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Jacopo Tomassini e la pervasività delle immagini

[nemus_slider id=”72263″] — Testo di Livia Sperandio — Saremmo in grado di descrivere e identificare i significati di tutte le immagini su cui la nostra vista ha inciampato nella giornata di oggi? Quale relazione instauriamo con questa tipologia di fotografie...

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Testo di Livia Sperandio

Saremmo in grado di descrivere e identificare i significati di tutte le immagini su cui la nostra vista ha inciampato nella giornata di oggi? Quale relazione instauriamo con questa tipologia di fotografie e che tipo di processo innescano nella nostra mente?
Jacopo Tomassini, attraverso la sua mostra personale Brain Draining – presentata dalla galleria Ex Elettrofonica di Roma e visitabile fino al 9 febbraio 2018 – racconta una nuova dimensione possibile per il patrimonio comunicativo contemporaneo manipolandone la forma in favore di una condizione scultorea, oggettuale.

Brain Draining è anche il titolo della performance che si è svolta durante l’opening. L’azione interpretata da Daniele Natali consiste nell’utilizzo di un soffiatore su migliaia di foto-volantini disposti sul pavimento della galleria; il rumore prodotto dallo strumento è assordante e il gesto stesso risulta ripetitivo e in qualche modo inutile. Le riproduzioni cartacee, raccolte da contesti politico-sociali, pubblicitari, web, subiscono il destino comune di essere spazzate via come foglie secche, accumulandosi tra di loro in un ammasso confuso ma familiare, abbandonate alla variabilità del moto dell’aria.
La perfomance è riportata in mostra come documento video trasmesso da un tablet instabilmente sorretto da una cornice che si regge su una piccola scala, accanto ben riposta c’è anche la tuta da operario indossata dal performer; così la testimonianza prende le sembianze di assemblaggio e si traduce in installazione.

Entrando nella galleria si ha la percezione che sia appena successo qualcosa; il soffiatore appoggiato sul pavimento tra le innumerevoli cartoline, fa da specchio al ritratto di una donna che si copre gli occhi con una mascherina da notte in segno di schermo e protezione dal confusionario vortice di informazioni. Lo spazio espositivo

Jacopo Tomassini, Brain Draining - Galleria Ex Elettrofonica di Roma - Installation view
Jacopo Tomassini, Brain Draining – Galleria Ex Elettrofonica di Roma – Installation view

sembra essere stato disegnato in funzione di questo lavoro; le pareti infatti diventano pavimenti arrotondando le proprie forme senza soluzione di continuità e creando un fondale, come un limbo fotografico su cui i leggeri ritagli di carta si distribuiscono liberamente quasi a volersi congiungere con la serie di fotografie disposte a parete.

La superficie del quotidiano è l’ambito di studio dell’artista che si nutre delle stesse immagini a cui tutti, comunemente, siamo sottoposti; attraverso uno sguardo acuto seleziona, trattiene, decontestualizza e infine costruisce. Lavorando sulla saturazione provocata nella mente dal bombardamento figurativo figlio dello scroll and refresh, Tomassini preleva alcuni documenti visuali e li assembla insieme ad oggetti provenienti da un archivio personale, li ingabbia e li reinterpreta in senso scultoreo, quasi totemico, attivando un singolare cortocircuito del significato.
Il ragionamento sull’assemblaggio non vede il confine della cornice; questa è inglobata nel lavoro, avvolta in una retina per le arance, si rende parte attiva e non più sterile contenitore.
In questo lavoro è innescato un equilibro precario tra il binomio rivelare/nascondere. Tutto il materiale è potenzialmente visibile ma contemporaneamente è animato da una tempesta; possiamo quindi cercare di seguirne il movimento e captarne la forma ma non ne intuiamo veramente il significato, da qui deriva il sentimento di ricerca della limpidezza. Il dualismo si manifesta a livello formale tramite le linee di forza che si contrappongono nella composizione dinamica delle fotografie guidando piacevolmente lo sguardo, lo stesso discorso è avvalorato sul piano concettuale; vengono rappresentati oggetti astratti dalla loro destinazione e chiamati ad interagire con altri, immagini arrotolate su se stesse sono costrette in una nuova forma in cui la loro funzione è interrotta e cambiata, si svelano solo in parte.

Jacopo Tomassini elabora un linguaggio che è fortemente connotato dal gesto; i suoi lavori sono il risultato sospeso di un’azione performativa; un esercizio giornaliero e poetico alimentato dalla forte necessità di rigenerare e reiventare i contenuti visivi, definendo un nuovo panorama di rimandi.

Jacopo Tomassini, Untitled (forced) - Brain Draining - Galleria Ex Elettrofonica di Roma
Jacopo Tomassini, Untitled (forced) – Brain Draining – Galleria Ex Elettrofonica di Roma
Jacopo Tomassini, Untitled - Brain Draining - Galleria Ex Elettrofonica di Roma copia
Jacopo Tomassini, Untitled – Brain Draining – Galleria Ex Elettrofonica di Roma copia