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Internal affairs | Tobias Putrih da Pinksummer

Testo di Arianna Maestrale — Per la sua quarta personale, lo sloveno Tobias Putrih è tornato da Pinksummer lo scorso 1 ottobre e resterà in mostra fino al 15 gennaio nel bianco assoluto della galleria genovese. Un coro di foto d’archivio su lastre da stampa offset — installate su forme slanciate di legno semplice — […]

Internal affairs – Tobias Putrih da Pinksummer – Installation view – Foto Alice Moschin, courtesy l’artista e Pinksummer, Genova
Internal affairs – Tobias Putrih da Pinksummer – Installation view – Foto Alice Moschin, courtesy l’artista e Pinksummer, Genova

Testo di Arianna Maestrale —

Per la sua quarta personale, lo sloveno Tobias Putrih è tornato da Pinksummer lo scorso 1 ottobre e resterà in mostra fino al 15 gennaio nel bianco assoluto della galleria genovese. Un coro di foto d’archivio su lastre da stampa offset — installate su forme slanciate di legno semplice — ricostruisce e porta in scena un momento collettivo attraverso un ricordo ricostruito. È il ricordo, o la nostalgia, del primo dopoguerra in Jugoslavia. Dell’entusiasmo del lavoro, e della semplicità di un progresso che infondeva fiducia. L’artista Tobias Putrih ricostruisce con innocenza la Jugoslavia non allineata di Tito e riporta il ricordo idealizzato di una situazione utopica; della magia particolare di uno spazio politico ne-utrum (nessuno dei due): né del tutto URSS, neanche lontanamente USA. Nel periodo dove più che mai vigeva l’aut-aut, in guerra fredda.

Le nove immagini che l’artista ha raccolto da archivi giornalistici della Ex Jugoslavia sono presentate su lastre da stampa offset perché Pinksummer ne ha fatto una pubblicazione — edizioni Pinksummer — a tiratura limitatissima. E in mostra, significativamente, sono installati quelli che a tutti gli effetti potremmo definire gli scarti di produzione, i ritagli poco utili all’organizzazione produttiva, ma che senza dubbio attribuiscono alla mostra una poetica speciale, molto in linea con il Putrih dei grandi allestimenti con imballaggi in cartone, ma qui in chiave meno monumentale, certamente più privata e poetica. Gli “stativi” sono combinazioni eleganti di tralci di legno semilavorato e strumenti di misurazione, e riportano alla realtà di un mondo di semplicità e lavoro. A colorare il ricordo, qui e là, è la cifra personale dell’artista, il colore fluo applicato in maniera discontinua sui dorsi laterali di alcuni legni. Stesso arancione fluorescente della scultura plastica che si trova nella stanzina, un vero “pezzo da Novanta”, tra i primi di Putrih. 

Internal affairs, laddove questo “internal” è un concetto tutto da esplorare: non più solo all’interno della dimensione politica, ma nella memoria collettiva che si è fatta personale per poi offrirsi al pubblico. Ecco perché le foto stampate in azzurro sull’argento riflettente delle lastre evocano ricordi anche in noi che non abbiamo vissuto nell’Ex Jugoslavia, ma abbiamo immaginato utopie.

I cartoni di Putrih non sono assenti, comunque, da Internal affairs: sono piatti, incorniciati e affissi a parete, a concludere un lavoro che nelle sue soluzioni formali stimola a restare sul piano etereo dell’immagine e della memoria, senza avvertire alcuna presenza fisica se non quella del ricordo condiviso. Un cordino nero si avviluppa tra le pieghe bidimensionali dei cartoni, e talvolta si trasforma in tratto di pennarello, come a giustificare l’intero lavoro della mostra: non siamo più in grado di distinguere i livelli, ma c’è sempre un filo conduttore che lega tutto insieme, inscindibilmente.

Internal affairs | Tobias Putrih 
Fino al 15 gennaio 2022
Pinksummer contemporary art
Palazzo Ducale, Genova

Internal affairs – Tobias Putrih da Pinksummer – Installation view – Foto Alice Moschin, courtesy l’artista e Pinksummer, Genova
Internal affairs – Tobias Putrih da Pinksummer – Installation view – Foto Alice Moschin, courtesy l’artista e Pinksummer, Genova
Internal affairs – Tobias Putrih da Pinksummer – Installation view – Foto Alice Moschin, courtesy l’artista e Pinksummer, Genova