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Helen Frankenthaler in mostra a Palazzo Strozzi, Firenze

La Fondazione Palazzo Strozzi in collaborazione con la Helen Frankenthaler Foundation presenta la mostra Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole, visibile fino al 26 gennaio 2025 a Firenze. La mostra, a cura di Douglas Dreishpoon, Direttore dell’Helen Frankenthaler Catalogue Raisonné, indaga il lavoro dell’artista americana mettendolo a confronto con le opere di artisti della sua generazione […]

La Fondazione Palazzo Strozzi in collaborazione con la Helen Frankenthaler Foundation presenta la mostra Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole, visibile fino al 26 gennaio 2025 a Firenze. La mostra, a cura di Douglas Dreishpoon, Direttore dell’Helen Frankenthaler Catalogue Raisonné, indaga il lavoro dell’artista americana mettendolo a confronto con le opere di artisti della sua generazione che ne hanno ispirato ed arricchito il lavoro. 

La mostra, che abbraccia gli anni 1953-2002, offre un ricco spaccato sulla vita privata, le amicizie e le influenze artistiche che hanno segnato la carriera di Frankenthaler, da Anthony Caro, a Morris Louis, Robert Motherwell, con il quale fu sposata tredici anni, fino ai già citati Jackson Pollock e Marc Rothko. Con prestiti dai più celebri musei internazionali, quali il Metropolitan Museum of Art di New York e la Tate Modern di Londra, Palazzo Strozzi propone la più completa rassegna sul lavoro di Frankenthaler finora realizzata in Italia. 

La mostra è effettivamente una ricca panoramica sul lavoro dell’artista e ne ripercorre in modo molto lineare, progredendo per decenni, tanto l’evoluzione artistica quanto le vicende personali. Parte così dal rapporto con Jackson Pollock che negli anni Cinquanta influenzò profondamente il lavoro dell’artista americana, come si vede dal confronto puntuale tra l’opera No. 14 del 1951 di Pollock e Mediterranean Thoughts di Frankenthaler del 1960, un colorato dipinto a olio nel quale presenta “elementi di realismo astratto o di Surrealismo”, frase che lei stessa dedicò anche al lavorò di Pollock dopo averlo visto di persona la prima volta. A partire dagli anni Sessanta si avvicinò invece al lavoro di Mark Rothko che divenne, oltre a riferimento artistico, anche un caro amico suo e del marito Robert Motherwell. Lo si vede bene in lavori come Cape (Provincetown) del 1964 nel quale emergeuna crescente attenzione da parte di Frankenthaler alle figure geometriche disegnate attraverso il colore. Il lavoro di Rothko trovò anche posto all’interno della casa dell’Upper East Side in cui la coppia viveva, Untitled del 1949 era stato infatti donato da Rothko alla coppia e si trovava collocato, tra gli altri, accanto alla scultura di David Smith Portrait of the Eagle’s Keeper, anch’essa in mostra a Palazzo Strozzi. 

“Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole”, Palazzo Strozzi, Firenze, 2024. Photo OKNOstudio © 2024 Helen Frankenthaler Foundation, Inc. / Artists Rights Society (ARS), New York / SIAE, Rome

La tela Tutti-Frutti (1966) trova invece un analogo ma in formato tridimensionale in Untitled (1964), scultura in acciaio dipinto di David Smith, composta da forme geometriche impilate l’una sull’altra ed appoggiata su quattro piccole ruote. Tutti i frutti è anche un interessante esempio dell’innovativa tecnica del soak-stain (letteralmente “imbibizione a macchia”) sviluppata da Frankenthaler a partire dal 1952 e che prevedeva l’applicazione di vernice diluita distesa orizzontalmente su tele non trattate, creando effetti simili a quelli dell’acquerello, ma su larga scala e con colori a olio. Frankenthaler applicava inoltre la vernice con pennelli o spugne lasciando che si espandesse e si mescolasse in modo naturale, creando continue interazioni e sovrapposizioni cromatiche. Le grandi tele, spesso poggiate a terra e dipinte in piedi muovendosi da una parte all’altra, erano per Frankenthaler un modo per sperimentare nuovi effetti cromatici alla ricerca di possibili rapporti tra il colore, la forma e lo spazio. 

Più interessata ai paesaggi e agli effetti della luce rispetto che alle questioni politiche, che anzi riteneva dovessero rimanere estranee all’arte, Frankenthaler è riuscita ad imporsi con le sue opere grazie ad un approccio di forte rottura e sempre rivolto alla sperimentazione, affermandosi come una delle principali artiste della sua generazione ed arrivando a rappresentare, al fianco tra gli altri di Roy Lichtenstein, il padiglione degli Stati Uniti in occasione della Biennale di Venezia del 1966.

Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole
Palazzo Strozzi, Firenze 
27 settembre 2024 – 26 gennaio 2025

Per tutte le foto: “Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole”, Palazzo Strozzi, Firenze, 2024. Photo OKNOstudio © 2024 Helen Frankenthaler Foundation, Inc. / Artists Rights Society (ARS), New York / SIAE, Rome