Al PAC di Milano tre generazioni di artisti cinesi

"La mostra si apre con una sciabolata di idiogrammi sporchi di Liao Guohe e si chiude con due quadri impeccabili, psichedelici e ieratici di Li Shurui. Pittura optical, in movimento, che si rifiuta di star ferma."
9 Luglio 2015

  • L'installazione di Li Shirui vista con l'app Jing Shen sviluppata da Bepart.
  • JING SHEN The Act of Painting in contemporary China, PAC di Milano
  • Kan Xuan, Sutra of Perfect Enlightenment, 2009, Video installation Courtesy of the artist
  • XU Zhen (Produced by MadeIn Company), MadeIn Curved Vase-Famille-rose Vase with Butterflies and Peach Blossom Design, Yongzheng Period, Qing Dynasty, 2013, Installation, Porcelain, 23 x 23 x 41 cm Courtesy and image credit: Xu Zhen (Produced by MadeIn Company)
  • XU Zhen (Produced by MadeIn Company), Under Heaven-20120730, 2012, Oil on canvas, aluminum board, 200 x 140 x 15 cm,Courtesy of the DSL Collection
  • Wang Gongxin, Forward, 2008, Video installation (6-channel video, project on 9 screens), color, no sound, 2’05’’
  • Wang Gongxin, Forward, 2008, Video installation (6-channel video, project on 9 screens), color, no sound, 2’05’’
  • BIRDHEAD (Ji Weiyu and Song Tao), For a Bigger Photo-1, 2015, Photograph, Gelatin Silver Print, Paint, Wood, 107 x 155 cm 107 x 155 cm Courtesy of artist and ShanghART

Inaugura oggi al PAC di Milano la mostra “JING SHEN The Act of Painting in contemporary China” a cura del comitato scientifico del PAC – Massimo Torrigiani, Davide Quadrio, Ilaria Bonacossa, Defne Ayas e Diego Sileo. Fino al 6 settembre 2015, lo spazio espositivo ospita dipinti, grandi installazioni, disegni, sculture e video che raccontano la specificità del gesto pittorico in Cina tra tradizione e contemporaneità.

Nella cultura cinese la pittura ha un ruolo eccezionale. Basti pensare che in Cina scrivere è dipingere. E viceversa. Per artisti, critici, curatori, collezionisti e pubblico, la pittura è ed è sempre stata un dispositivo privilegiato per riflettere e comprendere il mondo e l’arte. È un mezzo che produce ancora riflessioni e risultati di largo e profondo significato. Ha un’influenza tanto pervasiva da affiorare e informare di sé non solo tele o carta, ma anche installazioni, performances, scultura, video e opere digitali.

Jing Shen. L’atto della pittura nella Cina contemporanea analizza – attraverso un punto di vista completamente inedito – l’emergere di temi e modi tipici dell’arte classica cinese nel lavoro di venti artisti di tre diverse generazioni. Non una mostra di quadri – o non solo – ma una mostra sul rapporto che la pittura intrattiene con altri linguaggi; sulla sua essenzialità all’interno di un universo culturale.

Gli artisti in mostra: Birdhead, Chen Shaoxiong, Ding Yi, Guo Hongwei, He Xiangyu, Kan Xuan,  Lee Kit, Li Huasheng, Li Shurui, Liao Guohe, Lin Ke, Qiu Zhijie, Su Xiaobai,  Tang Dixin, Wang Gongxin, Wu Chi-Tsung, Xu Zhen, Yan Pei-Ming, Zhang Enli, Zhao Zhao

Marco Tagliafierro ha posto alcune domande a Massimo Torrigiani

Marco Tagliafierro: Una grande presenza a segno bianco su fondo di colore nero ed un’altra nera su fondo di colore bianco caratterizzano le locandine affisse un po’ in tutta Milano, devo dire che questa esperienza visiva non mi ha lasciato indifferente, cosa posso aspettarmi dalla mostra?

