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INCANTO di Arianna Carossa a Genova

Testo di Erica Rigato — A Genova è in corso INCANTO, l’ultima mostra di Arianna Carossa, che l’artista genovese di nascita e statunitense d’adozione ha progettato nella sua città di origine.  Si tratta di una mostra d’arte diffusa che termina con un’asta delle opere e una borsa per artista indipendente, a cura di Anna Daneri e […]

Arianna Carossa, Piccola statuetta trovata e amata, ceramica con parti di oro terzo fuoco, 18x 9×7 cm, 2022
Ritratto di Arianna Carossa, credit Gianni Pipoli nyc November 10th 2022

Testo di Erica Rigato

A Genova è in corso INCANTO, l’ultima mostra di Arianna Carossa, che l’artista genovese di nascita e statunitense d’adozione ha progettato nella sua città di origine.  Si tratta di una mostra d’arte diffusa che termina con un’asta delle opere e una borsa per artista indipendente, a cura di Anna Daneri e Vita Roberta Cantarini.

INCANTO di Arianna Carossa non è solo una mostra, non è neanche solo una mostra diffusa, ma è un vero e proprio progetto, con un preciso programma ma soprattutto con un’impalcatura concettuale forte che lo sostiene, lo porta avanti e ne costituisce anche l’obiettivo finale. 
Al centro di questo piano c’è l’artista e l’idea che sta alla base consiste nella convinzione di Carossa che sia arrivato il momento di modificare le regole del sistema produttivo dell’arte per fare in modo che egli sia libero dai vincoli a cui rimane legato e da cui, secondo lei, è fortemente condizionato.
“A un certo punto mi sono resa conto che l’artista finisce per essere schiacciato e diventa l’ultima ruota del carro”, sacrificando, intende dire Arianna Carossa, la sua originalità, la sua autenticità.
Carossa descrive così la deriva negativa in cui un artista spesso rimane incastrato durante la sua carriera e ne parla forte della sua personale esperienza che l’ha vista protagonista di un percorso inizialmente canonico, accanto a delle gallerie d’arte, per poi sfociare in alternative che le stanno permettendo di rispettare quella che lei chiama la sua verità. 
Infatti, Carossa, in questi ultimi anni, ha iniziato a lavorare con aziende, peraltro italiane, come la Kartell e Eataly, con le quali ha instaurato un rapporto di scambio che le ha permesso di creare liberamente ma anche di soddisfare le esigenze del committente.  Quando le chiedo di farmi capire però come può un artista emergente raggiungere quel grado di maturità di cui ha bisogno per affrancarsi in questo modo dalle canoniche leggi e dinamiche del mercato dell’arte, lei mi risponde “l’unica cosa che salva l’artista è la VERITÀ”, ovvero rimanere il più possibile fedeli al suo driver, al suo desiderio, poi le strade ti arrivano per i fatti loro”. 
Come non essere d’accordo con lei. 
Chi o cosa, le chiedo, in questo ingranaggio che pure continua a esistere e con cui bisogna fare i conti, deve cambiare o può aiutare l’artista ad andare in questa direzione? 

Arianna Carossa, Venere cromata, ostrica e plastica cromata, 13×7 cm, 2020

La soluzione che propone Arianna Carossa è quella della collaborazione con i mecenati che non hanno come immediato fine quello del guadagno monetario, e delle aziende che, ad esempio, sono interessate a cambiare la loro immagine. Attenzione, tuttavia, chiosa Carossa, non si può più parlare di sponsor ma di scambio, di collaborazione vicendevole. L’azienda ti chiede un progetto, in cambio tu hai la possibilità di realizzarlo liberamente. 
Dulcis in fundo, alla mia domanda se in Italia ci siano margini affinchè questa situazione si possa realizzare, Carossa si dimostra ottimista, “basta che pensi che le aziende con cui io ho lavorato, la Kartell e Eately sono italiane, per cui…”. 

L’idea di INCANTO, nasce pre-covid, dal dialogo tra Carossa e le curatrici Anna Daneri e Vita Roberta Cantarini; è una mostra realizzata direttamente negli spazi delle realtà che sostengono l’iniziativa, ovvero Sanpaolo Invest Private, Deloitte Private e STUPENDO a Space for Art Storytellers, in modo da concretizzare l’intenzione della Carossa di incoraggiare ogni artista a essere manager di se stesso/a , confrontandosi in prima persona con i suoi mecenati e realizzando così una propria “autogestione commerciale”.
Punto di arrivo di questo progetto sarà una battitura d’asta delle opere in mostra con lo scopo di istituire una borsa per artista indipendente, sancendo così una fellowship artista-artista con l’obiettivo di scardinare le regole tradizionali del mercato dell’arte. 
INCANTO raccoglie quaranta pezzi tra pitture e sculture di dimensione varia, dislocate nelle suddette sedi espositive fino al 18 febbraio. 

Come ci spiega Roberta Cantarini, quelle esposte sono opere che “indagano le connessioni tra i diversi elementi della realtà e il loro mistero: Carossa esplora l’interstizio che si apre nel darsi di differenti componenti – individui, materiali e forme – messi in relazione”. 
Così come polisemico si rivela il titolo della mostra, evocando da un lato la dimensione magica e lo stato di chi è incantato, dall’altra la vera e propria procedura dell’asta, così il lavoro artistico di Arianna Carossa si dispiega in questa mostra dando vita a una molteplicità di interpretazioni e suggestioni, in un dialogo continuo tra astratto e figura, tra precisi dettagli di natura e aperture verso dimensioni incorporee. 
Ritornando all’ottimismo solare di Carossa, si può concludere che  tutta l’iniziativa, attraverso la collaborazione proficua di tutte le figure professionali principali, quali artista, curatrici, organizzatori e mecenati, abbia lanciato un chiaro segnale volto verso un cambiamento necessario delle dinamiche attuali del mondo dell’arte. 

Il progetto è realizzato in collaborazione con Sanpaolo Invest Private, Deloitte Private, STUPENDO a Space for Art Storytellers e la coordinazione di Matilde Tomagnini. 

Arianna Carossa a Paolo Boriani, La muta, still da video 55 sec Video,Malibu’, 2021
Arianna Carossa, Young white mask, porcellana smaltata, 18×15 cm, 2022