha deciso di osservare l’incontro tra i due esseri che qui vogliono ristabilire le regole delle alleanze, le norma che soggiacciono alla sinestesia, tornando a un trattato arcaico – si posiziona per cercare il punto di fuga, quello dove l’incontro avverrà. Sul ciglio tra le due stanze, ruotando come attorno a una danza che prepara l’accoppiamento; oppure, osservando minuziosamente i riti dell’uno e dell’altro per l’avvicinamento.

La Nuova Alleanza,   xing - Raum ,   Bologna,   2015 - Foto Luca Ghedini
La Nuova Alleanza, xing – Raum , Bologna, 2015 – Foto Luca Ghedini
La Nuova Alleanza,   xing - Raum ,   Bologna,   2015 - Foto Luca Ghedini
La Nuova Alleanza, xing – Raum , Bologna, 2015 – Foto Luca Ghedini