Questo quadro è nato osservando un limone e pensando al mio letto e porta il titolo di “Risveglio con Limoni”. É dipinto con un colore ad olio che viene dal ferro, in particolare dalla ruggine, ed è chiamato “rosso di Marte”. Raffigura un materasso, o forse lo simboleggia, lo personifica. Un letto disfatto e disordinato, una serie di pennellate veloci che si muovono come il mare. Un letto appena sveglio e reduce, insieme al suo lenzuolo e al suo cuscino, di una notte trascorsa in compagnia di sedici limoni. Tutto è rosso, tutto è ossidato, caldo, terroso. I limoni dalla pelle chiara hanno perso il loro giallo e sono bagnati dalla luce dell’alba o del tramonto; sono sensuali come seni senza corpo eppure il corpo ce l’hanno, stanno compiendo un’azione, stanno vivendo, forse sudando. I tre oggetti rappresentati non sono più oggetti ma azioni, verbi. Sarebbe giusto individuare il tempo verbale di ognuno di loro, sono oggetti declinabili… i limoni limonano, il cuscino cuscina, il letto letta. Cosa rappresenta questa immagine? Un momento della giornata di una persona che non c’è; la scenografia di uno spettacolo che parla d’amore o di solitudine.
Io letto Io cuscino Io limono
Tu letti Tu cuscini Tu limoni
Egli letta Egli cuscina Egli limona
Noi lettiamo Noi cusciniamo Noi limoniamo
Voi lettate Voi cuscinate Voi limonate
Essi lettano Essi cuscinano Essi limonano
Per descrivere un’immagine bisogna tradurla, e la traduzione, come si legge nella stessa origine del termine, è un vero e proprio tradimento. Tradurre un’immagine è come risolvere un rebus di qualcosa che va visto con la pancia, toccato con la mente, ascoltato col cuore; non è mai solo ma parte di un rizoma complesso, di una composizione che comprende anche spazio e tempo.
Ogni oggetto e ogni cosa ha un ruolo specifico nella realtà, diventando parte integrante di una scena, come i limoni o il cuscino di questo quadro o il quadro stesso. Gli elementi che costituiscono la realtà coincidono con quelli che compongono la scena teatrale: la scenografia è il paesaggio, il contesto in cui viviamo; gli attori si interscambiano il ruolo con gli spettatori e sono ogni persona con la quale interagiamo e non, compresi noi stessi; gli oggetti di scena, ogni cosa presente in uno spazio fisico. I sipari, le nostre porte quelle che ci permettono di entrare o uscire da qualsiasi stanza, da qualsiasi scena. Chi ha un ruolo nello spettacolo compie automaticamente un’azione, anche se sta fermo immobile come un quadro o una pietra. La parola composizione, quindi, è al centro della mia ricerca: tutto va assemblato, dai colori per comporre un dipinto agli oggetti della scena. Tutto nello spazio serve per formare una narrazione.
Le immagini che dipingo sono le più svariate, mi faccio trasportare dalla giornata, dagli eventi, dalla pennellata. Non si tratta di comunicazione ma della rappresentazione di qualcosa. Sono ossessionato da oggetti come letti, bottiglie, prese elettriche e interruttori, piante e uccelli o parti di corpo come gambe e piedi. Mi piace dipingerli, contestualizzarli, immaginarli e far sì che essi si trasformino nelle mie emozioni, nel mio pensiero, nel il mio carattere. Ogni quadro è una parte di me che si aggiunge allo spazio e che aspetta di essere congiunto ad una parte sorella per formare un corpo, una composizione sensibile, un luogo nel quale entrare e con il quale interagire e connettersi. Risveglio con limoni è la pagina di uno spettacolo, uno spettacolo sordo, che non ascolta, che non può parlare, che comunica a gesti e che aspetta il resto delle pagine per capire di cosa parli, per capire chi sia.
Ha collaborato Simona Squadrito
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I (never) explain – ideato da Elena Bordignon – è uno spazio che ATPdiary dedica ai racconti più o meno lunghi degli artisti e nasce con l’intento di chiedere loro di scegliere una sola opera – recente o molto indietro del tempo – da raccontare. Una rubrica pensata per dare risalto a tutti gli aspetti di un singolo lavoro, dalla sua origine al processo creativo, alla sua realizzazione.
Hanno contribuito alla rubrica Zoe De Luca, Simona Squadrito e Irene Sofia Comi