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L’importanza di fare sistema | 19° edizione di ArtVerona

È stata presentata la 19. edizione di ArtVerona, in programma dall’11 al 13 ottobre 2024 nei padiglioni 11 e 12 di Veronafiere. La manifestazione è diretta per il quinto anno consecutivo da Stefano Raimondi

La vera novità di ArtVerona – che si svolge dall’11 al 13 ottobre 2024 –  al di là dei grandi nomi che quest’anno la renderanno un appuntamento imperdibile, è la messa a fuoco di un preciso piano strategico: rendere la fiera parte di un progetto in relazione a le tante altre fiere che gravitano attorno a Verona Fiere. Negli anni, più volte è stato sottolineato il concetti di “fare sistema”, ma solo nelle ultime edizione ha acquisito sostanza e credibilità. Ecco allora che ArtVerona, grazie a una forte sinergia con il mondo dell’imprenditoria, diventa parte di un calendario di appuntamenti – che contano Vinitaly e Marmomac, solo per citarne alcune – che vanno ad arricchire le relazioni tra mondi che si pensano lontano ma che, in realtà, hanno non pochi aspetti in comune. 

Entrando nel merito di ArtVerona, il direttore artistico Stefano Raimondi – al suo quinto mandato – racconta “Penso alla fiera come un ‘miracolo’ perchè dura solamente tre giorni ma è il frutto del lavoro di un anno intero. Un tempo lungo necessario per far si che la fiera diventi una piattaforma dove si incontrano molteplici operatori, dai galleristi ai collezionisti, ma anche aziende e una città intera. Nel caso di ArtVerona, la città si è messa al servizio di quello che è appuntamento che veicola grandi valori. In questi 5 anni di direzione artistica, posso tranquillamente dire che ho visto come la città ha contribuito ad accrescere la consapevolezza dell’importanza che l’arte moderna e contemporanea può avere per la stessa città. Da tempo stiamo seguendo un modello che non è statico e circoscritto nei soli tre giorni della manifestazione, ma che si sviluppa tutto l’anno attraverso diverse manifestazioni ed eventi come quello avvenuto a Roma il maggio scorso – presso lo Studio Fabio Mauri – a sancire e rafforzare la collaborazione in atto per l’Habitat di quest’anno.”
Raimondi spiega come l “Italian System”, il sottotitolo della prima edizione che ha curato di ArtVerona, finalmente acquista senso e sostanza grazie alle relazioni che negli anni si sono consolidate tra i tanti fattori gravitanti attorno alla fiera: galleristi, collezionisti, curatori, ma anche imprenditori, associazioni e le tante altre figure professionali interessate a investire sulla fiera. 

Per giungere alle novità della 19° edizione, Raimondi cita il format Red Carpet, il grande tappeto di oltre 400 mq che aprirà la prossima edizione di ArtVerona. Quest’anno, dopo Paola Pivi, Stefano Arienti e Peter Halley, è il turno dell’artista svizzero Ugo Rondinone (1964, Brunnen), che presenta The rainbow brick road. “Per il progetto ho immaginato il tappeto come una ‘strada di mattoni’ di tanti colori diversi – dichiara l’artista – fondendo così due archetipi incompatibili: l’arcobaleno e il mattone. Entrambi gli archetipi sono apparsi come leitmotiv nei miei dipinti, sculture, video e installazioni fin dai primi anni ’90 sotto forma di aperture e pareti.”

Fondamentale, per Raimondi, è sottolineare come la fiera si sia indirizzata verso un coinvolgimento del visitatore in ‘tutti i sensi’. Oltre a Red Carpet, il direttore cita Habitat: un format che indaga la relazione tra l’opera, lo spazio e il pubblico, dove l’opera diventa un ambiente da frequentare, fruire, appunto un habitat, da “abitare”. Il protagonista di quest’anno è Fabio Mauri. Negli spazi della fiera verrà presentata per la prima volta la collezione completa degli Zerbini dell’artista, uno dei lavori tra i suoi più iconici ed evocativi. Realizzati a più riprese tra il 1995 e il 2009, gli Zerbini sono opere in cui linguaggio, forma e fruizione diventano una cosa sola. In essi, l’artista mette letteralmente in terra pensieri e riflessioni, invitando il pubblico ad entrare nell’opera, calpestandola, immergendosi nel suo significato indissolubilmente insito nella materia. In collaborazione con lo Studio Fabio Mauri di Roma, ArtVerona.

