Fondazione In Between Art Film sarà presente ad aprile 2022 a Venezia con Penumbra

Il titolo della mostra è mutuato  dalle atmosfere dominanti di Venezia: i suoi spazi in penombra e rarefatti, la luce cangiante che rende luoghi e architetture quasi spettrali.
14 Dicembre 2021

Aprirà al pubblico il 20 aprile 2022 all’Ospedaletto e alla Chiesa di Santa Maria dei Derelitti a Venezia –  in occasione della 59° Biennale di Venezia –  la mostra Penumbra, curata da Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi, rispettivamente Direttore Artistico e Curatore della Fondazione In Between Art Film.
Penumbra presenterà una serie di nuove produzioni video di Karimah Ashadu (1985, Regno Unito), Jonathas de Andrade (1982, Brasile), Aziz Hazara (1992, Afghanistan), He Xiangyu (1985, Cina), Masbedo (Nicolò Massazza, 1973 e Iacopo Bedogni, 1970, Italia), James Richards (1983, Regno Unito), Emilija Škarnulytė (1987, Lituania) e Ana Vaz (1986, Brasile). 
Le otto opere sono state commissionate e prodotte dalla Fondazione In Between Art Film, l’istituzione fondata e presieduta da Beatrice Bulgari. 

Il titolo della mostra è mutuato  dalle atmosfere dominanti di Venezia: i suoi spazi in penombra e rarefatti, la luce cangiante che rende luoghi e architetture quasi spettrali. Per questa speciale occasione, gli spazi dell’Ospedaletto e della Chiesa di Santa Maria dei Derelitti, saranno trasformati in un suggestivo dispositivo cinematografico.

L’esposizione mette in mostra una riflessione sulle immagini in movimento come spazio di trasformazione materiale e metaforica. Penumbra conferma l’impegno della Fondazione nel promuovere la cultura delle immagini in movimento e nel supportare gli artisti, le istituzioni e i teorici internazionali che esplorano il dialogo tra discipline e time-based media. 
Le opere in mostra propongono una riflessione sulle zone d’ombra degli stati di vulnerabilità e di immunità, dei concetti di memoria e di storia, di verità e di finzione, all’interno del panorama delle attuali trasformazioni globali. L’allestimento della mostra, curato da Ippolito Pestellini Laparelli e dal suo studio 2050+, rimanda alla storia del luogo e al tempo stesso spazializza il concept della mostra.
Costruito nel 1517 come struttura provvisoria per accogliere i bisognosi, l’Ospedaletto ben presto diventò uno dei più importanti ospedali di Venezia. La struttura provvisoria fu progressivamente sostituita da reparti permanenti e da una chiesa, il cui progetto rivela l’influenza di Andrea Palladio. Nel corso dei secoli il Complesso dell’Ospedaletto fu sottoposto a rimaneggiamenti che rispecchiavano il gusto dell’epoca: dagli interventi barocchi di Baldassare Longhena sulla facciata della chiesa alle decorazioni di alcuni degli artisti più celebri del momento, tra cui Giambattista Tiepolo.

Alessandro Rabottini, Direttore Artistico, e Leonardo Bigazzi, Curatore, di Fondazione In Between Art Film, affermano: “Gli spazi del Complesso dell’Ospedaletto evocano una polifonia di storie, epoche e funzioni. Per secoli questo è stato un luogo di cura e di speranza, e oggi la sua struttura rivela una molteplicità di narrazioni stratificate nel tempo. A partire da questo contesto molto speciale, la mostra Penumbra raccoglie otto nuove installazioni video commissionate ad altrettanti artisti internazionali. Queste opere ci accompagnano attraverso i molteplici significati del concetto di ‘zona grigia’, raccontando stati transitori e spazi di trasformazione: dalle tenebre alla luce, dall’umano al non-umano, dalla storia alla finzione e dalla verità all’incertezza. A partire dall’interpretazione letterale di ‘penombra’ come effetto dell’eclissi solare sulla Terra, ci muoviamo attraverso l’interpretazione metaforica di uno spazio dove la linea di demarcazione tra categorie opposte si rivela ambigua e fallace. Il titolo della mostra si riferisce anche all’assenza di luce, condizione necessaria per la visione delle immagini in movimento. Difficile immaginare un miglior contesto di Venezia per una mostra fatta di oscurità e lampi improvvisi di luce. Non vediamo l’ora di continuare a mostrare queste opere anche in altri contesti nel futuro”.

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