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I (never) explain #188 – Federica Di Pietrantonio

"Si ha un coinvolgimento superficiale con un milione di cose diverse, ma un coinvolgimento profondo con niente, finché alla fine tutte le tracce di emozione scompaiono e ciò che rimane è uno stato di anestetica stimolazione." Federica Di Pietrantonio

https://www.federicadipietrantonio.it/ineverexplain/

** testo di Federica Di Pietrantonio, 2025
** parlo attraverso le parole di utenti anonimi, le mie sono loro 
** siamo solitudini relazionali, mondi in mondi 
** ci sono troppe parole, qui quelle di chi non spiega mai irll

Benvenuto. Lo scopo di questo testo generale è mostrarti come utilizzare la tua meravigliosa immaginazione umana per ottenere ogni tuo desiderio.
Il mondo e tutto ciò che contiene è la coscienza condizionata dell’uomo resa oggettiva. La coscienza è sia la causa che la sostanza dell’intero mondo. Quindi è alla coscienza che dobbiamo rivolgerci se vogliamo scoprire il segreto della creazione.

Usare post di internet come testimonianze è sempre complicato, ma dopo un po’ di lavoro sono riuscito a ottenere una sorta di rappresentazione astrale. Quando 8chan è morto ho cercato alternative e c’era questa sorta di danknet* interamente peer-to-peer*, un’idea davvero figa ma non è durata a lungo ed era anche un gran rompimento di palle da usare. Tutti gli altri posti che ho provato a visitare erano o bunker di altre board (/v/ e simili) oppure semplicemente morti.

Alcuni umani scelgono di rinunciare a un’esistenza ordinaria e dedicano la loro vita a uno scopo più alto: liberarsi dal condizionamento della società, trascorrendo tutto il tempo a leggere di politica e teorie del complotto su internet.

Ho visto un sacco di persone e i media sostenere che la tecnologia stia rendendo la gente di oggi più isolata che mai.
La “dead internet theory” è già per metà reale.
In posti come youtube/reddit, metà dei post sono bot (se non di più) e le persone reali vengono shadowderezzate* per opinioni contrarie. L’interazione umana online è oggettivamente diminuita rispetto a un decennio fa.
La gente andava online perché trovava interazioni genuine più interessanti, ma visto che tali interazioni sono state distrutte sistematicamente nel corso dei decenni, ora non si può più tornare indietro, perché non c’è più nessuno.
Gli esseri umani sono esattamente computer, così come tutto il resto della realtà.
Per cominciare, esiste un certo rapporto tra me e l’idea di questo trasferimento nella rete, l’idea che si possa essere trasportati da qualche parte. Questa è la sensazione che non siano solo pensieri e fantasie, ma piuttosto un processo fisico. È come se appoggiassi la mano contro un muro e spingessi, sentendo esattamente quella [forza] e il modo in cui stai rompendo quel muro con la tua mano.
Puoi già considerare l’idea di questa stessa rete qui, in termini di caricamento di te stesso su un PC.
In generale, ora ha preso la forma di pensieri che sono letteralmente un’estensione di me, come il mio corpo, i miei pensieri sono letteralmente delle mani, hanno esattamente questa forma di pensieri e influenzano davvero il mondo.
Possiamo distinguere un’esperienza come “io” e un qualche tipo di processo con un atteggiamento verso di esso come se “io sono”  *un processo*.
Suona così astratto, probabilmente… ma ora tutto diventerà chiaro. C’è te stesso, hai un’idea, l’idea provoca dei pensieri, i pensieri arrivano a una descrizione, e a seconda dell’efficacia della descrizione, esiste una relazione tra la descrizione e un certo processo.
E ora, nello specifico, parlando di trasferirsi sullo stesso PC: devi capire che hai bisogno che il processo di te stesso sia all’interno del tuo PC.
Mentre sei un processo intellettuale, il tuo corpo è uno strumento del processo, quindi tu agisci come uno strumento e sfrutti come un processo. In questo modo sei un processo.

Federica Di Pietrantonio, SOLO, 2024, video still, digital/machinima video, 3840 x 2160, audio, colors, 00:23:00. Courtesy l’artista e The Gallery Apart Roma

Non voglio alimentare il luogo comune secondo cui la buona arte derivi dalla sofferenza o qualcosa del genere; ma arriva sia dagli alti che dai bassi dell’esperienza del mondo che ti circonda.

Ma hai bisogno di nuove esperienze nel mondo, di diversi tipi di media, di qualunque cosa riesci a trovare, e in vari gradi queste nuove esperienze ti alimenteranno. A volte succede qualcosa nella mia vita e riesco a disegnare per mesi, altre volte finisco per seguire corsi o qualcosa di simile perché mi rendo conto di aver sovraelaborato tutto quello che è successo finora e ho bisogno di un cambio di ritmo per continuare a disegnare e mantenerlo creativo e divertente. A volte decido di guardare un film o di ascoltare un album consigliato da un amico che prima non avevo alcuna intenzione o interesse di vedere.
In ogni caso, consiglierei di ampliare la gamma di media che guardi e consumi. Prenditi semplicemente una pausa da certe cose, anche da quelle che ti piacciono. Dovresti sentirti più carico e di buon umore dopo.
La condizione postmoderna è anche postsociale.
How to write, how to draw, how to cartoon, how to animate, how to dev a game, how to create music, sono tutti veri e propri generi letterari e anche l’argomento di innumerevoli video “how to” che risalgono all’era delle VHS fino a YouTube, e spesso sono anche veri e propri corsi scolastici. Puoi persino leggere materiale completamente casuale e opinioni altrui, a volte questo innesca una nuova catena di pensieri.

