“La fotografia è solo lo stadio attuale della storia visiva dell’uomo”: Irving Penn alla Cardi Gallery

L’eleganza senza tempo degli scatti di Irving Penn è la chiave del mistero che li rende sempre attuali e sempre pronti a interrogare e a coinvolgere chi li guarda.
22 Novembre 2021
CARDI GALLERY – Installation View – IRVING-PENN – ph: Tommaso Logorio
Irving Penn, Orchid: Rhyncholaelia digbyana, New York, 1969 © Condé Nast

Testo di Carla Tozzi

Dopo più di trent’anni le fotografie di Irving Penn tornano in Italia alla Cardi Gallery di Milano. 
L’eccezionalità di questa mostra è sottolineata anche dal fatto che pur essendo più legata ad altri movimenti e ad altri medium artistici, la Cardi Gallery ha strettamente collaborato con The Irving Penn Foundation per portare a Milano i celebri scatti del fotografo statunitense. Si tratta perciò di un’occasione eccezionale per ammirare alcune delle sue fotografie più conosciute ma anche per scoprire le molte sfaccettature del suo lavoro.
La mostra si articola in sezioni ben definite sia a livello cronologico che tematico nell’ampio spazio al piano terra della galleria, per proseguire al primo piano con un secondo prezioso nucleo di opere.

La carriera di Irving Penn ha inizio nell’ambito di studi artistici pittorici e di più ampio raggio presso il Philadelphia Museum School of Industrial Art. Qui tra i suoi insegnanti c’è Alexey Brodovitch, allora direttore di Harper’s Bazaar, che lo introduce al mondo della moda negli anni Trenta inserendolo nella rivista come artista commerciale. Qualche anno più tardi entra nella redazione di Vogue, dove Alexander Liberman lo incoraggia a intraprendere il percorso della fotografia professionale di moda. Non è un caso che uno dei suoi primi scatti a colori fu scelto per come copertina di Vogue. Liberman definì le foto di Irving Penn “stoppers” – mozzafiato e ammalianti, in grado di catturare l’attenzione anche dello spettatore più distratto.

Da lì in avanti una sequenza di oltre centocinquanta copertine per Vogue e innumerevoli editoriali di moda in cui risaltano l’occhio raffinato e lo stile pulito di Penn, nella ricerca della semplicità formale e nell’uso impeccabile della luce naturale. Ogni dettaglio è studiato nella sua autenticità visibile, la resa grafica delle pose, degli abiti, degli accessori e dei volti.

Il lavoro fotografico di Irving Penn è strettamente connesso allo spazio dello studio, anche nei suoi viaggi era solito portare con sé una tenda apposita, così da poter avere sfondi neutri bianchi, scuri o, come uno dei suoi preferiti, con leggere nuvole dipinte nei toni del grigio.
Che si tratti di foto di moda o dei suoi viaggi di esplorazione in giro per il mondo l’obiettivo di Penn segue la grammatica di un linguaggio visivo essenziale: interessante è il dialogo al piano terra della galleria tra le opere Dahomey Children del 1967, Tambul Warrior del 1970, Young Enga Couple o Early Hippies e Hell’s Angels scattate negli stessi anni e fotografie come l’iconica Black and White Vogue Cover (1950).

Irving Penn, Still Life with Triangle and Red Eraser, New York, 1985 © The Irving Penn Foundation
CARDI GALLERY – Installation View – IRVING-PENN – ph: Tommaso Logorio

Le fotografie di moda sono quelle che hanno reso Irving Penn celebre in tutto il mondo, ma è impossibile non riconoscere la sua sensibilità grafica e scultorea dei suoi innovativi Still Life, di cui in mostra sono presenti alcuni dei più noti soggetti: la decadenza della serie Cigarettes, che monolitica recita un memento mori a chi la guarda (Penn era un sostenitore della lotta contro il tabacco, nonostante il fumo fosse ampiamente accettato socialmente), e la sfavillante vitalità dei fiori sbocciati della serie Flowers, iniziata nel 1967 e proseguita fino agli anni Novanta.
L’ultima parte della mostra è dedicata ai ritratti e al suo legame speciale con l’Italia: Penn andò a Napoli per la prima volta durante la Seconda Guerra Mondiale come autista di ambulanze. Non solo si innamorò della bellezza della penisola, ma entrò in contatto con la cultura italiana e con la storia di questa nazione. 

Nei ritratti, la percezione e la rappresentazione del soggetto superano, a volte fino a modificarla, la singolarità del soggetto in quanto persona per inserirlo nel contesto della società, dei codici sociali, culturali, di comportamento, di bellezza. Straordinari ritratti di artisti, scrittori, architetti, attori, registi italiani (tra gli altri Italo Calvino, Giorgio De Chirico, Marella Agnelli, Elsa Schiaparelli, Sofia Loren, Franco Albini, Gio Ponti, Luchino Visconti, Roberto Rossellini e Anna Magnani) si affiancano nell’esposizione a fotografie che raccontano un dopoguerra che allora stava per iniziare, creando un nucleo narrativo denso e significativo.

Penn ha fotografato una grande varietà di personaggi, oggetti, volti nel corso della sua lunga carriera (muore a 92 anni nel 2009), con un approccio alla fotografia artistico e innovativo quando la fotografia aveva ancora forte valore documentaristico e di mezzo di comunicazione.

L’eleganza senza tempo degli scatti di Irving Penn è la chiave del mistero che li rende sempre attuali e sempre pronti a interrogare e a coinvolgere chi li guarda.

CARDI GALLERY – Installation View – IRVING-PENN – ph: Tommaso Logorio
Irving Penn, Bee (A), New York, 1995 © The Irving Penn Foundation
CARDI GALLERY – Installation View – IRVING-PENN – ph: Tommaso Logorio
Irving Penn, Self-Reflection (A), Italy, 1944 © The Irving Penn Foundation
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