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Phanos Kyriacou, at. this moment | MACRO, Roma

Testo di Giulia Pollicita — at. this moment è il titolo della prima mostra personale in Italia dell’artista cipriota Phanos Kyriacou ospitata al Macro di Roma. Per l’occasione, Kyriacou ha realizzato un’installazione ideata appositamente per gli spazi del cortile interno del...

Phanos Kyriacou, at. this moment – installation view – MACRO, 2020, Courtesy l’artista / the artist – Ph. Daniele Molajoli

Testo di Giulia Pollicita —

at. this moment è il titolo della prima mostra personale in Italia dell’artista cipriota Phanos Kyriacou ospitata al Macro di Roma. Per l’occasione, Kyriacou ha realizzato un’installazione ideata appositamente per gli spazi del cortile interno del museo visitabile fino al 15 novembre. 
Il progetto espositivo – presentata all’interno della sezione Supplemento, sezione che amplia ulteriormente la costellazione di eventi e progetti del Museo per l’immaginazione preventiva – è una riflessione sul concetto di relazione articolata attraverso un gioco di incontri ed equilibrio tra forme, materiali e composizioni differenti. 

Inquadrata all’interno di uno spazio che ne enfatizza la dimensione contingente, ovvero il cortile aperto del museo, at. this moment è una riconfigurazione continua e spontanea di elementi esposti al passaggio degli spettatori e agli incessanti cambiamenti della luce che illumina il cortile dall’alto: fattori in continuo movimento che determinano una condizione di perenne transitorietà, come suggerisce la preposizione at che da il titolo alla mostra alludendo ad un tempo e un luogo momentanei. Articolandosi in tre segmenti, ciascuno caratterizzato da materiali o forme affini – come vasi ottenuti dal calco di scatole di cartone, “cuscini” in gesso disposti su supporti in legno, o tubolari in acciaio – il lavoro di Kyriacou alludono al tentativo di trasferire agli oggetti un modello soggettivo di relazione col mondo. Ogni complemento dell’opera è infatti soggetto di una relazione rispettivamente con il luogo, lo spettatore e simultaneamente con tutti gli altri elementi dell’insieme. 

Phanos ci racconta di accorpare il gesso al legno, o il bronzo al gesso e alla terracotta: perché in questo modo la durezza del legno può esaltare la morbidezza del gesso e il bronzo può contrastare le forme appena sbozzate o insolite delle sculture con il suo aspetto “tradizionale” e connesso alla storia.

Phanos Kyriacou, at. this moment – installation view – MACRO, 2020, Courtesy l’artista / the artist – Ph. Daniele Molajoli

La disposizione espansa dell’installazione imita un’architettura aperta che accoglie lo spettatore in un percorso non predefinito di attraversamenti: ciascuno dei segmenti sembra una stanza o una piattaforma di significanti visivi da incontrare passeggiandovi attraverso. Non a caso l’artista  associa a queste azioni quelle di “danzatori” che mutano in ogni momento.

La passeggiata è per antonomasia consolidamento della percezione soggettiva e scoperta dell’altro da sé e del mondo e in questo caso passeggiare costituisce anche l’aspetto performativo dell’opera di Kyriacou.
Il movimento degli spettatori rispecchia inoltre quello figurato dell’artista che si muove attraverso una serie di concetti che inquadrano le connessioni del lavoro in un glossario esposto su un lato del cortile: Narratives, Boundaries, Mapping, Objects topology, Otherness, Displaying, Stages, Tensions sono anche modi di riflettere sulla pratica espositiva e le traiettorie narrative attraverso cui si muove a sua volta il museo. Amplificato e potenziato, il significato della mostra si espande e ripercuote nei “meccanismi” stessi del sistema-museo.

at.this moment di Phanos Kyriacou nasce dall’ipotesi di incontri potenzialmente infiniti, si realizza in un campo di relazioni in continuo divenire e finisce per dissolvere il confine tra chi, o cosa, osserva e chi è osservato: la distinzione tra soggetto e oggetto viene abbattuta perché tutto quello che guardiamo ci riguarda a sua volta. 

Phanos Kyriacou, at. this moment – installation view – MACRO, 2020, Courtesy l’artista / the artist – Ph. Daniele Molajoli