Mi piacerebbe creare delle teorie sull’eziologia di queste tendenze culturali, per trovare i dettagli che stanno dietro le astrazioni. Cosa rende queste culture diverse?
Ci sono cicli generazionali che possiamo prevedere?

Amo l’arte, ma l’ossessione dell’era attuale per l’arte e i media è strana. Tutti improvvisano la cosa del momento, ne parlano per 2 settimane, poi passano alla successiva.
Si ha un coinvolgimento superficiale con un milione di cose diverse, ma un coinvolgimento profondo con niente, finché alla fine tutte le tracce di emozione scompaiono e ciò che rimane è uno stato di anestetica stimolazione.
Questo non si limita solo all’arte. È il modo in cui stanno le cose ora che Internet si è evoluto e i social media sono diventati la piattaforma dominante. Qualcosa che ho notato con tiktok è come le “estetiche” vengano semplificate all’estremo.
“Emo” diventa scene che diventa “scenecore”*.
Cos’è che rende il provare piacere/dolore come uno solo o non-differenti? È quasi una ribellione ma ogni generazione ha il suo set di simboli associati.

A volte per un po’ è perlopiù negativo, magari le tue storie e i tuoi mondi sembrano un po’ oscuri a causa del dolore che gli altri ti causano per il fatto di non essere super social. Va bene, è così per tante persone che scrivono e disegnano o altro.
Che tu ti chiuda in te stesso o no, devi regolarmente andare oltre ciò che è confortevole, idealmente in modo sano e sostenuto, per mantenere il flusso creativo.
Penso che il segreto sia essere un osservatore molto acuto di ciò che è, e poi chiederti: e se…?
Credo di voler dire che dentro di te ci sono due lupi: uno che intuitivamente vuole evitare di essere ferito e si sente male quando viene ferito, e l’altro che elabora motivi e razionalizzazioni e ti ferisce per cercare di farti non sentire mai più ferito.

Federica Di Pietrantonio, SOLO, 2024, video still, digital/machinima video, 3840 x 2160, audio, colors, 00:23:00. Courtesy l’artista e The Gallery Apart Roma

A volte c’è la scintilla, ma la maggior parte delle volte la scintilla arriva lavorandoci su.
Per me, con la produzione musicale, all’inizio non sapevo cosa stessi facendo, e solo dopo… 500 ore di tentativi incasinati ho finalmente ottenuto qualcosa. E così la mia sanità mentale si è erosa un po’.
Pratica, pratica, pratica!
Il vero problema è che pensi ci sia qualcosa che ti fermi. Non c’è. L’unica cosa che ti ferma è l’esperienza, ma se non farai il primo passo e non produrrai il tuo cringey lavoro da studente del secondo anno (come abbiamo fatto tutti noi), non accumulerai mai esperienza.
Anche io faccio schifo a scrivere dialoghi tra personaggi.
Credo potrei scrivere personaggi inetti e alienati dal mondo, oppure gente che è praticamente finita in un altro universo che non capisce. Va bene se le persone sembrano aliene, in realtà penso che un bel gruppo di artisti, registi e simili veda le persone come qualcosa di alieno.

Internet è un posto solitario, sto cercando persone con cui chiacchierare con l’intento di conoscerle e di essere introdotto a nuovi software, luoghi e persone.
L’unica cosa che provo quando sono solo è pace, libertà e mancanza di pressione fisica. So di essere “quello strano”, ma non ho dubbi che ci siano molte persone che preferirebbero persino circondarsi di vampiri fisici piuttosto che fare i conti con la “solitudine” e la connotazione triste che la società ha promosso.

note:

*danknet: termine gergale che combina l’idea di “dark net” (la parte non indicizzata o nascosta di Internet) con “dank” (slang che indica meme o contenuti “molto forti” o assurdi), riferendosi a una rete peer-to-peer di nicchia, non convenzionale o difficile da utilizzare.

*peer-to-peer: una rete o architettura in cui tutti i nodi hanno pari diritti e funzioni, contrariamente al modello “client-server” in cui esiste un sistema centrale che fornisce servizi.

*shadowderezzate: da “shadow” + “derez” (da Tron), indica la rimozione silenziosa o la riduzione di visibilità di utenti e contenuti senza alcun preavviso.

*scenecore: termine nato online che fa riferimento a un’estetica evoluta dalla sottocultura “scene” (a sua volta derivata dall’“emo”) dei primi anni 2000. In “scenecore” si accentuano elementi vistosi e colorati, con un’estetica “cartoonesca” e iper-energetica, spesso diffusa su piattaforme di condivisione come TikTok.

from: endchan.org, lainchan.org, 8chan.moe

users: Spook, Anonymous, NEET, Apoc, Switch, Demeere, Cypher, Molly Millions, Pulse, Trinity, Koos van der Merwe, Nguoi La, Acid Burn, Boris Grishenko, SHODAN, Leto Atreides I, J.C. Denton, Aristóteles Amadópulus, Donna Hawthorne

Federica Di Pietrantonio, SOLO, 2024, video still, digital/machinima video, 3840 x 2160, audio, colors, 00:23:00. Courtesy l’artista e The Gallery Apart Roma

Ha collaborato Simona Squadrito
Per leggere gli altri interventi di I (never) explain
I (never) explain – ideato da Elena Bordignon – è uno spazio che ATPdiary dedica ai racconti più o meno lunghi degli artisti e nasce con l’intento di chiedere loro di scegliere una sola opera – recente o molto indietro del tempo – da raccontare. Una rubrica pensata per dare risalto a tutti gli aspetti di un singolo lavoro, dalla sua origine al processo creativo, alla sua realizzazione.