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La Biblioteca del Mondo – Conversation Piece, part IX | Fondazione Memmo – Roma

Testo di Anna Maria Renzi — Il libro, elemento costitutivo di una biblioteca, diventa “materiale da costruzione” dell’opera d’arte. Questo è il tema su cui nove artisti diversi per nazionalità, generazione e modalità di lavoro trovano il loro comun denominatore. Ciascuno lo interpreta in modo personale, creando uno scambio ideale che compone una biblioteca immaginaria, […]

Marcello Maloberti CHI MI PROTEGGE DAI TUOI OCCHI, 2023 Installazione neon site-specific, cm 190 X 160 ph. Daniele Molajoli Courtesy l’artista, Fondazione Memmo Roma e Galleria Raffaella Cortese, Milano e Albisola Superiore
Ekaterina Panikanova Untitled (Forest), 2023 installazione site-specific legno, ceramica, libri, inchiostro, dimensioni ambientali ph. Daniele Molajoli Courtesy l’artista, z2o Sara Zanin, Roma, Fondazione Memmo, Roma

Testo di Anna Maria Renzi

Il libro, elemento costitutivo di una biblioteca, diventa “materiale da costruzione” dell’opera d’arte. Questo è il tema su cui nove artisti diversi per nazionalità, generazione e modalità di lavoro trovano il loro comun denominatore. Ciascuno lo interpreta in modo personale, creando uno scambio ideale che compone una biblioteca immaginaria, richiamando quella che Umberto Eco definiva “il deposito della memoria dell’umanità”.
Da qui parte la mostra curata da Marcello Smarrelli, nono capitolo di un ciclo di appuntamenti annuali che la Fondazione Memmo dedica agli artisti attivi a Roma, nelle accademie e negli istituti culturali esteri, aperta fino al 21 aprile 2024. 
Partendo dall’essere la materia con cui costruire l’opera, il libro diventa di volta in volta qualcosa in più, un richiamo di ricordi del passato, un mezzo di denuncia, uno strumento che stimola la riflessione o un mezzo che contribuisce a costruire la propria individualità. Questo percorso si snoda nelle scuderie di Palazzo Ruspoli, un’ambiente ampio, luminoso e accogliente che mette subito a proprio agio. Inizia così un cammino tra le opere che, discrete, aspettano di essere conosciute, per svelarci il loro più profondo significato.
Ci accoglie all’ingresso l’installazione di Ekaterina Panikanova, che compone rami, tronchi, ceramiche stampate con le trame dei centrini della nonna, bicchieri del servizio buono insieme a pile di libri recuperati nei mercatini, alcuni aperti, altri chiusi, a sostegno della struttura. Oggetti apparentemente casuali ma che racchiudono nella loro essenza dei ricordi e che dialogano con il pannello a muro composto da pagine ingiallite disegnate a china dall’artista, per costruire un unico grande libro dei ricordi, delicato ed evocativo.
Paolo Icaro utilizza il libro in modo funzionale, il suo peso infatti tiene in piedi una leggerissima struttura in metallo, quasi invisibile al passaggio, che però ad una osservazione più attenta palesa un messaggio: è un’edizione di Guerra e Pace di Tolstoj tra le cui pagine l’artista pone due fogli che riportano il titolo scritto in russo e in ucraino, rendendo tristemente attuale un testo che solo apparentemente è patrimonio del passato.
Ma il libro può essere anche “mattone” non solo come elemento con cui costruire una forma ma anche come base per costruire la propria personalità. Nicolò Degiorgis, bolzanese, ci invita ad entrare in una casa realizzata con le pagine del suo quaderno di scuola fitto di appunti di Scienza del territorio, materia insegnata in Alto Adige fino agli anni Novanta per salvaguardare la propria storia territoriale. Chi si avvicina può immaginarne una propria, con i propri ricordi e la propria identità.

