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Solo Show by Giovanni Kronenberg | RizzutoGallery, Palermo

Giovanni Kronenberg – Rizzuto Gallery, Palermo 2023 – Installation view – Foto ATPdiary Inaugura sabato 25 febbraio 2023, la personale di Giovanni Kronenberg alla RizzutoGallery di Palermo. Accompagnata da un testo critico di Antonio Grulli, la mostra è interamente incentrata...

Giovanni Kronenberg – Rizzuto Gallery, Palermo 2023 – Installation view – Foto ATPdiary

Giovanni Kronenberg – Rizzuto Gallery, Palermo 2023 – Installation view – Foto ATPdiary

Inaugura sabato 25 febbraio 2023, la personale di Giovanni Kronenberg alla RizzutoGallery di Palermo. Accompagnata da un testo critico di Antonio Grulli, la mostra è interamente incentrata sulla recente produzione su carta dell’artista. 

Seguono degli estratti del testo di Antonio Grulli

Ho sempre amato le mostre di soli disegni. Penso dicano moltissimo di un artista. Non offrono scappatoie, riducono al minimo le possibilità e costringono a trovare una propria vera forza, quel pensiero e quell’anima in grado di reggere e comunicare una visione del mondo anche in pochissimo spazio e con pochissimi strumenti. 
Penso che questo sia ancora più vero per un artista come Giovanni Kronenberg, conosciuto soprattutto per le sue sculture, pur avendole spesso abbinate alla produzione di disegni. La prima riflessione che sento di fare non può che riguardare il rapporto viscerale e storico tra disegno e scultura: la stragrande maggioranza degli scultori ha utilizzato il disegno come momento preparatorio e di riflessione, funzionale alla scultura. Non è questo minimamente il caso di Kronenberg: in lui disegno e scultura procedono indipendentemente e senza un vero rapporto formale diretto – sono molto differenti nell’aspetto – pur mantenendo un legame di dialogo profondo. 
Le sue sculture vivono di un’autonomia totale e assoluta, rifiutando ogni riferimento esterno, ogni funzione didascalica, come spesso ribadito dall’artista, e rimandano continuamente solo a sé stesse, con un movimento centripeto continuo. Ma queste sculture sono pur sempre composte di oggetti trovati, i quali continuano se non altro a rimandare una parola, un nome, l’appartenenza a un mondo esterno all’arte della cui architettura hanno fatto parte: riconosciamo un oggetto il cui nome è spugna, sappiamo che quella scultura è composta almeno per metà da un manichino, ecc.
I disegni sfuggono anche a questo precario legame. Sono completamente astratti, e non astratti al modo di molta arte in grado di evocare una qualche immagine, una qualche figura. Sono disegni composti volutamente, in maniera direi quasi irritante, di forme inafferrabili. (…)
È inevitabile provare a cimentarsi nel cercare rimandi alle forme presenti nei disegni. Alcuni sembrano un baccello o delle forme vegetali, ma guardandoli con più attenzione si notano dettagli in grado di chiarire che no, non si tratta di forme vegetali conosciute. Altri potrebbero emergere dalle profondità marine, ma anche in questo caso qualcosa ci dice inequivocabilmente che stiamo sbagliando. Dopo un breve tempo la nostra mente smette di operare nella sua modalità classica di identificazione dei riferimenti e si abbandona semplicemente alle forme e ai colori, la cosa più saggia da fare in questa situazione. E ci si accorge finalmente che hanno molto da dire questi disegni, molto da farci sentire. (…) 
Nei suoi disegni troviamo infatti una stretta interrelazione tra figura e sfondo, in cui emerge una visione dell’arte in generale. Lo sfondo è spesso realizzato con colori o materiali, come l’oro, che alludono a una dimensione spirituale; la figura emerge come limite in grado di definire e esistere come forma e come corpo di ciò che forma e corpo non ha in quanto infinito e indefinito. Ma la figura e lo sfondo non vivono come negazione l’uno dell’altro, bensì in una simbiosi totale, in una necessità insolubile. Lo sfondo con la sua infinitezza ha bisogno della forma per incarnarsi e potersi manifestare, vivendo e fremendo in una poetica fatta al tempo stesso di senso e di mistero, di lati in ombra dalla luce, i quali sono la sorgente infinita di tutte le potenzialità future che forse un giorno scopriremo; mentre la figura, la forma in primo piano, non sarebbe nulla, sarebbe morta, senza lo spirito di cui si è fatta limite, e riesce ad esistere proprio perché ha un “di fuori” di cui è rivestita. (…)
Le forme nate al centro dei suoi disegni mantengono una loro plasticità quasi scultorea, hanno una loro presenza tridimensionale. Ma tendono a qualcosa di musicale, di fluido e inafferrabile.(…) 

In contemporanea alla mostra di Giovanni Kronenberg, la RizzutoGallery ospita la mostra Neither Europe nor Asia di Claudio Gobbi.

Giovanni Kronenberg – Rizzuto Gallery, Palermo 2023 – Installation view – Foto ATPdiary
Giovanni Kronenberg – Rizzuto Gallery, Palermo 2023 – Installation view – Foto ATPdiary