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Joseph Beuys. Finamente Articolato | Fondazione Giorgio Cini, Venezia

Testo di Noemi Tumminelli — Per lo storico dell’arte Bernard Berenson parlare di disegno significava parlare della fonte primaria dell’ispirazione dell’artista. Ma che cosa rappresenta il disegno per Joseph Beuys? L’ultima retrospettiva dedicata al maestro tedesco, in corso a Palazzo...

Joseph Beuys Zwei Frauen, 1955 Pencil, watercolour, gouache and iron chloride on paper Image 21 x 29,5 cm – Photo: Ulrich Ghezzi – Courtesy Thaddaeus Ropac gallery, London · Paris · Salzburg · Seoul © Joseph Beuys Estate / VG-Bildkunst, Bonn 2022
Joseph Beuys Junges Pferdchen (Young Horse), 1955 – 1986 Wax cast 120 x 81,5 x 28,5 cm – Photo: Tom Carter – Courtesy Thaddaeus Ropac gallery, London · Paris · Salzburg · Seoul © Joseph Beuys Estate / VG-Bildkunst, Bonn 2022

Testo di Noemi Tumminelli

Per lo storico dell’arte Bernard Berenson parlare di disegno significava parlare della fonte primaria dell’ispirazione dell’artista. Ma che cosa rappresenta il disegno per Joseph Beuys? L’ultima retrospettiva dedicata al maestro tedesco, in corso a Palazzo Cini a Venezia, si interroga sulla sua opera giovanile restituendoci un Beuys inedito, a lungo ignorato dalla critica. 

Artista poliedrico ed eclettico non rimase mai confinato a un unico campo artistico, per tutta la vita cercò di coniugare nella sua attività l’impegno morale, didattico e politico.  Oggi viene spesso ricordato per le sue “azioni” strettamente legate al linguaggio della performance.  Eppure, la sua prima autorappresentazione come artista si condensa nei disegni realizzati tra gli anni Cinquanta e Sessanta. L’esibizione ospitata a Palazzo Cini – curata da Luca Massimo Barbero – Joseph Beuys. Finamente Articolato, prende il nome da una delle opere in mostra (Supporto per la schiena di un essere umano finamente articolato (tipo lepre) del XX secolo d.C) e raccoglie una selezione di circa quaranta lavori tra sculture e disegni. 
Beuys riconosce l’importanza del disegno già durante i suoi anni della formazione presso l’Accademia di belle arti di Düsseldorf, dove si forma con Ewald Mataré (1887-1965). Nei lavori d’esordio si concentra sul lato esistenziale della natura zoomorfa, dipingendo il mondo animale e vegetale sul modello degli schizzi e bozzetti di Leonardo da Vinci e Albrecht Dürer. Un ampio repertorio quello al quale attinge, dove possiamo trovare a livello formale riferimenti a diversi generi, dalle incisioni rupestri all’astrattismo lirico. 
Il percorso ideato per la mostra invita lo spettatore a immergersi nella sensibile poetica dell’artista, laddove i disegni prefigurano tutto l’immaginario beuysiano. 
L’artista ritrae la natura per rivelarne gli inscindibili legami con l’uomo, un’idea che giunge a maturazione quando si avvicina agli scrittori romantici come Goethe, Schiller, Hölderlin e Novalis. Nel suo itinerario artistico sarà determinante la convinzione che «sia impossibile un’attività artistica senza una presa di coscienza con la natura».
Osservando le raffigurazioni della volpe, del cavallo o della lepre noteremo come ci sia una continuità iconografica nella sua produzione e come tali soggetti da forme bidimensionali prendano vita in seguito nelle performance

Joseph Beuys Backrest for a fine-limbed person (hare- type) of the 20th century AD, 1972-1982 Backrest Iron Cast, vitrine Backrest 15 x 94 x 45 cm – Photo: Charles Duprat – Courtesy Thaddaeus Ropac gallery, London · Paris · Salzburg · Seoul © Joseph Beuys Estate / VG-Bildkunst, Bonn 2022

Le figure sembrano quasi abbozzate nei fogli, rese attraverso l’assenza di volumi, degli effetti di chiaroscuro e di una linea spezzata che non chiude mai i contorni. Una posizione di rilievo assumono le immagini antropomorfiche, come ad esempio Donna Animale (1961). Si tratta di figure ibride che uniscono la protesi, l’uomo e l’animale e mostrano un rinnovato spirito di convivenza tra gli esseri umani. Beuys indaga il corpo femminile, sia in pittura che in scultura, restituendoci la visione di una moderna Venere. Insiste su dettagli anatomici in modo deliberatamente provocante ma senza soffermarsi troppo su di essi. I corpi si muovono liberi nello spazio, come ad esempio in Due Donne (1955) dove le sagome sono cariche di valenze estetiche e di significati da riconnettere a miti, credenze e forse primigeni culti religiosi. Il dipinto ci permette di sottolineare un altro aspetto importante nel processo di produzione, ovvero la sperimentazione di diverse tecniche come l’ossidazione dei pigmenti e l’impiego di particolari colori a tempera (il guazzo, per esempio). 
I disegni dialogano in mostra con le sculture di piccole dimensioni, esposte dentro delle teche. La scelta dell’allestimento richiama l’interesse di Beuys per il museo naturalistico, dove gli oggetti sono esposti all’interno di appositi dispositivi di protezione che permettono allo spettatore di potere osservare i manufatti in toto. Inoltre, il ricorso alle vetrine diviene usuale per l’artista stesso che alla fine dagli anni Settanta progetta delle bacheche per conservare i materiali impiegati nelle sue performance
Le sculture a tuttotondo riportano le stesse date dei disegni creando un parallelo tra i due generi artistici sia per affinità tematica che formale. Nei lavori ritroviamo le stesse istanze, si coglie con chiarezza il metodo sineddotico della rappresentazione, per cui il tutto viene rappresentato attraverso la sua parte essenziale. 
Pensando alla sua produzione nell’insieme, e in particolare a quella non solo delle performance ma delle lavagne e dei diagrammi, osserveremo come tutto in Beuys cominci dal disegno e al disegno ritorni. 

Joseph Beuys. Finamente Articolato
a cura di Luca Massimo Barbero
Dal 20 aprile al 2 ottobre 2022
Palazzo Cini, Dorsoduro 864 (Venezia). 

Joseph Beuys Badewanne für eine Heldin, Guß 1984 Figur (Ofen), 1950, Wanne 1961, Bronze, Bleiplatte, Tauchsieder 31 x 7,8 x 7,5 cm 9,7 x 33,4 x 15,4 cm – Photo: Charles Duprat – Courtesy Thaddaeus Ropac gallery, London · Paris · Salzburg · Seoul © Joseph Beuys Estate / VG-Bildkunst, Bonn 2022
Joseph Beuys Hirsch (Stag), 1956 Watercolour on paper Sheet 19 x 28 cm – Foto: Tom Carter – Courtesy Thaddaeus Ropac gallery, London · Paris · Salzburg · Seoul © Joseph Beuys Estate / VG-Bildkunst, Bonn 2022
Joseph Beuys Hirschkuh mit Jungem (Doe with Calf), 1948 Bronze 17,2 x 56,8 x 1,2 cm – Photo: Jessyka Beuys – Courtesy Thaddaeus Ropac gallery, London · Paris · Salzburg · Seoul © Joseph Beuys Estate / VG-Bildkunst, Bonn 2022