ATP DIARY

Ginocchia pensanti a Milano ❖

*** Prende ispirazione da un’affermazione di Joseph Beuys – “Io penso comunque con il ginocchio” – il progetto nato dal un’idea di Mario Airò, Stefano Dugnani e Diego Perrone, inaugurato ieri nello spazio Frigoriferi Milanesi, penso con le mie ginocchia.  Mesi fa è stato lanciato un bando che invitava giovani artisti a partecipare ad un […]



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Prende ispirazione da un’affermazione di Joseph Beuys – “Io penso comunque con il ginocchio” – il progetto nato dal un’idea di Mario Airò, Stefano Dugnani e Diego Perrone, inaugurato ieri nello spazio Frigoriferi Milanesi, penso con le mie ginocchia.  Mesi fa è stato lanciato un bando che invitava giovani artisti a partecipare ad un progetto-laboratorio. Ieri sera sono stati presentati i 10 artisti vincitori: Giallo Concialdi, Yuki Ichihashi, Pierpaolo Luvoni, Emanuele Marcuccio, Jacopo Mazzetti, Eleonora Orsini, Jesse Perret, Emiliano Pistacchi, Alberto Scodro, Marcello Spada
I selezionatori sono stati Mario Airò, Stefano Dugnani, Diego Perrone, Beatrice Oleari , Barbara Oteri e Guido Santandrea. 
Da ora e per i prossimi mesi, uno o due artisti  per volta avranno la possibilità di lavorer in questo grande e atrezzatissimo spazio. Avranno a disposizione non solo macchinari e attrezzi, ma anche di l’aiuto tecnico e l’esperienza di Airò, Perrone e Dugnani. Oltre alla ‘pratica’, la parte importante del progetto è quella di mettere a fuoco e incentivare un’esperienza critica e dialettica dei artisti in relazione al loro modo di lavorare. 
Ogni artista, ieri, ha presentato un’opera ‘significativa’ del percorso fatto fin ora. Dico a Diego che tutto ciò mi da la sensazione che abbiamo fatto esattamente quello che avrebbero voluto loro vent’anni fa: trovare uno spazio gestito da persone ‘consapevoli’, pronte ad aiutare giovani artisti a diventare ‘consapevoli’.
 
A colpo d’occhio spiccava un grande dirigibile gonfiabile rosso di Luvoni. Riesco a parlare con alcuni artisti. Jesse mi racconta di aver abbandonato una scultura in un laghetto e, ritornato in loco dopo un pò di tempo, questa si era mossa di un pò di metri. Mentre parla, scorrono le immagini del video che ha girato: della canapa che galleggia che sembra un testa. In un angolo il letto catarifrangete di Jacopo Mazzetti. Nello schermo di un computer, fluttuano sopra una costruzione diroccata i palloncini di Yuki. Grande disegno sospeso di Concialdi. 

In un angolo, Diego mi segnala un piccolo scatolone ‘vibrante’ di Marcello Spada (artista veramente bizzarro!). Mi parlano di una carota sospesa (che non vedo) di Emiliano Pistacchi. Parlo un pò con Emanuele Marcuccio che mi racconta che ingrandisce dei particolari fotografici. Gli rispondo che mi sembrano dei paesaggi: ” Ma dai, sei la seconda che me lo dice!”. Eleonora Orsini si lamenta che lei e Yuki sono le uniche donne della ciurma.  Mi appassiona il racconto di Alberto Scodro sui buchi trovati nel muro con cui ha elaborato una struttura di fili sospesi. A terra una vaso da fiori con dell’acqua: ha voluto ricreare l’oceano inclinando il vaso a 23°, come l’asse delle terra.  

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  Mario Airò, Simone Bertuzzi e Emanuele Marcuccio – Marcello Spada e Giallo Concialdi – Jesse Perret
 Yuki Ichihashi – Diego Perrone e Martina Angelotti – Alberto Scodro
Emanuele-Cerutti-Collezione-Maramotti-2024