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I, in my intricate image è una mostra curata da Marinella Paderni a Ex-Brun Farnespazio a Bologna. E’ per pura fortuna che sono riuscita a vedere solo una parte della mostra. Durante ArteFiera gli spazi erano aperti/chiusi/semiaperti ecc. Non ho visto l’installazione di E va Marisaldi (solo foto), ma ho potuto vedere invece la grande installazione di Paolo Gonzato e sentire l’intervento, molto poetico e visionario, di Donatella Spaziani che ha registrato una voce che legge una poesia di Valentino Zeichen. Ricordo ‘un fondale sporcato dalle nuvole…’. Lo spazio non è dei più facili, visto che è un lungo corridoio caratterizzato da una parete finestrata. Ed è in questa parte dello spazio che Gonzato ha compiuto una vera e propria trasformazione cromatica. Ha applicato dei grandi fogli adesivi neri lungo tutta la vetrata, creando una sorta di elemento decorativo e/o disturbante. Il lavoro funziona e crea una sorta di annullamento della parete (per altro gli infissi sono pesantissimi e nerissimi): non si riesce a vedere bene il cortile sottostante, la visione è disturbata o modificata. Rombi, quadrati, strani poligono formano uno disegno che, applicato allo sfondo oltre i vetri, crea uno strano collage fatto di geometrie e immagini parziali dell’edificio di fronte.
La curatrice, si è ispirata per questo progetto, da una poesia di Dylan Thomas:
I, in my intricate image, stride on two levels,
Forged in man’s minerals, the brassy orator,
Laying my ghost in metal…
Create this twin miracle.