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I (never) explain #19 – Namsal Siedlecki

Namsal Siedlecki – Spermoderm Nel 2015 mi sono interessato al bagno galvanico, in particolare alla galvanoplastica, quel processo che permette di coprire materia non metallica con uno strato uniforme di metallo. In quel periodo vivevo a Roma e trovai un anziano...

Namsal Siedlecki. Spermoderm, 2016. Zucca, nichel, dimensioni variabili - Veduta dell’installazione, Frankfurt am Main, Berlino
Namsal Siedlecki. Spermoderm, 2016. Zucca, nichel, dimensioni variabili – Veduta dell’installazione, Frankfurt am Main, Berlino

Namsal Siedlecki – Spermoderm

Nel 2015 mi sono interessato al bagno galvanico, in particolare alla galvanoplastica, quel processo che permette di coprire materia non metallica con uno strato uniforme di metallo. In quel periodo vivevo a Roma e trovai un anziano artigiano che eseguiva tale procedimento. Quando gli parlai del progetto, il signore era molto restio a galvanizzare verdura o frutta per paura che si potesse rovinare il liquido in cui gli oggetti vengono immersi durante l’elettrolisi. Il giorno seguente gli ho portato due sacchi della spesa pieni di verdure: l’unico che il signore accettò di galvanizzare fu la zucca.
 In quel momento è nata la mia passione per le zucche.

Ho così iniziato a lavorare sui vari tipi di zucche galvanizzando una porzione della superficie organica e lasciandone il resto scoperta in modo da poter assistere a due temporalità assieme, quella organica e quella minerale: da una parte, il metallo che rimane inalterato, dall’altra, la parte organica che deperisce e marcisce.

Facendo ricerca, ero rimasto affascinato dalla Atlantic Giant, un particolare tipo di zucca che riesce a raggiungere incredibili dimensioni. Negli anni ’70 negli Stati Uniti il signor Howard Dill ha iniziato a viaggiare attraverso il Paese per trovare le zucche più pesanti, con lo scopo di incrociare i semi tra di loro e sperando di battere il record del mondo. Nel 1981 riuscì nell’impresa e brevettò il seme, il Dill Atlantic Giant. Oggi attraverso elaborate tecniche di concimazioni e tonnellate d’acqua si ottengono zucche che superano i 1000kg di peso.

2_Mattanza

1_inizio della mattanza

Quell’anno Frankfurt Am Main, uno spazio indipendente a Berlino mi propose una mostra personale, ma era da poco passata la stagione delle zucche giganti così abbiamo deciso di spostare la mostra di un anno. Da quel momento è iniziata una fitta corrispondenza con vari coltivatori di zucche nell’area limitrofa a Berlino e, dopo un lungo cercare, siamo entrati in contatto col signor Oliver, coltivatore ed organizzatore di una delle tante gare in cui vince la zucca più pesante, che ha accettato di donarci la sua zucca dopo la competizione.


Dopo la gara in cui tutte le zucche vengono pesate avviene lo “Schlachtung von Kürbissen”, traducibile in ‘mattanza delle zucche’, dove tutte le zucche vengono aperte e il pubblico può prendere i semi. 
Come da accordi, quindi, Oliver ha risparmiato la sua zucca da 700 kg dalla mattanza.
 Prima di consegnacela l’aveva promessa alla rete nazionale tedesca RTL, dove è stata ospite in un programma in cui alcuni metallari bendati, con le mani legate e con il solo utilizzo della bocca, dovevano capire di che oggetto si trattasse.

Arrivata in galleria la zucca è stata tagliata in due ed al suo interno sono stati collocati 100 semi di zucca galvanizzati interamente in nichel. La zucca durante la mostra è andata incontro ad un veloce deperimento mentre i semi incapsulati nel metallo sono rimasti inalterati. Tanti piccoli sarcofagi portatori di quell’attitudine umana a manipolare la natura.

3_zucca tv

Namsal Siedlecki. Spermoderm, 2016. Zucca, nichel, dimensioni variabili - Veduta dell’installazione, Frankfurt am Main, Berlino
Namsal Siedlecki. Spermoderm, 2016. Zucca, nichel, dimensioni variabili – Veduta dell’installazione, Frankfurt am Main, Berlino
Namsal Siedlecki. Spermoderm, 2016. Zucca, nichel, dimensioni variabili - Dettaglio dell’installazione, Frankfurt am Main, Berlino
Namsal Siedlecki. Spermoderm, 2016. Zucca, nichel, dimensioni variabili – Dettaglio dell’installazione, Frankfurt am Main, Berlino

Ha collaborato Irene Sofia Comi
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I (never) explain – ideato da Elena Bordignon – è uno spazio che ATPdiary dedica ai racconti più o meno lunghi degli artisti e nasce con l’intento di chiedere loro di scegliere una sola opera – recente o molto indietro del tempo – da raccontare. Una rubrica pensata per dare risalto a tutti gli aspetti di un singolo lavoro, dalla sua origine al processo creativo, alla sua realizzazione.