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Attivismo e pittura: Haley Mellin | Museo Novecento, Firenze

In un'epoca in cui l’arte rischia spesso di disconnettersi dal mondo reale, Haley Mellin invita il pubblico a non osservare soltanto, ma a sentirsi parte di un ecosistema vivo e condiviso
Haley Mellin, Siamo Natura Installation Views (2025), Courtesy of the artist and Museo Novecento. Ph Ela Bialkowska

Siamo Natura: un percorso tra le opere e la visione dell’artista e ambientalista americana Haley Mellin. Visibile fino al 29 ottobre 2025 al Museo Novecento di Firenze, si tratta della sua prima mostra all’interno di un museo italiano e mette in luce non solo il suo lavoro come artista ma anche il suo profondo impegno in progetti ambientali. 
Curata da Sergio Risaliti e Stefania Rispoli, la mostra si articola in quattro sale, una delle quali interamente dedicata all’iniziativa no-profit Art into Acres, di cui Mellin è direttrice generale. Il progetto è attivo nella tutela di oltre 30 milioni di ettari di foreste; grazie al coinvolgimento attivo di artisti, collezionisti, gallerie, musei, ambientalisti, amministratori e comunità, che hanno dato vita, attraverso raccolte fondi, a nuovi parchi nazionali, aree protette e territori di conservazione comunitaria. Per la prima volta il lavoro di Art into Acres viene presentato come forma di attivismo artistico e come parte integrante della pratica artistica di Mellin. 
I paesaggi che prendono forma nelle sue tele sono infatti gli stessi che contribuisce a salvaguardare attivamente, dando vita ad un circolo virtuoso tra esperienza, impegno e rappresentazione. Mellin è infatti solita dipingere immersa in quei paesaggi, usando principalmente gouache, insieme ad elementi naturali come il carbone vegetale, l’acquerello e a volte persino il caffè. L’acqua per diluire i colori viene raccolta direttamente nei luoghi dove dipinge, trasferendo così l’umidità di quei paesaggi direttamente sulla tela.
La pittura, per me, è conservare uno stato mentale particolare – un modo di stare nella e con la natura. È un omaggio, non un’alterazione” spiega l’artista “È tempo, osservazione, studio, ascolto mentre la natura parla”.
L’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità permea ogni aspetto del lavoro di Mellin. L’artista sceglie, ad esempio, di realizzare tele di piccolo formato in modo che possano essere trasportate senza l’uso di mezzi ingombranti e sceglie di lavorare stagionalmente in studi all’aperto, rinunciando a elettricità e riscaldamento. Anche nella realizzazione della stessa mostra al museo Novecento ha optato per materiali ecologici: casse riciclabili, imballaggi sostenibili, e un albero piantato per ogni cornice realizzata – gesti concreti in un mondo dell’arte sempre più frenetico e disattento.   

Haley Mellin, Northern Highlands, Guatemala, 2024
Haley Mellin, Siamo Natura Installation Views (2025), Courtesy of the artist and Museo Novecento. Ph Ela Bialkowska

Questa profonda connessione con il mondo naturale emerge dai suoi lavori – talvolta intitolati con le stesse coordinate in cui sono stati realizzati – che si caratterizzano per i colori vibranti e i continui giochi di luce. Mellin sceglie inoltre dei punti di vista molto particolari portando lo spettatore all’interno del paesaggio stesso. In mostra anche alcuni disegni di grande formato e una serie di interessanti sketch book nei quali l’esercizio manuale dell’osservazione sfocia in forme e linee astratte capaci forse di raccontare più lo stato d’animo e l’angoscia della ricerca, che non le forme della natura. Al centro del suo lavoro vi è il concetto di eredità: uno degli obiettivi tanto dell’artista quanto di Art into Acres è infatti quello di preservare gli ultimi paesaggi selvaggi del pianeta e le comunità che li abitano, con tutta la stratificata memoria storica. «Un’opera d’arte è la fotografia di un momento nel tempo» afferma l’artista “la terra selvaggia conserva la memoria di ciò che è stato, dall’origine fino ad oggi. Entrambe sono testimonianze di un valore che perdura”.
In parallelo alla mostra Mellin ha avviato anche una collaborazione con il Museo Novecento per la rigenerazione del Giardino delle Leopoldine, mettendo a dimora circa 300 piante autoctone nello storico chiostro del museo. Frutto di un attento studio su specie vegetali legate culturalmente e storicamente al paesaggio toscano, il giardino è pensato come spazio verde per catturare le emissioni di carbonio ma anche come spazio naturale per visitatori e cittadini.

In un’epoca in cui l’arte rischia spesso di disconnettersi dal mondo reale, Haley Mellin invita il pubblico a non osservare soltanto, ma a sentirsi parte di un ecosistema vivo e condiviso soffermandosi sulla connessione tra uomo e mondo naturale. Dimostrando come l’arte possa diventare strumento concreto di cambiamento.

Haley Mellin – Siamo Natura
A cura di Sergio Risaliti e Stefania Rispoli
Museo Novecento, Firenze
24 giugno – 29 ottobre 2025 

Cover: Haley Mellin, Painting outdoors, Cloud Forest, Northern Highlands, Image courtesy DITTRICH & SCHLECHTRIEM and the artist

Haley Mellin, Siamo Natura Installation Views (2025), Courtesy of the artist and Museo Novecento. Ph Ela Bialkowska
Haley Mellin, Siamo Natura Installation Views (2025), Courtesy of the artist and Museo Novecento. Ph Ela Bialkowska
Haley Mellin, Siamo Natura Installation Views (2025), Courtesy of the artist and Museo Novecento. Ph Ela Bialkowska
Haley Mellin, RJ 15.4689N, 90.7782W, 2022