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Nasce Fuocherello — Fonderia artistica de Carli, a Volvera, Torino

A circa 20 minuti da Torino, nasce un nuovo spazio per l’arte contemporanea: Fuocherello. Il nome ricorda il gioco che si faceva da bambini quando, per indicare la vicinanza dall’obbiettivo, si suggeriva fuoco, fiocchino e fuocherello. Ma l’origine del nome...

Fonderia artistica de Carli, a Volvera, Torino
Fiammiferai. Fuocherello – Fonderia artistica de Carli, a Volvera, Torino – Foto Vanessa Wellington

A circa 20 minuti da Torino, nasce un nuovo spazio per l’arte contemporanea: Fuocherello. Il nome ricorda il gioco che si faceva da bambini quando, per indicare la vicinanza dall’obbiettivo, si suggeriva fuoco, fiocchino e fuocherello. Ma l’origine del nome suggerisce anche dell’altro. 
La sede di Fuocherello è all’interno del complesso della Fonderia artistica de Carli, a Volvera. Nata nel marzo 2022 da un’idea di Miral Rivalta, direttrice artistica, Philippe Jacopin, avvocato e imprenditore svizzero e Manlio Bonetto, proprietario della Fonderia de Carli insieme a Piero de Carli e Andrea Toloardo, Fuocherello vuole essere un luogo aperto a possibilità e sperimentazioni, dove la scultura rimane il nucleo centrale della programmazione espositiva. 
L’obiettivo di Fuocherello è di organizzare circa cinque mostre all’anno e due o tre nelle succursali estere: a Romainmôtier-Envy e Neuchâtel, nella Svizzera francese, e a East Hampton, nello stato di New York.
Fuocherello ha finora realizzato cinque mostre proponendo il lavoro di artisti eterogenei: Emanuele Becheri, Davide Rivalta, Andrea di Lorenzo, Bekhbaatar Enkhtur, Lorena Bucur e Arianna Zama.
Lo scorso 5 maggio è inaugurata la mostra che ospita le opere di Bekhbaatar Enkhtur, Giulia Poppi e Lorenzo Lunghi. Accompagnata da un testo di Gabriele Tosi, il progetto ha per titolo Fiammiferai ed è visitabile fino al 1 agosto 2023. 
Lorenzo Lunghi presenta quattro opere: Microflame, (SKY, Power, Trust) allestite in inconsuete collocazioni. Le sculture di Lunghi hanno la pretesa di essere dispositivi domestici, fuoriescono dagli anfratti della stanza come artigli dell’architettura e dalle prese elettriche. Giulia Poppi occupa lo spazio espositivo con le sue Caravelle, opere in resina colorata semi-trasparente che realizza modellando, plasmando e piegando la materia grazie a sostanze chimiche da lei composte mediante tentativi ed errori. Bekhbaatar Enkhtur presenta un intervento site-specific che si espande sulla parete principale dello spazio di Fuocherello, utilizzando uno dei medium che più rispecchia la sua pratica d’artista: il disegno. Forme sinuose e tratti leggeri, appartenenti a una cultura visiva non occidentale e con rimandi alle civiltà nomadi (Enkhtur è nato e cresciuto in Mongolia) sono incisi sulla parete.

In occasione di questa mostra pubblichiamo un’intervista con Miral Rivalta, direttrice artistica di Fuocherello —

Ci racconti chi sono i fondatori di Fuocherello? Nomi, ruoli… Quando parte la vostra avventura?
I fondatori di Fuocherello sono: io, Miral Rivalta, direttrice artistica, Philippe Jacopin, imprenditore svizzero, che qui svolge un ruolo di amministratore, e i proprietari della Fonderia artistica De Carli: Manlio Bonetto, Piero De Carli e Andrea Tolardo. La galleria si trova proprio sopra la fonderia De Carli e lo spazio espositivo è di circa 60 mq. Fuocherello “esiste” già dal marzo 2022, ma solo ora abbiamo deciso di presentarci “ufficialmente”. La prima mostra che abbiamo inaugurato è stata una personale di Emanuele Becheri intitolata Miscellanea, ma il primo progetto che ci ha fatto davvero pensare alla possibilità di aprire uno spazio è stato quando Manlio Bonetto ha invitato l’artista Bekhbaatar Enkhtur a realizzare delle fusioni e ad esporle negli spazi della fonderia. In quel momento abbiamo subito capito il potenziale dell’operazione, e abbiamo pensato che aprire uno spazio espositivo, anzi, una galleria nella fonderia, potesse essere un’idea interessante. 