Veduta espositiva della mostra Fabio Mauri. Esperimenti nella verifica del male, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli 2023. Foto © Giorgio Perottino
Fabio Mauri, Zerbini, 2009 – Veduta espositiva, (d)OCUMENTA 13, Kassel 2012. Foto: Claudio Abate

L’altro grande protagonista di questa edizione sarà ospitata al Palazzo della Ragione; la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti realizzerà la mostra Mario Merz. Il numero è un animale vivente, nata in collaborazione con la Fondazione Merz di Torino. Figura imprescindibile dell’Arte Povera, noto a livello internazionale, Mario Merz ha fatto della compenetrazione tra opera e ambiente il fulcro della propria ricerca artistica. Il percorso espositivo concepito dai curatori Patrizia Nuzzo, Responsabile delle collezioni d’arte Moderna e Contemporanea, e Stefano Raimondi si concentrerà sugli elementi archetipici che ritornano continuamente nella produzione dell’artista come forme coerenti di una ricerca all’insegna di una piena libertà espressiva. 
“Oltre a questi importanti progetti, la fiera presenza i format oramai consolidati come la Main Section, che ospita una selezione di gallerie d’arte moderna e contemporanea con proposte che spaziano dalle opere di artisti storici passando dai mid-career fino a talenti più giovani.” Continua Raimondi, “accanto a sezioni più sperimentali come Innova, curata da Hannah Eckstein, che si concentra sulle gallerie emergenti più sperimentali e di ricerca, a cui si chiede di presentare una monografia oppure una esposizione collettiva fino ad un massimo di tre artisti. E poi c’è la sezione  Curated by, rivolta alle giovani gallerie, che riflette sulla collaborazione tra queste e un curatore indipendente, chiamato a realizzare il progetto dello stand in chiave curatoriale.”
L’intervento di Raimondi si conclude citando anche i progetti  Standchat, a cura di Saverio Verini, in collaborazione con il Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università degli Studi di Verona. Standchat racchiude una serie di dialoghi a tre voci tra il curatore e alcuni degli artisti e dei galleristi presenti ad ArtVerona.
Visiting Curators, a cura di Maria Chiara Valacchi, consiste in un programma che si apre all’ospitalità di figure curatoriali e direttori di musei o fondazioni internazionali per rafforzare la rete di connessioni altamente qualificate volte al sostegno dell’arte italiana.
E infine, ha citato, LAB, a cura di Giulia Floris: dedicato alle residenze d’artista e ai progetti no profit. In occasione di ArtVerona 2024, la 4° edizione di LAB, tornerà ad invitare 4 realtà indipendenti italiane, chiamandole a sviluppare una proposta progettuale all’interno del padiglione fieristico. Gli spazi chiamati a partecipare per quest’edizione della fiera saranno infatti tutti artist-run space, luoghi fondati e gestiti da artisti. 

Dopo l’intervento di Raimondi, significativo il messaggio sottolineato da Giovanni Bonelli (Vice Presidente ANGAMC – Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea). Bonelli ha ribadito un aspetto importante di ArtVerona: “Tra i suoi aspetti più meritevoli è quello di rispettare le problematiche sia delle gallerie più piccole che hanno problemi economici e difficoltà molto diverse rispetto alle gallerie più grandi e strutturate. Trovare la formula perchè siano presenti entrambe in una stessa ‘piattaforma’ è fondamentale, a maggior ragione se le piccole gallerie vengono in contatto con collezionisti che altrimenti non raggiungerebbero. Le gallerie che hanno partecipato ad ArtVerona, non si sono mai sentite dei clienti che comprano degli spazi in una fiera, bensì dei partners con cui condividere e crescere in una certa esperienza. (…) In altre fiere molte gallerie si sono viste rifiutare l’accesso per delle motivazioni anche molto blande. Rifiuti che molto spesso sono andati ad incidere nell’economia stessa delle gallerie. Spesso è fondamentale che i direttori delle fiere rispettino il percorso delle gallerie, il loro investire in artisti giovanissimi o storicizzati ma che in un dato momento sono stati un po’ marginalizzati. 

