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Intervista con Bea Bonafini, vincitrice dell’ ALA Art Prize 2023

Da pochi giorni è visitabile, nella sede ALA di Napoli, l’opera vincitrice dell’edizione 2023 di ALA Art Prize: “Acque, Amare” di Bea Bonafini. L’opera è strettamente connessa con l’immaginario partenopeo e con l’idea di ecosistema marino come coacervo di cultura e tecniche. Il lavoro fonde insieme narrazioni e leggende del Mediterraneo e di Napoli: l’artista […]

Bea Bonafini Acque, Amare 2023 detail ALA SpA Headquarter © Amedeo Benestante Courtesy ALA SpA

Da pochi giorni è visitabile, nella sede ALA di Napoli, l’opera vincitrice dell’edizione 2023 di ALA Art Prize: “Acque, Amare” di Bea Bonafini. L’opera è strettamente connessa con l’immaginario partenopeo e con l’idea di ecosistema marino come coacervo di cultura e tecniche. Il lavoro fonde insieme narrazioni e leggende del Mediterraneo e di Napoli: l’artista fa riferimento alla figura di Partenope, la sirena che lasciandosi morire sulle coste del golfo della città ne divenne protettrice e alla sua doppia natura di donna e pesce, il cui mito è strettamente legato alla fondazione di Napoli e alle sue più antiche tradizioni. 

L’opera è stato selezionata dal Comitato Scientifico composto da Giovanni Carmine, Direttore della Kunst Halle di San Gallo e curatore di Art Basel Unlimited,  Eugenio Viola, Chief Curator del MAMBO di Bogotà e Alessia Volpe, curatrice indipendente e Direttrice della Galleria Ciaccia Levi di Parigi.

Seguono alcune domande a Bea Bonafini —

Elena Bordignon: Una delle peculiarità dell’ALA Art Prize è quella di far si che l’arte diventi una presenza quotidiana nella vita dell’azienda. La tua opera ‘vivrà’ in contatto con chi frequenta la sede di ALA a Napoli. Acque, Amare nasce dall’immaginario di un luogo sia reale che immaginario. Mi racconti dove è nata l’idea dell’opera?
Bea Bonafini: Nel corso degli anni ho raccolto diversi frammenti dell’immaginario mediterraneo, che spesso riemergono nei miei lavori. Il Mediterraneo è ricco di leggende e figure mitologiche. Presenta notevoli somiglianze tra i vari luoghi che vi si affacciano, permettendo all’immaginazione artistica di librarsi in un mondo coloratissimo e popolato da creature ibride. La mia ricerca artistica trova le sue radici in questa sensibilità comune. Acque, Amare è un punto di ritrovo di esseri che vengono da mondi diversi, che attraversano le acque del Mediterraneo e giungono negli spazi di ALA per trasformarsi in un superorganismo.

Bea Bonafini Acque, Amare 2023 detail ALA SpA Headquarter © Amedeo Benestante Courtesy ALA SpA
Bea Bonafini Acque, Amare 2023 ALA SpA Headquarter © Amedeo Benestante Courtesy ALA SpA

EB: Il titolo dell’opera sembra un gioco di parole: acque amare, dunque qualcosa legato ad un gusto, appunto l’amaro, o il verbo amare. Mi spieghi perchè hai scelto questo titolo?
BB: Sono attratta dagli aspetti dualistici, dalle situazioni paradossali e dalle contraddizioni: l’altra sponda di un mare, l’altro lato della medaglia, l’alter ego. Il titolo richiama la forza magnetica ed emotiva del mare per le comunità che lo abitano, trasformandosi in un sentimento di amore e dipendenza profondo. Tuttavia, è anche un ecosistema ostile e pericoloso, in cui è impossibile sopravvivere a lungo. Non conoscendolo a fondo, rimane un universo misterioso, quasi come un gusto familiare ma al contempo alieno.

EB: Nelle tue opere è sempre presente il corpo umano, spesso rappresentato assieme ad altri corpi legati, intrecciati. In Acque, Amare, i corpi si intrecciano all’ambiente acquatico. Dove hai tratto ispirazione per le forme che compongono l’opera?
BB: La composizione, seppur fluida e frammentata, trae ispirazione dalla forma a spirale delle conchiglie e dai nodi marinari. Le forme sono in costante evoluzione, intendevo farle scorrere e rendere difficile afferrarle con lo sguardo. L’accenno alla sirena fa riferimento alla leggenda di Partenope, insieme ai racconti dei marinai e ad alcune ceramiche di Vietri che la raffigurano. Lasciando vuoti gli spazi degli occhi delle creature, gioco anche con l’apparizione della maschera, quasi per permettere all’immaginazione di indossarla.

EB: In merito alla tecnica di realizzazione dell’arazzo, mi racconti la sua genesi e costruzione? 
BB:Anni fa ho cominciato a prediligere tecniche che mi permettessero di giocare con la pittura utilizzando metodi simili alla scultura e usando materiali soffici. Mi sono ispirata alle tecniche tradizionali degli arazzi e degli intarsi di marmo e di legno. Questo arazzo è il risultato dell’intarsio di varie sezioni tessili, prima sagomate e poi ricollegate fra loro. Queste superfici vengono poi completate con i pigmenti di pastello. Ho sottratto parecchio materiale al lavoro lasciando molti spazi vuoti, cercando una leggerezza che potesse contrastare la densità delle forme intrecciate.  


ALA Art Prize è un’iniziativa ALA For Art, progetto che lega gli imprenditori Fulvio Scannapieco e Vittorio Genna, alla guida del Gruppo ALA, all’arte contemporanea.
La nuova opera e la collezione ALA sono visitabili nella sede ALA di Napoli, negli spazi del Teatro Mediterraneo nel Parco della Mostra d’Oltremare, a partire dal 28 settembre con prenotazione all’indirizzo: alaforart@alacorporation.com.

Bea Bonafini Acque, Amare 2023 detail ALA SpA Headquarter © Amedeo Benestante Courtesy ALA SpA
Bea Bonafini Acque, Amare 2023 detail ALA SpA Headquarter © Amedeo Benestante Courtesy ALA SpA