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I (never)explain #124 | Giulia Currà

Giulia Currà Sonata30kNon ne ho mai parlato, perché non è mai accaduto. Se mai ti pungesse vaghezza, racconta di Sonata30k. Di seguito alcuni tentativi di fermo per tracciare il ritratto di Massaranna e di chi quella notte con me l’ha vissuta. Nessun palco, nessun attore, tutti noi testimoni di un luogo mai nato, un’illusione, uno […]

Giulia Currà

Sonata30k
Non ne ho mai parlato, perché non è mai accaduto.

Se mai ti pungesse vaghezza, racconta di Sonata30k. Di seguito alcuni tentativi di fermo per tracciare il ritratto di Massaranna e di chi quella notte con me l’ha vissuta. Nessun palco, nessun attore, tutti noi testimoni di un luogo mai nato, un’illusione, uno spettacolo orrendo fra tutti, un’occasione di pensare per non pensare a niente. 

Composta nell’anno duemiladiciotto e urlata il sei marzo dello stesso anno, Sonata30k è ritmata da tre atti ben precisi, una tragedia mai accaduta che ritrae l’inquieto moto dell’essere ‘trasloco’. Il pubblico è invitato a non seguire un percorso, ma perdersi tra la navata centrale, l’altare e il coro che impegnano lo spazio gelido di un hangar di cemento crudo e freddo (PlasMa Plastic Milano), nel quale sono invitati a sostare per un’ora. L’orchestra è composta da nove entità (Giulia Currà, Simona Squadrito, Luana Rossin, Leo Ferrari, Abi Tariq, Alice Bachmann, Davide Disimino, Pierpaolo Moschin) che si muovono sotto la direzione di Traslochi Emotivi, compagnia nomade di origine italiana. La Sonata da il benvenuto con un intro classico che viene poi attraversato e spento dal racconto di Massaranna, “Tu non hai visto niente a Massaranna, Niente. Ho visto tutto, tutto…” Due sono le traghettatrici che invocano la grazia dei dormienti, che cullano i guardiani del sonno, che spengono fuochi con mattoni ai piedi. Tante le ombre nel mezzo di quel pubblico, fino ad arrivare ai visionari, all’altare dei musici, al fumo di sigarette mai spente e un imponente muro illuminato da proiezioni frammentate, dove la fuga diventa per molti unica reazione possibile alla dispersione e le urla che ne vorrebbero la distruzione. Una Sonata K, anonima, un fattore di rischio nel mezzo. Di quei tre gelidi atti notturni solo i dormienti ricordano ancora e altri hanno voluto dimenticare. Ricordano ancora dormendo, annusando il fumo di un quadro ben preciso, senza copione, solo qualche indicazione per l’attraversamento e uscite di sicurezze ai lati. 

3 ATTI BEN PRECISI

Esposition 
. Theme A = mouvement, ivresse, nausée, flux, voyage
. Theme B = sédimentation, mur, dépôt, rêve, ballade, repos, résidus
. Theme C = accalmie qui précède la tempête 
Développement
Reflet, fragmentation du corps, et de la vision, limbe
Reprise
Aporie, pénétration du thème A et B: lieux de la fete, a la fois définis, statique et en continuel mouvement, voyage mental

[…] Luogo di mezzo, tra le cose, tra i sapori, gli odori, i patimenti, lacerante nido di solitudine, di ciascuno, proprietà di nessuno, serbatoio di possibilità caro a tutti… non accadeva nulla, accadeva tutto. […]. 

[…] Ripenso a Massaranna, unione di tutte le rotte, ci avevo dormito, camminato, danzato, scopato, urli, urli, urlatori ripetevano e basta annunciazione, disturbo, eco, febbricitanti esseri correvano, si alimentavano, aspiravano d’essere, d’esserci, c’eri? Tu c’eri? Eri lì? Io c’ero. Ritmo, ritmo, ritmo, ritmo […].

Sonata30k è stata realizzata grazie a: Lucio Nisi, Pasquale Leccese, Pinky e lo staff del Plastic, Elisa Lemmo e Paola C.


Ha collaborato Simona Squadrito

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I (never) explain – ideato da Elena Bordignon – è uno spazio che ATPdiary dedica ai racconti più o meno lunghi degli artisti e nasce con l’intento di chiedere loro di scegliere una sola opera – recente o molto indietro del tempo – da raccontare. Una rubrica pensata per dare risalto a tutti gli aspetti di un singolo lavoro, dalla sua origine al processo creativo, alla sua realizzazione.