Ugo Rondinone, ffünfteraprilzweitausendundzwölf, 2015 Oil on burlap, 323.85 x 694.06 cm Photo: Studio Rondinone
Ugo Rondinone, Installation view: seven magic mountains, Public Art Production Fund, Nevada Museum of Art, Las Vegas, 2016 Photo: Gianfranco Gorgoni

Ecco, tutte queste ‘fatiche’ da parte delle gallerie, vanno rispettate. E’ indubbio che sia un momento molto difficile… reso complesso anche sul piano politico. Dobbiamo pensare che dall’anno prossimo, dal 1 gennaio 2025, le transizioni nel mondo dell’arte in Francia, scenderanno l’iva del 5%, e noi in Italia siamo al 22%. Questo vuol dire che i collezionisti troveranno sicuramente più conveniente comprare in Francia. La scelta politica del governo francese, decide di diventare un polo europee per l’arte internazionale. L’Italia sta a guardare, si riempie la bocca di arte e cultura, facendo così non guarda al futuro. (…) Cosa farebbero i giovani artisti appena usciti dalle Accademia, se non avessero un sistema di gallerie private pronte a proporli al mercato e ai collezionisti? Se il sistema delle gallerie non viene aiutato avremo dei momenti anche più negativi. Noi lo stiamo facendo da anni, cercando di sensibilizzare la politica, le istituzioni. Se non si riuscirà ad abbassare l’iva, ci troveremo ad avere, dentro alla Comunità Europea, una concorrenza sleale e difficilmente da sostenere. Un plauso dunque ad una fiera come ArtVerona, che non solo considera le gallerie come dei partners, ma che sostiene, attraverso una forte collaborazione, questa nostra battaglia.”

Riprende il concetto di ‘partnership’ anche Elena Forin, la Vice Direttrice artistica ArtVerona: “Cerchiamo di costruire una manifestazione che si nutre di queste collaborazioni e contaminazioni. Una serie di collaborazioni è una delle linee che caratterizzano Verona Fiere. Stiamo cercando di portare avanti, infatti, un  ricco sistema di premi che, come sapete, connotano ArtVerona. Le collaborazione e le partnership che costruiamo si focalizzano molto sui premi che non consistono solo sull’acquisto e la produzione di opere ma anche perchè portano, attraverso le giurie un insieme di persone in fiera che sono funzionali alla crescita di un pubblico sempre più di qualità per i nostri espositori e per gli artisti.”
Il suo intervento si è poi focalizzato sulla lunga lista di premi.
Oltre al fondo di acquisizione A Disposizione promosso da Veronafiere, nell’edizione 2024 si riconfermano il Tomorrows UniCredit residency and production award promosso da UniCredit e Fondazione Cariverona e finalizzato al sostegno della ricerca artistica che affronta le sfide e i cambiamenti del nostro tempo, il Premio A Collection, il Premio Montani Tesei, il Premio Casarini DueTorri Hotel, il Premio MZ Costruzioni, il Premio Massimiliano Galliani per il Disegno Under40, il Sustainable Art Prize, il Premio ArteMuseo, il Premio Icona sostenuto dalla Fondazione Coppola di Vicenza, il Marval Collection Award, stARTup promosso dal collezionista Nico Sgarzi, il Premio Fondazione The Bank per la pittura contemporanea, il premio Display

In questa edizione non mancheranno gli appuntamenti fuori fiera. Nei giorni della manifestazione, all’interno di un esteso programma culturale denominato Art&TheCity, si svolgeranno una serie di presentazioni, mostre ed eventi realizzati grazie alla collaborazione con le più importanti istituzioni pubbliche e private della città: i Musei Civici di Verona, Palazzo Maffei Casa Museo, l’Università, l’Accademia di Belle Arti e  la Fondazione Cariverona, che nelle sale di Castel San Pietro ospiterà TOMORROWS – A Land of Water, a cura di Jessica Bianchera e Marta Ferretti: una mostra incentrata sul tema  dell’acqua come elemento centrale e cruciale delle nostre vite, tanto nella sua fisicità quanto nei suoi significati simbolici, visitabile fino al 10 novembre 2024. 

Per il secondo anno di fila, ArtVerona propone il progetto Attraverso Veronetta, a cura di Maria Marinelli, una passeggiata tra i palazzi storici dell’asse di Via Venti Settembre, che si fa racconto, con l’obiettivo di valorizzare la rive gauche della città di Verona, un quartiere che sa coniugare la storia alla cultura contemporanea, che riporta al centro le istanze sociali, foriero di contaminazioni capaci di raccontare il nostro tempo.
Prosegue Cabaret, il format ideato da Nicolas Ballario, con la complicità del musicista Rodrigo d’Erasmo, che rivoluziona il modello degli incontri d’arte nelle fiere di settore: non più conferenze per i soli addetti ai lavori ma appuntamenti in musica per raccontare in maniera più avvincente il contemporaneo. 

Jacopo Mazzonelli (Trento, 1983) Soundborders, 2024 (particolare) tavola armonica di pianoforte, lampadine di Edison, sistema di illuminazione temporizzato Rappresentato da: Galleria Giovanni Bonelli, Paolo Maria Deanesi Gallery e Galleria Studio G7