Bekhbaatar, mostra personale, Fuocherello 2022
Bekhbaatar Enkhtur, Vulture, 2021, engraving wax panels, 60x40x10cm each. Photo by Gabriele Tosi. Courtesy Fuocherello.

Perché aprire uno spazio a Volvera? Che tipo di lavori esporrete?
Abbiamo aperto la galleria a Volvera, a circa venti minuti di auto da Torino, perché per ragioni logistiche e d’interessi comuni con i proprietari aveva senso fondare Fuocherello all’interno della fonderia. Anche se ci troviamo in zona periferica/industriale, essere appunto dentro il capannone della fonderia ci permette, da un lato, di intercettare chi ci lavora o la visita (artisti, collaboratori, galleristi e artigiani) dall’altro, di portare i visitatori della galleria a vedere – e soprattutto a vivere – uno spazio che altrimenti sarebbe accessibile solo agli addetti ai lavori. Per quanto riguarda i linguaggi, non vogliamo limitarci solo alla scultura ma aprirci anche ad altre possibilità, anche se il legame con la scultura, per ovvie ragioni, rimane molto forte.

Sarà uno spazio per artisti emergenti o è previsto anche il coinvolgimento di artisti affermati?
Gli artisti che espongono a Fuocherello sono abbastanza eterogenei per quanto riguarda le loro pratiche artistiche e lo stadio di carriera. Emanuele Becheri e Davide Rivalta, ad esempio, sono già affermati; Andrea di Lorenzo, Bekhbaatar Enkhtur, Victor Fotso Nyie, Giulia Poppi e Lorenzo Lunghi sono in una fase intermedia, mentre Lorena Bucur, Arianna Zama e Francesco Bendini sono esordienti. La programmazione dell’anno prossimo sarà ugualmente diversificata. 

Lavorerete con dei curatori? Se sì, puoi già fare qualche nome?
Faccio fatica a fare nomi perché cerco il più possibile di lasciare agli artisti la scelta sul curatore, così che possano avere al loro fianco, oltre a noi, una figura teorica di cui si fidano e con cui confrontarsi senza timori. Abbiamo però già lavorato con Davide Ferri, che ha curato la mostra “Andirivieni”, una personale di Andrea di Lorenzo, e con Gabriele Tosi che ha curato “Fuocherello”, la mostra di Bekhbaatar Enkhtur che ha dato il nome allo spazio. Sono entrambi dei curatori che stimo e che sicuramente continueranno a far parte della programmazione di Fuocherello. 

Pensate di lavorare anche sul territorio? Di dialogare con altre istituzioni?
La Fonderia de Carli lavora da moltissimi anni con fondazioni, musei, artisti e gallerie del territorio e capita spesso di “incrociarci” nello spazio di produzione. Per quanto riguarda Fuocherello, mi piacerebbe molto iniziare a lavorare sul territorio, dialogare con altre istituzioni. A questo proposito, abbiamo appena fatto l’application per Artissima… sarebbe bello debuttare proprio alla fiera di Torino!

Bekhbaatar Enkhtur, Senza titolo, 2023, Pencil drawing on wax and wall. Photo by Roberto Apa. Courtesy Màteria.
Giulia Poppi, Caravelle, 2020, resina. Courtesy dell’artista.

Che tipo di sinergia c’è con gli altri spazi esteri?

