Fruit Exhibition | Fashion Documents — Intervista con Saul Marcadent

"Siamo interessati ai temi dell’identità, dell’erotismo, della sessualità, del genere - molto frequentati dalle esperienze coinvolte - così come alla dimensione dell’archivio, all’antropologia del look, alla fotografia." | Encens, Mémoire Universelle, Grossomondo, Phile, Tissue e The Travel Almanac, Odiseo, Archivist, Hunter ecc.
31 Gennaio 2018

Ad ogni edizione cresce in modo esponenziale. Fruit Exhibition – appuntamento dedicato all’editoria d’arte indipendente che si svolge a Palazzo Re Renzo (Bologna) dal 2 al 4 di febbraio 2018 – alla sua VI edizione, tra le novità propone Fashion Documents: un focus a cura di Saul Marcadent con la collaborazione di Anna Carniel dove editoria e moda si incontrano, attraverso una selezione di progetti e oggetti editoriali che utilizzano la lente della moda per guardare il presente.
Saranno presenti all’appuntamento una selezione di realtà editoriali: Encens, Mémoire UniverselleGrossomondo, Phile, Tissue e The Travel Almanac. “Caratterizzati dalla bassa tiratura e un alto grado di interdisciplinarietà e ricerca, questi titoli mettono in circolo il discorso della moda e lo alimentano attraverso i linguaggi della fotografia, del graphic design, dell’art direction e dello styling.”

All’interno del format di Fashion Documents ci saranno anche tre conversazioni con i fondatori e gli editor di Odiseo, Archivist e Hunter, tre pubblicazioni indipendenti tra le più significative in ambito internazionale.

Sabato 3 febbraio, ore 16.30
Conversazione con Emmy Koski e Vincenzo Angileri, editor-in-chief e editor di Odiseo, condotta da Simone Sbarbati, cofondatore e direttore di Frizzifrizzi. Odiseo è una pubblicazione fondata a Barcellona nel 2014. Ideata e prodotta dall’agenzia creativa Folch, esce due volte l’anno e attraversa il tema dell’erotismo, privilegiando di volta in volta un tema e la tiratura limitata.

Sabato 3 febbraio, ore 18
Conversazione con Dal Chodha, editor di Archivist, condotta da Marta Franceschini, studiosa di moda e dottoranda all’Università Iuav di Venezia.
Archivist è una pubblicazione fondata a Londra nel 2012. Senza periodicità, non stagionale, si occupa di cultura della moda e indaga la dimensione dell’archivio e della collezione privata attraverso lo sguardo di fotografi emergenti.

Domenica 4 febbraio, ore 18
Conversazione con Anna Carraro, fashion director di Hunter, condotta da Saul Marcadent, curatore di Fashion Documents.
Hunter Fashion Magazine è una rivista semestrale fondata a Milano nel 2011. Forte di una precedente esperienza editoriale, The/End, il gruppo di lavoro attiva una rete empatica tra fotografi, designer, stylist e collaboratori, dentro e fuori il sistema della moda.

Archivist n.3, 2017, Chloé, doppia pagina, fotografia di Julien T. Hamon

Archivist n.3, 2017, Chloé, doppia pagina, fotografia di Julien T. Hamon

Segue l’intervista con Saul Marcadent —

ATP: Per la sesta edizione di Fruit Exhibition curi la sezione Fashion Documents, presentata come un “territorio” dove l’editoria e la moda si incontrano per “guardare il presente”. In che modo pensi che che queste due discipline possano raccontare la contemporaneità?

Saul Marcadent: Sto concludendo un dottorato di ricerca all’Università Iuav di Venezia – tre anni durante i quali ho avuto modo di studiare le relazioni tra editoria e moda. In particolare mi sono focalizzato su riviste di nicchia come Visionaire, Purple, Self Service, A Magazine Curated By fondate a partire dalla prima metà degli anni novanta e tutt’oggi attive e accreditate nel sistema della moda. E poi sui periodici di nuovo tipo fondati negli anni duemila. Racconto questo perché c’è un legame intimo tra il lavoro che conduco nell’ambito della ricerca e Fashion Documents, sezione di Fruit curata su invito – sono situazioni diverse che si alimentano vicendevolmente. Per rispondere all tua domanda forse più che di “discipline” parlerei di ambiti e guardo con interesse al punto di incontro tra i due – un territorio estremamente produttivo, in cui le cose accadono e c’è spazio per la sperimentazione. Parliamo di editoria in modo generico ma forse è opportuno precisare quale editoria. Non quella generalista e di larga diffusione bensì quella interessata a coprire nicchie di pubblico e di argomento.

ATP: C’è un particolare criterio di selezione delle varie realtà editoriali invitate? Quali ‘contenuti’ significativi emergono?

