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A fantastic toxicity – P. Staff da Ordet, Milano

Ordet presenta - fino al 15 giugno 2024 - Full Rotation, la prima mostra personale in Italia di P. Staff, realizzata con il supporto di OGR Torino.
P. Staff, On Gravity, 2022, installation view, Full Rotation, 2024, Ordet, Milan. Courtesy of the artist and Commonwealth and Council, Los Angeles and Mexico City. Photo Nicola Gnesi

Testo di Kenny Alexander Laurence —

Acido, sudore, cenere e zolfo. La mostra, seppur non presenti alcuna opera realmente odorosa, ci sollecita, per una buona parte, l’olfatto, come una sensazione fantasma, un’illusione. Questo suscitano gli ambienti della mostra  Full Rotation pensati da P. Staff: alcuni realmente attraversabili e altri quasi bidimensionali, ma che si sviluppano inversamente come concavità ricche di significati.
La mostra da Ordet si apre con To Live a Good Life I (2023), una fotografia incapsulata in resina verde fluorescente, in cui è immortalata la sezione di una salma avvolta in un tessuto bianco. Nella resina, quasi torbida, oltre a qualche bollicina si intravedono inclusioni di cenere e zolfo. Il tutto incassato in una cornice che a prima vista sembra di pietra, ma dopo un’osservazione più attenta, si capisce trattarsi di acciaio corroso.
A sinistra si accede ad un ampio spazio interamente immerso in una luce rossa. Al suo interno grossi volumi cubici neri su cui poggiano asciugamani ordinatamente piegati e, sparse in giro, bottiglie trasparenti piene di liquido. L’atmosfera è tra la discoteca e la palestra. On Gravity (2022) è il titolo della criptica installazione dall’estensione ambientale. Uno spazio concettualmente sterile fino alla lettura di un indizio: il liquido contenuto delle bottiglie è una riproduzione dei succhi gastrici dell’artista. 
Inevitabile pensare ad un mix di cocktail, sudore ormonale e la pesante miscela dei loro odori indubbiamente acidi. Un accesso diretto a una dimensione fisiologica calda, asfissiante, legata agli umori e al loro ph. Se in To Live a Good Life I sono presentate reazioni chimiche inorganiche, qui si tratta di un’alchimia igienizzata di rimando a una dimensione biologica. Una scena di vita è presentata come un teatro di sottrazioni: volumi neri che mangiano la luce, bottiglie contenenti succhi gastrici concettualmente asportati da un corpo e asciugamani per assorbire ogni umore che tenti di fuggire dal proprio contenitore.
Si scorgono luci lampeggianti e un sibilo provenire dall’ultima sala in cui è esposta In Ekstase (2023): un’installazione video a cinque canali su ventole olografiche. A estratti poetici e brani cinematografici, sono alternati testi che trattano di vita e di morte, monocromie lampeggianti, disegni e immagini aeree di cieli. Qui, con una lirica quasi schizoide, l’artista sembra giocare con l’esperienza fisica e l’intangibilità dell’immagine con risultati intensamente commoventi.

P. Staff, Full Rotation, installation view, Ordet, Milan. Courtesy of the artist and Ordet. Photo Nicola Gnesi
P. Staff, To Live a Good Life I, 2022, installation view, Full Rotation, 2024, Ordet, Milan. Courtesy of the artist and Commonwealth and Council, Los Angeles and Mexico City. Photo Nicola Gnesi

Aprendosi con uno scorcio su una scena di morte e chiudendosi con una prospettiva sull’estasi del corpo, la mostra si presenta come un percorso a ritroso che attraversa gli stati della materia organica e le istanze della vita che ne modellano l’essenza. L’unica zona illuminata naturalmente presenta l’immagine di una salma, mentre il resto del percorso si sviluppa nel buio, rotto solo da luci colorate che non raggiungono mai un’intensità realmente descrittiva. Come se il corpo, divenuto oggetto esanime, fosse da esplorare internamente, attraverso i suoi tessuti innervati di memorie.
La mostra, come un’autobiografia, propone un panorama sulla condizione cognitiva di un soggetto nel processo di indagare il proprio muoversi attraverso una corporalità mutevole. Non sfugge la prospettiva pessimista di questa indagine, ma al contempo non è interamente negato il quieto, ma presente, vettore catartico che indirizza l’intera narrazione.
L’artista presenta un discorso soggettivo, ed è ma è proprio in questo eccesso di intimità che abbiamo la sensazione di essere a nostra volta travolti da continue e inspiegabili incongruenze. 
Il titolo della mostra, Full Rotation, è probabilmente ispirato a In Ekstase, ma rimanda anche al rimescolamento dello stomaco che porta i propri umori corrosivi a contatto con le superfici esterne. Rotazioni intese come rivoluzioni, come passaggi attraverso il fuoco che l’artista richiama attraverso il bruciore dell’acido, attraverso luci rosse incandescenti e attraverso la suggestione a unp stato  movimento febbrile. P. Staff intende, dunque, il corpo come zona critica in cui convergono una pluralità di aspetti della vita, dai più intimi, ai più politici. Un corpo che si fa sia palco che spettacolo di queste forze.

P. Staff, In Ekstase, 2023, installation view, Full Rotation, 2024, Ordet, Milan. Courtesy of the artist and Commonwealth and Council, Los Angeles and Mexico City. Photo Nicola Gnesi
P. Staff, In Ekstase, 2023, installation view, Full Rotation, 2024, Ordet, Milan. Courtesy of the artist and Commonwealth and Council, Los Angeles and Mexico City. Photo Nicola Gnesi
P. Staff, On Gravity, 2022, installation view, Full Rotation, 2024, Ordet, Milan. Courtesy of the artist and Commonwealth and Council, Los Angeles and Mexico City. Photo Nicola Gnesi