Siamo all’ultima parte della mostra.
L’opening è stato ‘animato’ da 5 performance. Ha iniziato Francesca Arena. Mentre l’artista leggeva il testo di Povera Patria di Battiato, un ragazzo ripeteva, a suon di smerigliatrice, la canzone con il codice Morse. Manuel Scano, non stanco di ripetere la performance Untitled (False Allarm), ha dato vita ad un momento di confusione alzando e schiantando al suolo la sua scultura composta da cotone, scatole, stoffe, nastri, addobbi ecc. Linda Fregni Nagler ha raccolto un pò di visitatori per la performance Things that Death cannot Destroy che, nelle intenzioni dell’artista, “è un tentativo di trovare una forma magica che sta alle origini della storia della fotografia”. L’unico appunto che potrei fare a questo progetto è che, la magia si perde un pò a causa dei tempi lunghi della performance stessa. C’è il rischio che le persone si annoino un po’… Detto questo, nulla toglie che le foto che, pazientemente, l’artista raccoglie da anni, siano di indubbia bellezza e fascino.
Ad un certo punto della serata, al suono della Ballata di Pinelli, un gruppo di persone si spostano in una zona del museo. Inizia la performance Sandrine and Vanessa interpreted by Florence and Constance di Sabina Grasso. Per quanti vogliano vedere la performance, rimando a questo link). Al di là dell’ostinazione dell’artista a voler fare citazioni colte e impegnate (il film di Godard Numero Deux), la performance ha avuto il merito di portare un momento danzereccio all’inaugurazione.
Coinvolgete e inaspettata la performance di Alex Cecchetti So thin cannot think of it (Apocalittica dello sguardo). L’artista parte dalla riflessione sul ‘ritratto’ per inscenare una coreografia sullo sguardo. Tre ballerini si muovevano a passi di danza tra il pubblico, muovendo dei sottili fili di ferro. Molto poetico.
L’opening è stato ‘animato’ da 5 performance. Ha iniziato Francesca Arena. Mentre l’artista leggeva il testo di Povera Patria di Battiato, un ragazzo ripeteva, a suon di smerigliatrice, la canzone con il codice Morse. Manuel Scano, non stanco di ripetere la performance Untitled (False Allarm), ha dato vita ad un momento di confusione alzando e schiantando al suolo la sua scultura composta da cotone, scatole, stoffe, nastri, addobbi ecc. Linda Fregni Nagler ha raccolto un pò di visitatori per la performance Things that Death cannot Destroy che, nelle intenzioni dell’artista, “è un tentativo di trovare una forma magica che sta alle origini della storia della fotografia”. L’unico appunto che potrei fare a questo progetto è che, la magia si perde un pò a causa dei tempi lunghi della performance stessa. C’è il rischio che le persone si annoino un po’… Detto questo, nulla toglie che le foto che, pazientemente, l’artista raccoglie da anni, siano di indubbia bellezza e fascino.
Ad un certo punto della serata, al suono della Ballata di Pinelli, un gruppo di persone si spostano in una zona del museo. Inizia la performance Sandrine and Vanessa interpreted by Florence and Constance di Sabina Grasso. Per quanti vogliano vedere la performance, rimando a questo link). Al di là dell’ostinazione dell’artista a voler fare citazioni colte e impegnate (il film di Godard Numero Deux), la performance ha avuto il merito di portare un momento danzereccio all’inaugurazione.
Coinvolgete e inaspettata la performance di Alex Cecchetti So thin cannot think of it (Apocalittica dello sguardo). L’artista parte dalla riflessione sul ‘ritratto’ per inscenare una coreografia sullo sguardo. Tre ballerini si muovevano a passi di danza tra il pubblico, muovendo dei sottili fili di ferro. Molto poetico.
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