La Biblioteca del Mondo, Conversation Piece | Part IX Veduta mostra ph. Daniele Molajoli Courtesy gli artisti e Fondazione Memmo, Roma
La Biblioteca del Mondo, Conversation Piece | Part IX Veduta dell’installazione ph. Daniele Molajoli Courtesy gli artisti e Fondazione Memmo, Roma

L’intrinseca potenza di un libro però non sempre viene compresa e utilizzata correttamente, mentre per alcuni è addirittura inaccessibile. Claire Fontaine (collettivo artistico formato da Fulvia Carnevale e James Thornhill), interpreta la citazione di Carlo Levi “i libri sono come pietre” con i suoi brickbath, in cui le copertine si fondono con frammenti di mattoni e diventano oggetti di protesta da lanciare contro le finestre rompendo i vetri, forse sono libri pietrificati, quindi inutili ma forse anche spunti violenti per risvegliare gli animi. 
Kapwani Kiwanga e Francis Offman con le loro opere ci invitano a riflettere su tragedie quasi dimenticate, portando l’attenzione sulle differenze razziali e sui soprusi che ne sono derivati. L’artista canadese con Greenbook, una serie di stampe ispirate alla guida statunitense pubblicata tra il 1946 e il 1966 che indicava i luoghi accessibili ai viaggiatori afroamericani. Offman, ruandese, crea sculture in cui i libri sono sorretti da calibri, strumenti utilizzati in Ruanda per determinare la differenza etnica durante la lotta tra Tusti e Hutu. I libri hanno la copertina celata da uno strato di caffè, simbolo del colonialismo, materia prima ruandese che viaggia in tutto il mondo senza che chi lo produce abbia la stessa libertà di muoversi.
L’approccio di Yael Bartana e Bruna Esposito è molto distante dagli altri e forse meno immediato. Entrambe lavorano con un videoe il libro sembra passare quasi in secondo piano. Per la prima, è solo un elemento di passaggio, un pezzetto di ingranaggio in un progetto più ampio e complesso, mentre per la seconda, semplice sostegno del videoproiettore, interrompendo quel dialogo fluido e armonioso che si crea tra le altre opere esposte.
Ci porta all’esterno l’intervento di Marcello Maloberti che conclude il percorso. Le finestre della facciata principale di Palazzo Ruspoli sono trasformate in pagine cartacee che giocando con la struttura muraria del palazzo, attuano plasticamente il dialogo libro-mattone. Frasi riportate su stampe giganti, alcune poetiche “LA PIOGGIA CUCE LA TERRA AL CIELO”, altre evocative “PIANGERE MAGIA”, altre criptiche “ROMA TI HO INCONTRATO PER CERCARTI”, provano ad attirare l’attenzione dei passanti distratti, tentando così un difficile dialogo tra l’opera e lo spazio pubblico. 

Francis Offman Untitled, 2023 Due parti; parte uno: acrilico, inchiostro, cotone, caffè essiccato e stucco bolognese su juta; parte due: cinque libri, caffè essiccato, calibri Parte uno: 267 x 220 cm Parte due: dimensioni variabili Ph. Daniele Molajoli Courtesy l’artista, Herald St, London e P420, Bologna
Yael Bartana Scenes from Malka Germania, 2022 ph. Daniele Molajoli Courtesy l’artista, Galleria Raffaella Cortese, Milano e Albisola Superiore, Fondazione Memmo, Roma
Yael Bartana Scenes from Malka Germania, 2022 ph. Daniele Molajoli Courtesy l’artista, Galleria Raffaella Cortese, Milano e Albisola Superiore, Fondazione Memmo, Roma
Marcello Maloberti MARTELLATE, 2023 intervento site-specific, facciata di Palazzo Ruspoli Stampa su forex, 1 pannello cm 381 x 275; 18 pannelli cm 240 x 120 Ph. Daniele Molajoli Courtesy l’artista, Galleria Raffaella Cortese Milano e Albisola Superiore, Fondazione Memmo, Roma