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Il ‘tappeto magico” di Peter Halley ad ArtVerona 2023

Dopo le scale colorate e surreali di Paola Pivi, e le riflessioni sul continenti europeo di Stefano Arienti, il prossimo protagonista del grande tappeto – oltre 400  mq – che da il benvenuto alla prossima edizione di Artverona è Peter Halley (New York, 1953). Giunto alla sue terza edizione, il Red Carpet, grazie al celebre […]

Peter Halley – Magic Carpet – ArtVerona 2023

Dopo le scale colorate e surreali di Paola Pivi, e le riflessioni sul continenti europeo di Stefano Arienti, il prossimo protagonista del grande tappeto – oltre 400  mq – che da il benvenuto alla prossima edizione di Artverona è Peter Halley (New York, 1953). Giunto alla sue terza edizione, il Red Carpet, grazie al celebre artista internazionale, diventa Magic Carpet – questo è il titolo del suo progetto – e accoglierà i visitatori per i tre giorni della fiera veronese. 
Opera monumentale e immersiva, il Red Carpet ha alla base una finalità non solo artistico-culturale ma anche di sensibilizzazione ai temi legati al riciclo e alla sostenibilità.  Il grande tappeto, infatti, è realizzato grazie alla partnership con Aquafil S.p.A .uno dei principali attori in Italia e nel mondo nella produzione di fibre sintetiche da materiale di riciclo, ed ege, produttore di tappeti danese.

Influenzato dal minimalismo e dall’arte neo-concettuale, nella sua lunga carriera, Peter Halley ha approfondito il tema dell’astrazione geometrica –  descritta dall’artista come ‘prigione’ o ‘cella – affrontando la crescente geometrizzazione dello spazio sociale nella società contemporanea. Nel corso del tempo le sue opere astratte sono diventate sempre più complesse e rigorose, espandendo in modo originale il concetto stesso di ‘astrazione’. Metafore della complessità contemporanea, le sue opere, sono una sorta di estratti sociologici della società, della “gabbie” ideali dove immaginare l’esistenza.

Per scoprire l’origine di Magic Carpet, il monumentale tappeto presentato ad ArtVerona, bisogna risalire agli anni ’90 e al tema grafico delle Exploding Cells. Con questo motivo Halley approfondisce i temi di cella e prigione, prodotti per la prima volta negli anni ’80. Nella serie di Exploding Cells del 1994, l’artista crea una narrazione in stile fumetto, in cui la cellula subisce vari stati di trasformazione, dall’intera all’esplosione, e poi dalla fusione al nulla. La densità di motivi, colori e texture evoca le pile sovrapposte di tappeti decorati che si possono trovare esposti in un tradizionale bazar mediorientale.

Peter Halley – Magic Carpet – ArtVerona 2023

Spiega Stefano Raimondi, il direttore di Artverona: “L’importanza e la particolarità del progetto, unitamente alla straordinaria qualità delle aziende coinvolte nella produzione, ha quest’anno affascinato e permesso di coinvolgere un Maestro dell’arte internazionale come Peter Halley. Siamo onorati di poter contare sulla partecipazione di un artista così importante e allo stesso tempo così disponibile, che ha realizzato quello che possiamo definire un masterpiece, un’opera straordinaria e imperdibile, una fioritura di colori capace di stupire e meravigliare, pur discostandosi dal suo immaginario classico. Un’opera che non solo è site-specific ma anche time-specific, infatti sarà visibile, anzi percorribile, nella sua interezza solo durante i giorni di ArtVerona”.

Peter Halley. Note biografiche

Nato nel 1953 a New York, dove vive e lavora, Peter Halley è una figura centrale del Neo-concettualismo americano degli anni ’80. La ricerca artistica di Peter Halley muove nell’ambito dell’astrazione geometrica e nei suoi dipinti forme quadrate e rettangolari, definite dall’artista ‘celle’ o ‘prigioni’, si relazionano tra di loro mediante condotti a sezione quadrata, rappresentando la crescente geometrizzazione dello spazio sociale del mondo tecnologico ed elettronico contemporaneo. L’opera di Halley per ArtVerona esplora sia le strutture fisiche che psicologiche dello spazio sociale; collega il linguaggio ermetico dell’astrazione geometrica alle realtà dello spazio urbano e del paesaggio digitale.
Peter Halley ha tenuto mostre importanti al Musée d’art moderne Grand-Duc Jean, Lussemburgo (2023); Dallas Contemporary (2021); Schirn Kunsthalle, Francoforte (2016); Musée d’Art Moderne Saint-Etienne Métropole (2014); Kitakyushu Municipal Museum of Art, Giappone e Museum Folkwang, Essen (1998); Museum of Modern Art, New York (1997); Dallas Museum of Art (1995); Des Moines Art Center (1992); CAPC – Musée d’Art Contemporain de Bordeaux, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid, e Stedelijk Museum, Amsterdam (1991); Museum Haus Esters, Krefeld, e Institute of Contemporary Art, Londra (1989). Le sue opere sono esposte in numerose collezioni pubbliche, tra cui il Museum of Modern Art di New York, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Tate di Londra e il Centre Pompidou di Parigi. Dal 2001 al 2011 è stato professore e direttore dei corsi post-universitari di pittura presso la Yale School of Art.

Peter Halley – Photo © Roxanne Lowit, 2017