SM: La selezione è curata in collaborazione con Anna Carniel e non è mossa da criteri rigidi; è costituita in buona parte da riviste ma i lettori potranno sfogliare e acquistare anche pubblicazioni monografiche, antologie, fanzine. Siamo interessati ai temi dell’identità, dell’erotismo, della sessualità, del genere – molto frequentati dalle esperienze coinvolte – così come alla dimensione dell’archivio, all’antropologia del look, alla fotografia. Per questo la selezione tiene insieme editori come DITTOYard PressIDEA, fanzine come OOMK, riviste come C*ndyPhileEncens. A completare la rosa di pubblicazioni, alcuni titoli scelti in collaborazione con Edicola 518, un progetto utopico ma reale basato a Perugia: un chiosco nel cuore della città con le migliore riviste internazionali.

Odiseo, display, vari numeri

Odiseo, display, vari numeri

ATP: La sezione prevede delle conversazioni con i fondatori di tre realtà editoriali. Chi avete invitato e su cosa verteranno le conversazioni?

SM: Abbiamo invitato gli editor e i fondatori di tre riviste: Dal Chodha, editor di Archivist, Emmy Koski e Vincenzo Angileri, editor-in-chief e editor di Odiseo, Anna Carraro, fashion editor di Hunter.
Archivist è una pubblicazione aperiodica, priva di pubblicità, fondata a Londra nel 2012 che si occupa di cultura della moda attraversando, di volta in volta, l’archivio di un marchio o una collezione privata. Ogni archivio – quello di Hussein Chalyan nel primo numero, di Comme Des Garcon nel secondo, di Chloé nel terzo – è riletto attraverso il lavoro di un fotografo emergente. Odiseo è una pubblicazione erotica fondata a Barcellona nel 2014 da Folch, studio di design e comunicazione dal profilo internazionale. Privilegiando la tiratura limitata, ogni numero osserva la sfera della sessualità attraverso un tema e il lavoro di autori poco conosciuti e fuori dal circuito commerciale. Hunter è una rivista semestrale fondata a Milano nel 2011; forte di una precedente esperienza editoriale, The/End, il gruppo di lavoro attiva una rete empatica tra fotografi, designer, stylist, collaboratori dentro e fuori il sistema della moda.

Dal Chodha conversa con Marta Franceschini, studiosa di moda e dottoranda all’Università Iuav di Venezia, Emmy Koski e Vincenzo Angileri conversano con Simone Sbarbati, fondatore e direttore della rivista online Frizzifrizzi, Anna Carraro conversa con me. Al centro di ciascuna conversazione c’è la rivista: l’origine, l’identità del progetto editoriale, i temi mobilitati, gli autori coinvolti, le relazioni con il linguaggio della moda, la storia numero dopo numero. Attraverso lo sguardo di chi la dirige e la vive. E lo sguardo di chi la osserva da fuori.

ATP: Lo sviluppo dell’editoria indipendente legata all’arte e alla grafica si è sviluppata in modo diametralmente diverso rispetto a quella della moda, più legata al mercato e vincolata da aspetti prettamente commerciali. 

SM: Non sono d’accordo, o meglio non direi che si sono sviluppare in modo diametralmente diverso – entrambe pongono pari attenzione al legame con il mercato e con la sfera commerciale. Pensa a una rivista d’arte come Kaleidoscope, per esempio. Oppure a riviste esplicitamente di moda come Archivist e Mémoire Universelle senza alcuna pagina pubblicitaria tradizionale al loro interno, poco interessate a raccontare la stagionalità della moda. Oggi sembra esserci spazio per forme di editoria più morbide e cadono certe etichette e classificazioni proprie dell’editoria periodica tradizionale, fedele a modelli economici e culturali consolidati. Questo non significa che non ci siano differenze e peculiarità ma credo sia urgente cominciare a guardare l’orizzonte editoriale di nicchia con nuovi occhi.

ATP: Ci sono delle realtà editoriali  – presenti o meno a FRUIT – che ritieni innovative e all’avanguardia?

SM: In generale, mi interessa il lavoro di chi è calato nel proprio tempo. Per questo leggo e seguo con passione riviste come Girls Like UsTurps BananaThe Travel Almanac e le produzioni di marchi editoriali come InOtherWordsNievesNew DocumentsRoma Publications.

The Travel Almanac, n. 13, 2017, copertina, Hari Nef, fotografia di Julia Hetta

The Travel Almanac, n. 13, 2017, copertina, Hari Nef, fotografia di Julia Hetta

Mémoire Universelle, n. 3, 2016, copertina, fotografia di Estelle Anania

Mémoire Universelle, n. 3, 2016, copertina, fotografia di Estelle Anania

Encens n. 38, 2017, copertina, fotografia di Francesco Brigida

Encens n. 38, 2017, copertina, fotografia di Francesco Brigida

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