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I (never) explain #157 – Giovanni Oberti

UN TELO NERO BUCATO, UN CIELO BUIO STELLATO Un quadro nero, bucherellato, che lascia trasparire da ogni foro uno spiraglio illuminato.Un cielo stellato senza luna, così che la luce delle stelle si veda meglio.Il titolo stesso evoca l’immagine dell’opera. Riproducibile ovunque, in base allo spazio che la ospita.Adattabile all’ambiente circostante come l’aria. Mi sono sempre figurato […]

Giovanni Oberti – veduta della mostra, Un telo nero bucato, un cielo buio stellato, 2023 Courtesy dell’artista e Galleria Fuoricampo, Siena

UN TELO NERO BUCATO, UN CIELO BUIO STELLATO

Un quadro nero, bucherellato, che lascia trasparire da ogni foro uno spiraglio illuminato.
Un cielo stellato senza luna, così che la luce delle stelle si veda meglio.
Il titolo stesso evoca l’immagine dell’opera. 
Riproducibile ovunque, in base allo spazio che la ospita.
Adattabile all’ambiente circostante come l’aria.

Mi sono sempre figurato poco la vastità del cielo stellato.
Duplice la sensazione di spaesamento e di fredda emozione, alternata alla velocità di un batter d’occhio, cercando risposte che non trovano soddisfazione dal quel poco che si vede.
L’ho immaginato piuttosto come una cadente volta, al contrario di come lo mostrano l’architettura e la scienza, rivelandocelo spesso in modo tale da annoiarci.

Le stelle come buchi in uno sconfinato filato, che pure è solo un brandello del tutto, materia distesa o arricciata su sé stessa. 
Un lenzuolo scuro, lasciato sul letto sfatto, la mattina quando la casa è vuota.
Illuminato da dietro, come nei tempi andati si credeva, un firmamentum irraggiungibile, sterminato campo di luci.
Sulle stelle sono state fondate leggende, miti e religioni, ma anche teorie scientifiche e, anzitutto, poesie. Capaci, alcune, di dare una voce alla miseria che separa le stelle da noi, altre di illuminare i vincoli e i confini che ci opprimono sulla terra degli uomini. 
Mentre gli astri semplicemente di luce ascendono.

Intàt che arde i stèle, 
pènse sèmper 
che gh’ó i mé cà e i mé nóne 
chi arda zó”.*

* La poesia in dialetto bergamasco di Giovanni Oberti è stata trascritta correttamente grazie all’aiuto del Sig. Silverio Signorelli.

Giovanni Oberti, Un telo nero bucato, un cielo buio stellato, 2023, geomembrana, telaio in legno e ferro. Dimensioni ambientali.Courtesy dell’artista e Galleria Fuoricampo, Siena

Ha collaborato Simona Squadrito*

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I (never) explain – ideato da Elena Bordignon – è uno spazio che ATPdiary dedica ai racconti più o meno lunghi degli artisti e nasce con l’intento di chiedere loro di scegliere una sola opera – recente o molto indietro del tempo – da raccontare. Una rubrica pensata per dare risalto a tutti gli aspetti di un singolo lavoro, dalla sua origine al processo creativo, alla sua realizzazione.

Hanno contribuito alla rubrica Zoe De Luca, Simona Squadrito e Irene Sofia Comi