Massimo Torrigiani: Grazie Marco. La grafica è di Tommaso Garner, col quale stiamo lavorando a tutte le mostre che facciamo e faremo al PAC. Jing Shen è stranamente varia e stranamente omogenea. Abbiamo voluto annunciarla in maniera enigmatica – ci piaceva l’dea che non si capisse nulla di quello che c’è scritto sul manifesto, a meno di non esserne attratti e di avvicinarsi per leggerlo, ma che se ne percepisse il senso. Fa riferimento al rapporto tra pittura e scrittura nella cultura cinese, e all’idea centrale della mostra: il gesto, l’atto di dipingere e di fare arte. Secondo noi è il crocevia dal quale guardare l’arte in quella parte del mondo; di coglierne l’importanza, anche per noi. Quella che vedrai è una mostra non convenzionale, lo specchio di anni di ricerca e di relazioni, e della voglia di condividere spunti e scoperte.

Marco Tagliafierro: Sensibile a questo richiamo magico, posso immaginare elaborazioni di simboli ideogrammatici in un rapporto sintattico – ritmico, spaziale, plastico – con lo spazio espositivo?

Massimo Torrigiani: Direi di sì, nella disposizione e nella rifrazione tra i lavori, più che nei contenuti superficiali delle opere. La mostra si apre con una sciabolata di idiogrammi sporchi di Liao Guohe e si chiude con due quadri impeccabili, psichedelici e ieratici di Li Shurui. Pittura optical, in movimento, che si rifiuta di star ferma. Di caratteri cinesi ce ne son pochi, e quando ci sono, sono impermanenti – come in Kan Xuan – o impertinenti. Le eredità son lì per essere spese, a volte sprecate.

Marco Tagliafierro: Le mie aspettative possono comprendere forme dilatate di questi ideogrammi, oppure  frammenti ingigantiti degli stessi?

Massimo Torrigiani: Mi auguro che tu abbia la sensazione di essere di fronte a cose che non hai ancora visto, che ti seducano e ti facciano sentire la persona più importante lì dentro: lo spettatore che completa il ciclo dell’opera e dà vita alla mostra. La persona che, volendo, ha la responsabilità più alta di fronte a un’opera d’arte: quello di lasciarsene affascinare e farla sua. Anche abbandonandosi a una stupenda e radicale incomprensione.

Massimo Tagliafierro: Oppure posso lasciarmi andare evocando moduli fantastici spaziotemporali, in un pullulare di segni ripetuti, fratti, sovrapposti?

Massimo Torrigiani: Per Din Yi la ripetizione è la più alta forma di cambiamento. Vedrai una selezione di suoi lavori su carta bellissimi, e di ventagli, che ha dipinto soltanto quando ha iniziato – e che sono in mostra per la prima volta. I gesti ripetuti, di matrice proto-industriale di Xu Zhen e della sua casa di produzione MadeIn Company rimandano a un’idea di arte come artigianato, come attività che risponde alla logica della domanda e dell’offerta.

Massimo Tagliafierro: La squisita astrazione della sapienza che diviene gusto, conoscenza degli uomini e delle stagioni storiche, distacco, ironia, affetto, dissacrazione, benevolenza e, infine, poesia che rinasce intatta, al di là del fluire degli uomini e delle circostanze contingenti, è una cifra della contemporaneità?

Massimo Torrigiani: Detto così, me l’auguro di cuore, caro Marco.

BIRDHEAD (Ji Weiyu and Song Tao),   For a Bigger Photo-2,   2015,   Photograph,   Gelatin Silver Print,   Paint,   Wood,   107 x 155 cm 107 x 155 cm Courtesy of artist and ShanghART

BIRDHEAD (Ji Weiyu and Song Tao), For a Bigger Photo-2, 2015, Photograph, Gelatin Silver Print, Paint, Wood, 107 x 155 cm 107 x 155 cm Courtesy of artist and ShanghART

XU Zhen (Produced by MadeIn Company),   Under Heaven-20120730,   2012,   Oil on canvas,   aluminum board,   200 x 140 x 15 cm?Courtesy of the DSL Collection

XU Zhen (Produced by MadeIn Company), Under Heaven-20120730, 2012, Oil on canvas, aluminum board, 200 x 140 x 15 cm?Courtesy of the DSL Collection

Tang Dixin,   Humanlike,   2013,   Oil on canvas,   80 x 80 cm - Courtesy of the artist and AIKE-DELLARCO

Tang Dixin, Humanlike, 2013, Oil on canvas, 80 x 80 cm – Courtesy of the artist and AIKE-DELLARCO

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