Gare de l’Est | Teatro Anatomico di Padova

...per sondare nuove letture e interpretazioni dei teatri anatomici
16 Dicembre 2016

Les gares è un progetto della curatrice Chiara Ianeselli, che prende in esame le strutture dei teatri anatomici, considerati come “stage for mankind par excellence”. L’obiettivo è quello di chiamare artisti a studiarne lo spazio, capirne la storia, indagare le tematiche della dissezione anatomica e della conservazione dei documenti relativi, oltre che il loro significato sociologico e storico, per sondare nuove letture e interpretazioni dei teatri anatomici.
“La conoscenza progressiva dei teatri, scandita nel tempo e nello spazio, consente di costituire legami fisici o ideali tra di loro, dando al progetto una maggiore coerenza nell’impostazione di ricerca”.
Il primo appuntamento si chiamava Gare du Nord e si è tenuto nel Anatomical Theater de Waag di Amsterdam, nell’estate 2015, lì dove Rembrandt ha dipinto la sua Anatomy Lesson of Doctor Tulp. Gli artisti invitati erano Sonja Bäumel, Laurent-David Garnier e Nicola Samorì, che si sono confrontati con il luogo, gli specialisti sull’argomento, con i documenti conservati per proporre poi al pubblico una conferenza ed una mostra.
Il progetto è poi proseguito nel Teatro Anatomio dell’Archiginnasio di Bologna, dove Nicola Samorì, un anno fa, ha portato avanti la ricerca e il lavoro iniziati nella capitale austriaca. L’evento aveva il nome di Gare du Sud.
Lo scorso 13 dicembre, Les gares ha dato via al suo terzo appuntamento, che in questo caso è stato chiamato Gare de l’Est e si è tenuto presso il Teatro Anatomido di Palazzo del Bo dell’Università di Padova — completato nel 1595, è il più antico teatro anatomico conservatosi. In programma fino al 14 marzo 2017, la mostra propone lavori di Alberto Burri , Nicola Samorì e Gustave Joseph Witkowski che “ ripercorrono anche la struttura [del teatro] ovvero la cucina anatomica, dove i corpi venivano preparati per l’anatomia, e il luogo d’eccellenza della visione, il teatro stesso, ove la conoscenza prendeva forma nello studio del corpo umano”.
La mostra prende le mosse da un foglio contenuto all’interno della pubblicazione del 1600 del De visione di Girolamo Fabrici d’Acquapendente (Acquapendente, 1533 – Padova, 21 maggio 1619 – autore probabilmente del progetto del Teatro, medico e amico personale di Galileo Galilei – in cui compaiono immagini dell’occhio che ricordano la struttura del teatro. Il nome teatro, etimologicamente risalente al verbo greco ???????? , théaomai (vedo), conduce direttamente alla riflessione sulla vista.

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