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I (never) explain #122 | Andrea Zucchini

Dreamwalker è un’installazione che esplora le infusioni tra stati interiori, mentali, ed emotivi con l’ambiente fisico. Il video si immerge nei paesaggi naturali della mia infanzia, in esperienze traumatiche, in luoghi dove paesaggi esteriori ed interiori si uniscono.  Evocativo di un percorso psicanalitico, il video è narrato da due voci che ci guidano in una […]

Andrea Zucchini – Dreamwalker – Obsidian Coast

Dreamwalker è un’installazione che esplora le infusioni tra stati interiori, mentali, ed emotivi con l’ambiente fisico. Il video si immerge nei paesaggi naturali della mia infanzia, in esperienze traumatiche, in luoghi dove paesaggi esteriori ed interiori si uniscono. 

Evocativo di un percorso psicanalitico, il video è narrato da due voci che ci guidano in una discesa psicofisica. La narrativa è formata da sequenze oniriche che espongono prevalenti ansie e desideri latenti, ritraendo il corpo in stati di flusso costante, dissoluzione ed impermeabilità. L’opera tesse una narrativa psico-ecologica, dove il corpo è invischiato con le emozioni, e la realtà è immersa in immagini oniriche.

Il progetto nasce nella Val Camonica, ai piedi delle Alpi nel Nord Italia, molto vicino a Brescia, la mia città di nascita. La valle contiene un sito archeologico di un valore particolare: una collezione unica di incisioni su pietra, che ricoprono un periodo superiore a 10,000 anni. Inoltre a raffigurazioni dal paleolitico al medioevo, le ultime incisioni vennero scolpite negli anni trenta da un Alpino dell’esercito fascita, prima di diventare un sito protetto dall’Unesco.

Le facciate di roccia della valle sono loro stesse state scolpite dallo scioglimento di un ghiacciaio 150,000 anni fa. Le roccia levigata dal ghiaccio poi divenne la tela perfetta per gli abitanti locali. 

Le incisioni dipingono un unica composizione stratificata di tempo antropologico: raffigurazioni di riti di parto e caccia ai cervi sono giustapposte a iscrizioni Romane e lavori metallurgici dell’età del ferro. Sulle superfici esposte delle rocce, incisioni da periodi diversi sono superimposte, a volte rivelando la scelta conscia di creare relazioni con i disegni precedentemente incisioni, facendo intravedere un rapporto molto diverso con la storia e l’idea dell’artefatto che abbiamo oggi giorno. I siti sono stati abbandonati, dimenticati e riscoperti più volte nello scorrere della storia. L’obiettivo del progetto è quello di invocare un’esplorazione psico-archeologica, nel processo di creare un relazione con il luogo, con l’intento di esplorare l’identità personale e culturale, immerse nella vastità del paesaggio naturale.

Andrea Zucchini – Dreamwalker – Obsidian Coast

Le prime incisioni sono scolpite da cacciatori nomadi durante il periodo Paleolitico, millenni dopo lo scioglimento del ghiacciaio, e illustrano la caccia a grossi animali come cervi e alci. All’inizio dei primi insediamenti sedentari e agricoli del Neolitico, le incisioni iniziarono a raffigurare scene di aratura, insieme a forme geometriche che oggi sono interpretate come mappe topografiche di terra coltivata. Nell’età del bronzo questa usanza continuò insieme a le prime immagini di armi e guerrieri

Durante l’età del ferro la quantità di incisioni fiorì considerevolmente. Scene di combattimenti e metallurgia erano giustapposte a immagini astratte di labirinti, impronte di piedi e simboli poco interpretabili. Durante il periodo Romano, i siti vennero apparentemente dimenticati per circa 1500 anni per poi esserci un rinascimento durante il medioevo con simboli Cristiani come croci e chiavi erano incise accanto o addirittura sopra precedenti incisioni con l’intento di sacralizzare i siti.

Le incisioni più recenti vennero fatte negli anni trenta, con un autoritratto di un Alpino con accanto il nome ‘Ruggiero’. Successivamente, negli anni cinquanta, il sito divenne un protetto dall’Unesco. Oggigiorno lo spirito della valle sembra inalterato, con l’economia della Val Camonica basata molto sull’estrazione del ferro e pietra dalle montagne e altre attività metallurgiche.

Raffigurazioni di attrezzi divennero il mezzo con cui si dedusse il periodo delle incisioni: archi e frecce (Paleolitico); aratura e ceramica (Neolitico); la ruota (Era del Rame), armi e leghe metalliche (Era del Bronzo); chiavi e croci (Medioevo). La rappresentazione del tempo stratificato è contenuto anche nella roccia stessa, su cui le incisioni vennero poi scolpite: il percorso del tempo profondamente scolpito nella roccia dall’acqua sciolta del ghiacciaio.

Andrea Zucchini – Dreamwalker – Obsidian Coast

La mia intenzione è quella di enfatizzare la stratificazione geologica e culturale di questi siti. Anzichè relazionarmi con questi siti attraverso una prospettiva storica o scientifica, il mio tentative è quello di dialogare con il paesaggio attraverso intuito e responsi emotivi. 

Attraverso questo approccio, ho tentato di produrre una narrativa alternativa del luogo e la conoscenza che invoca, ponendo la domanda sulla visione contemporanea della linearità della storia e del passato come un essere statico e non malleabile. Questo lavoro approfondisce il mio interesse su come culture passate intraprendevano artefatti ed il passato come parte integrante del presente. 

La prospettiva geologica del tempo è incarnata dalle piramidi situate in varie zone della Val Camonica. Queste incredibili forme geologiche sono create dall’erosione della pioggia, con grandi massi in cima a proteggere le colonne d’argilla che non si frammentano, grazie alla composizione chimica della terra nata da residui glaciali. 

Dreamwalker suggerisce che questo sito multi-temporale renda palpabile la parte culturale della nostra psiche che, radicata nella terra, contiene in essa un infinità di narrative ed identità. Nel tessere questo antico sito con l’ambiente della mia infanzia, tento di articolare la mia soggettività contraddistinta da perdite e delusioni emotive connesse al terreno bresciano si mischiano con la psiche collettiva.

Come il paesaggio che è costantemente formato da forze in collisione, così anche la nostra mente ed i nostri stati interiori, che si mischiano costantemente con il passato.


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Le dieci pratiche artistiche scelte per questa sezione di I (never) explain sono eterogenee eppure collegate da uno specifico approccio; ognuna di esse si sviluppa tramite l’ascolto di materiali e medium, intendendoli nella loro accezione più organica, autonoma, viva. Ognuna di queste opere è il risultato di una pratica fondamentalmente alchemica, poiché definita da gesti e stratificazioni, procedendo per addizione e sottrazione, manipolando la materia fino a trasmutarla in microcosmi personali. 

A cura di Zoë De Luca

Andrea Zucchini – Dreamwalker – Obsidian Coast – Still

Per leggere gli altri interventi di I (never) explain

I (never) explain – ideato da Elena Bordignon – è uno spazio che ATPdiary dedica ai racconti più o meno lunghi degli artisti e nasce con l’intento di chiedere loro di scegliere una sola opera – recente o molto indietro del tempo – da raccontare. Una rubrica pensata per dare risalto a tutti gli aspetti di un singolo lavoro, dalla sua origine al processo creativo, alla sua realizzazione.

Dall’apertura della rubrica, tra i curatori invitati a selezionare gli artisti: Simona Squadito, Irene Sofia Comi