Ramona Ponzini, PROMENADE (2023)
Il punto di partenza è la riflessione sul concetto di accessibilità e del suo opposto, l’inaccessibilità, di opere ma anche di spazi legati alla collezione del Castello di Rivoli – Museo di Arte Contemporanea che ha commissionato ed esposto il lavoro.
Ho affrontato questa riflessione unendo due aspetti della mia pratica di sound artist: da una parte l’approfondimento delle caratteristiche sonore dei luoghi che ci circondano e la volontà di indagarli per restituire all’ascoltatore ciò che normalmente non viene percepito come musica. Dall’altra, la sperimentazione legata all’intersezione tra il camminare, l’ascoltare e il produrre suono. La tecnica del field recordings è sempre stata preponderante nella mia pratica compositiva, e rappresenta il principio alla base di un altro lavoro realizzato per il Castello di Rivoli, frogs.picus.VANNA (2021).
Pertanto, la riflessione sull’inaccessibilità di determinati luoghi del Castello mi ha spinta a recuperarne i suoni perduti o non recepiti nella loro natura musicale, indagandoli proprio sulla base della loro risposta acustica, per poterli restituire al pubblico, a tutto il pubblico, dunque non solo al pubblico vedente ma anche a quello non vedente. In tal senso il suono – e con esso la vibrazione – è estremamente più democratico dei media visivi.
Ho quindi tracciato un percorso dal Castello a Villa Cerruti attraverso il Parco Melano, passando per la Cisterna prospicente il teatro, la Grotta del Ninfeo sotto la Manica Lunga, il pozzo presente nell’edificio principale e la Sala dei Falconieri, registrando field recordings e vocalizzi espressamente formulati per indagarne la natura sonora. La passeggiata attraverso Parco Melano costituisce una traiettoria non canonica per chi normalmente visita il Castello e Villa Cerruti, mentre la Cisterna, la Grotta del Ninfeo, il pozzo e la Sala dei Falconieri, sono zone non accessibili al pubblico.
La restituzione di questa indagine avviene in stretto dialogo con due opere della Collezione: Panels and Tower with Colors and Scribbles del 1992 di Sol LeWitt e Yurupari – Stanza di Rheinsberg del 1984 di Lothar Baumgarten.
Promenade – Sound Scribbles
Nel relazionarmi alla sala di Sol LeWitt sono andata a creare dei campionamenti partendo dalle registrazioni ambientali, individuandone 7, come il numero degli interventi pittorici che costituiscono l’opera, e ho creato una griglia di elementi basata sull’abbinamento di questi elementi sonori alle cromie costituenti i wall drawing e la torre. L’opera presenta un primo abbinamento “puro” di sette campionamenti cuciti insieme ripetuti come linee editate a mano in stratificazione. A seguire le combinazioni partono dai percorsi che il visitatore affronta entrando dai tre differenti accessi alla sala (ovvero arrivando dalla sala di Nicola De Maria, da quella di Pistoletto o da quella dedicata a Richard Long), componendo sulla base della sequenza ricostruita dal susseguirsi delle varie cromie che si trasformano in quelle che definisco “sonocromie”.
Questa la regola compositiva che, seguendo il modus operandi di LeWitt, mi sono data. Partendo da questa griglia, da questa regola di abbinamento, le potenzialità compositive e riproduttive risultano infinite.
Nell’ottica della riflessione sull’accessibilità, questo tipo di approccio alla trascrizione sonora dell’opera la rende fruibile anche a un pubblico di non vedenti, restituendone le principali caratteristiche.
Promenade – Reverse
Il processo di relazione con l’opera di Lothar Baumgarten si basa sulla sua natura sinestetica, sulla musicalità intrinseca della sala – stanza non accessibile al pubblico ma che può essere vista solo sporgendosi – procedendo attraverso un accelerazionismo didascalico spinto a ritroso, in reverse, appunto. L’opera viene installata nel 1984 e “apre” al pubblico con l’apertura del Castello come museo d’arte contemporanea. Nel suo alludere al tempo storico, attraverso il dialogo con il contesto architettonico, ma anche alla transitorietà del tempo, nella scelta dei materiali impiegati (il pigmento non fissato), Baumgarten individua una serie di nomi di piante e animali che abitano i Tropici, che dissemina sui muri rimandando alle politiche di appropriazione coloniale europee.
L’opera sonora parte dalla registrazione ambientale della lettura di questi termini e dal successivo editing in reverse degli stessi per condurre lo spettatore in una sorta di viaggio a ritroso, al 1984 ma anche all’epoca delle classificazioni enciclopediche e delle nominazioni, con il fine di scardinarle. La lettura va a stratificarsi su un letto sonoro frutto della passeggiata, della promenade che costituisce il punto di partenza delle registrazioni per il progetto di accessibilità, e che riecheggia nelle decorazioni della Sala de Falconieri, dove flora e fauna ci rimandano a una dimensione esterna a quella della residenza sabauda.
Cover: Ramona Ponzini, Promenade – Reverse (2023). Photo Giorgio Perottino for Castello di Rivoli – Museum of Contemporary Art.
Ha collaborato Simona Squadrito
Per leggere gli altri interventi di I (never) explain
I (never) explain – ideato da Elena Bordignon – è uno spazio che ATPdiary dedica ai racconti più o meno lunghi degli artisti e nasce con l’intento di chiedere loro di scegliere una sola opera – recente o molto indietro del tempo – da raccontare. Una rubrica pensata per dare risalto a tutti gli aspetti di un singolo lavoro, dalla sua origine al processo creativo, alla sua realizzazione.