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Iva Lulashi, Where I end and you begin | Prometeo Gallery, Milano

Testo di Noemi Tumminelli — “È necessario mettere in discussione l’immaginario sessuale moderno dominante”, segnala Paul B. Preciado, evidenziando come nella società dello spettacolo i cambiamenti del linguaggio pornografico abbiano trasformato il nostro modo di desiderare e di amare. La ricerca artistica di Iva Lulashi (Tirana, 1988) apre alla riflessione su una nuova e contemporanea […]

Iva Lulashi, Where I end and you begin, 2023, Installation view at Prometeo Gallery Ida Pisani, Milano. Courtesy the artist and Prometeo Gallery Ida Pisani, Milano-Lucca, Ph. Erjola Zhuka

Testo di Noemi Tumminelli

“È necessario mettere in discussione l’immaginario sessuale moderno dominante”, segnala Paul B. Preciado, evidenziando come nella società dello spettacolo i cambiamenti del linguaggio pornografico abbiano trasformato il nostro modo di desiderare e di amare. La ricerca artistica di Iva Lulashi (Tirana, 1988) apre alla riflessione su una nuova e contemporanea rappresentazione dell’erotismo e della sessualità, cercando di sradicare quella visione patriarcale radicata nella cultura occidentale. 
Prometeo Gallery ospita l’ultima retrospettiva dedicata all’artista albanese, dal titolo Where I end and you begin. Per la sua terza mostra personale in galleria viene presentata la sua ultima serie di dipinti.  “Un vero e proprio colpo di fulmine”, così definisce in un’intervista la direttrice Ida Pisani il suo primo incontro con le opere della Lulashi, che vede – su consiglio di un giovane artista della sua scuderia, Edson Luli – per la prima volta nello studio del collezionista Giuseppe Iannaccone nel 2018. 
Individualità, erotismo, malinconia, memoria collettiva e personale sono alcuni dei temi che la pittrice affronta nelle sue tele. Dipingere è “indispensabile” per la Lulashi che inizia a disegnare fin da piccola, ma sarà lo studio all’Accademia di Venezia prima e le diverse esperienze all’estero poi che la porteranno a definire il suo immaginario poetico. 
La sua pratica si concentra sul trasportare sulla tela dei frames tratti dalle molteplici fonti digitali accessibili nel web, come le pubblicità, le pellicole d’autore o i documentari. Sovverte il significato originario di questi fotogrammi, decontestualizzandoli e restituendo una nuova chiave di lettura. Insita è la critica mossa alla significativa proliferazione delle immagini attraverso i mass-media e la loro fruizione da parte del pubblico. La Lulashi guarda ai maestri del passato ma anche ai contemporanei Edi Hila e Adrian Paci, con i quali condivide il sentimento nostalgico verso il proprio paese d’origine. Da bambina si trasferisce con la sua famiglia in Italia, a Pordenone; pertanto, vive l’Albania attraverso i pochi ricordi dell’infanzia e i racconti dei genitori. 
È questa continua tensione verso il suo passato a dare forma ai suoi primi lavori, come il ciclo Eroticommunism, che riflettono il clima sociale e politico instaurato nell’ultima fase del regime dittatoriale di Enver Hoxha, quando la nazione verteva in uno stato di isolazionismo, censura e proibizionismo. 

Iva Lulashi, Where I end and you begin, 2023, Installation view at Prometeo Gallery Ida Pisani, Milano. Courtesy the artist and Prometeo Gallery Ida Pisani, Milano-Lucca, Ph. Erjola Zhuka

Allora aveva preso spunto da alcuni materiali audiovisivi realizzati tra gli anni Settanta e Ottanta del Novecento nel suo paese natale, mentre per la sua recente produzione attinge a un repertorio più ampio, quello degli archivi immateriali di filmati pornografici che circolano sulla rete. I soggetti catturati nei suoi dipinti sono principalmente ragazze adolescenti che appaiono come figure malinconiche, vulnerabili ed esposte. Se per secoli l’iconologia del corpo femminile è andata codificandosi esclusivamente attraverso lo sguardo maschile, impedendo una logica intersoggettiva e differenziata, la Lulashi non rifiuta la sua rappresentazione, piuttosto la sfrutta in modo provocante rivendicando la sua l’autonomia e identità. 
Ancor più che nelle serie precedenti in quest’ultimo nucleo di opere l’erotismo a volte è spregiudicato come in La Casa Viola…(2023) o sempre più esplicito in Do you feel my heart? (2022). Tre figure ritratte di spalle si scoprono il fondoschiena di fronte al mare (A volte si usciva, 2023), mentre più provocatoria è l’inquadratura dell’organo femminile di una donna appesa a testa in giù in Fors’anche ridendo (2023). 
Edi Muka nel testo critico di accompagnamento alla mostra riporta come in questi lavori “il confine tra innocenza e dissolutezza, desiderio e piacere, curiosità e abuso” si sia dissolto e dissipato. Atmosfere sospese ed evanescenti rese anche dalla particolare gamma cromatica utilizzata che contribuisce a sviluppare una dimensione atemporale. Esemplificativi sono Oh giardino che non vedrò (2023) e Come disarmarti, anima mia (2023) dove il senso di precarietà e incertezza è accentuato dal sentimento d’attesa tra i personaggi. 
Diversi sono i primi piani, spesso di dimensioni ridotte, tra cui Inesorabile blu (2023) o Stormi dietro la fronte (2023) in cui raffigura il volto di un uomo. I corpi che abitano le sue tele sono immobili, colti nella possibilità di un’azione che potrebbe accadere o è appena accaduta, da questo deriva una sequenza di immagini in cui la narrazione è volutamente enigmatica e a tratti inquietante. 
La pittura della Lulashi lascia un retropensiero dolce-amaro, eppure, parla a ognuno di noi, ai nostri desideri più nascosti, consentendo al pubblico un’interpretazione aperta delle sue ossessioni. 

Iva Lulashi, Where I end and you begin, 2023, Installation view at Prometeo Gallery Ida Pisani, Milano. Courtesy the artist and Prometeo Gallery Ida Pisani, Milano-Lucca, Ph. Erjola Zhuka