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Appunti su una pittura umana – Katherine Bradford alla kaufmann repetto, Milano

Testo di C. Sidonie Pellegrino Nel tempo del vessillo identitario e della “brandizzazione” della figura dell’artista non siamo più abituati ad avere a che fare con l’anonimo.  L’impersonalità del soggetto è invece proprio quel che ci viene offerto dalla pittura magistrale di Katherine Bradford (New York, 1942) nella mostra da poco conclusasi alla galleria kaufmann […]

Testo di C. Sidonie Pellegrino

Nel tempo del vessillo identitario e della “brandizzazione” della figura dell’artista non siamo più abituati ad avere a che fare con l’anonimo.  L’impersonalità del soggetto è invece proprio quel che ci viene offerto dalla pittura magistrale di Katherine Bradford (New York, 1942) nella mostra da poco conclusasi alla galleria kaufmann repetto di Milano. 

L’esposizione, non a caso intitolata Humankind, è testimone dell’intento che guida la pittura dell’artista: i corpi che emergono dal gesto pittorico non hanno genere, etnia o età. In questa contro-individualità è ammessa l’immedesimazione: quella figura sono io, sei tu, è appunto il genere umano tutto. Proprio per questo non appena varchiamo la soglia della galleria, oltre ad essere investiti dalla luminosità vibrante dei dipinti, siamo colpiti dalla loro universalità. La pittura di Bradford è essenziale, spontanea, frutto di pennellate stese  in campiture ampie e brillanti; è soprattutto una pittura curiosa, dotata di brio.
E’ dunque profondamente umana.

Dall’allestimento della mostra è possibile estrapolare una lettura narrativa del lavoro dell’artista. Osservando la prima tela di grandi dimensioni nella sala a sinistra si assiste ad un possibile principio scenico: tre figure tinte di toni caldi sembrano confrontarsi sul da farsi – tuffarsi o meno? Le silhouettes, seppur in un primo momento esitanti, procedono nell’immergersi nei dipinti che seguono, moltiplicandosi proprio in virtù di quel principio di anonimato del soggetto. Nel procedere da un dipinto all’altro, questi corpi seguono l’imperativo di Fernando Pessoa dell’essere una “sola moltitudine”, elementi di un’unica collettività. 

Katherine Bradford, Humankind, 2024 – installation view, kaufmann repetto, Milan, Courtesy of the artist and kaufmann repetto Milan / New York – Photo: Andrea Rossetti

In alcune tele le figure sembrano essere guidate dalle stelle, unico elemento che ci permette di orientare la linea d’orizzonte del nostro sguardo. Procedendo verso le sale a destra, pian piano anche le stelle scompaiono, e così la distinzione fra terra e acqua: immersi fino al collo perdiamo i riferimenti, da qui anche le figure sembrano annaspare. 

I corpi danzanti si dissolvono e ricompaiono in preda ai frangiflutti delle onde, molte figure ci danno le spalle in uno slancio vitale verso l’ignoto: ogni figura è un angelus novus che procede imperterrito verso il futuro. Osservando Swimmers in blue orizontal, Trio of Swimmers in Blue e Figure Walking out of sea, i tre dipinti di grandi dimensioni che governano la mostra, comprendiamo le parole dell’artista nel voler “inglobare il corpo umano nella pittura, e quindi nell’acqua”. In questo vibrante blu dipinto di blu avvertiamo paura e fibrillazione: quella della Bradford è una pittura curiosa perché ci spinge oltre le Colonne d’Ercole, soglie della nostra zona di comfort.

In questo flusso costante emerge l’importanza della relazione con l’altro, elemento centrale nelle opere esposte nel piano inferiore. Qui le figure riemergono dal mare con colori audaci, le silhouettes si stringono in quelli che potrebbero essere ritratti di famiglia o spaccati del quotidiano sulla terraferma, ritornano a riveder le stelle nell’abbraccio della fratellanza umana.

Cover: Katherine Bradford, Humankind, 2024 – installation view, kaufmann repetto, Milan, Courtesy of the artist and kaufmann repetto Milan / New York – Photo: Andrea Rossetti

Katherine Bradford, Humankind, 2024 – installation view, kaufmann repetto, Milan, Courtesy of the artist and kaufmann repetto Milan / New York – Photo: Andrea Rossetti
Katherine Bradford, Offering Apples, 2024, acrylic on canvas, 183 x 152,5 cm, Courtesy of the artist and kaufmann repetto Milan / New York – Photo: Olivia Divecchia