Neuchâtel, East Hampton e Romainmôtier sono tre realtà molto diverse tra loro. Romainmôtier-Envy è un piccolo comune in Svizzera in cui abbiamo trovato una particolare predisposizione e attenzione per l’arte legata al territorio. Siamo riusciti a mettere insieme degli artisti molto talentuosi il cui lavoro site-specific può veramente essere apprezzato dalla cittadinanza e il comune ci sta dando fiducia. Neuchâtel è stato il primo luogo in cui ci siamo trovati a collaborare io, Philippe Jacopin, Manlio Bonetto e Davide Rivalta per la mostra “Témoins à charge” del 2018. La città ha reagito molto positivamente alle sculture di Davide Rivalta, un entusiasmo che personalmente non ho mai visto in nessun’altra circostanza. Chiunque visiti la cittadina svizzera oggi capirà perché quella città, e quella mostra, sono state la miccia che ha “acceso” anche la nostra collaborazione, ora tramutata in Fuocherello. Insieme, il comune e alcuni privati, alcuni anonimi, altri no, hanno acquistato e deciso di tenere permanentemente nelle strade della città quasi tutte le opere esposte a quella mostra. Per questo, abbiamo deciso di mantenere un piede lì, pensando di aprire uno spazio espositivo non-convenzionale. Sono degli ex uffici e magazzini, da utilizzare per mostre più grandi di quelle che possiamo fare per ragioni di spazio, a Fuocherello. La collaborazione con East Hamptoni, nello stato di New York, invece, è ancora nuova; a luglio inaugureremo per la seconda volta ad East Hampton, però mi piacerebbe renderlo un progetto annuale. Gli Stati Uniti sono lontani, fisicamente e culturalmente, il che rende la logistica molto più complicata che per la Svizzera, per esempio. Però c’è tantissimo fermento tra i nostri artisti alla possibilità di “attraversare l’oceano”, e da parte degli spazi espositivi ai quali ci stiamo appoggiando. Devo dire che abbiamo trovato molto entusiasmo per il nostro progetto e il lavoro degli artisti che rappresentiamo. 

Ci racconti brevemente la mostra “Fiammiferai” con Giulia Poppi, Bekhbaatar Enkhtur e Lorenzo Lunghi che avete appena inaugurato? 

Fuocherello è una realtà ancora giovane e credo fortemente che per creare delle basi solide ci debba essere il coinvolgimento, per quanto riguarda l’identità di galleria e la programmazione, degli artisti. Così, insieme a Bekhbaatar, per questa mostra ho deciso di coinvolgere Giulia e Lorenzo. I loro lavori non potrebbero essere più diversi. Bekhbaatar modella, disegna, segna le pareti, la creta, la cera. Per la mostra “Fiammiferai” ha realizzato un disegno su cera d’api che copriva tutta la parete principale dello spazio espositivo. Giulia modella la materia in maniera molto diversa da Bekhbaatar. In mostra presenta tre delle sue Caravelle, sculture leggerissime, semi trasparenti e colorate, resine che lei manipola utilizzando intrugli e miscele di acidi. Una volta indurite, Giulia installa queste opere appoggiandole in bilico dove incontrano la luce per rifrangerla. Lorenzo mette insieme tecniche moderne e antichissime. Fonde l’alluminio e collega le forme che crea, sculture che hanno le sembianze di tribali o artigli, a dei circuiti elettrici, permettendogli così di generare delle scintille, un lieve rumore costante e microscopiche fiamme blu. La mostra si concentra sull’interazione tra forze opposte, divergenze estetiche, alla ricerca di uno squilibrio capace di suscitare desiderio o stupore. Nonostante questa evidente distanza estetica tra i tre, la loro pratica non è così lontana. I lavori di Bekhbaatar, Giulia e Lorenzo sono esperimenti di (concreta) materia. Così, tra apparenza e pratica, “Fiammiferai” assume un equilibrio di complementarità e discordanza.

Lorenzo Lunghi, Microflame (SKY, Power, Trust), 2020 (dettaglio), Giulietta, Basilea. Foto Virginia Garra.
Lorenzo Lunghi, Microflame (SKY, Power, Trust), 2020 (dettaglio), Giulietta, Basilea. Foto Finn Curry.
Fiammiferai. Fuocherello – Fonderia artistica de Carli, a Volvera, Torino – Foto Vanessa Wellington