Vale la visita a Punta della Dogana la grande opera di Edward Kienholz (1927 – 1994):’ Roxy’.
L’artista inizia questo ‘quadro ambientale’ – considerato una delle prime installazioni della storia dell’arte – nel 1943, per portarlo a termine 18 anni dopo. Roxy, racconta alcuni dei ‘morbi’ che affliggono la società contemporanea: la solitudine, l’ossessione del sesso, la violenza provocata dalle discriminazioni razziali e sociali.
Kienholz mette in scena una casa di tollerranza di Las Vegas degli anni ’40. L’atmosfera dell’ambiente, rimanda ad una vicenda adolescienziale dell’artista, quando hè entrato effettivemente dentro a un bordello nel Idaho. L’artista ricorstuisce un grande salotto con tanto di lampade, portaceneri colmi di sigarette, un vecchio juke-boxe, un calendario con la data 1943, una slot-machine ecc.
In questa grande stanza, avvolte dall’ombra, 7 figure femminili e una maschile: un inserviente nero, unica presenza non in vendita, che ha una scritta incisa in testa, ‘See No – Hear No – Speak No’. Le 7 donne sono rappresentate con corpi informi, bucati, torturati. Una ha una testa di zucca, un’altra le gambe divaricate e al posto della volto ha un coperchio della pattumiera, una invece, ha un corpo della forma di una cassetta delle lettere. La padrona della casa di tolleranza ha la testa di un cinghiale.