È una procedura meticolosa la sua. Si costruisce adagio in una radicale affermazione di tutte le dimensioni. Nella sua pratica recupera la struttura di ciò che è arcaico, di ciò che mai fine a stesso era invece continua apertura. È una rivalutazione umana di ciò che la materia è insieme a noi, di un’armonia delle parti tutte egualmente impegnate anche se qualcuna esse non traspare.
L’ho incontrata, una sera: una macchia piú chiara
sotto le stelle ambigue, nella foschía d’estate.
Era intorno il sentore di queste colline
più profondo dell’ombra, e d’un tratto suonò
come uscisse da queste colline, una voce più netta
e aspra insieme, una voce di tempi perduti.
(Incontro, Cesare Pavese)
Abitare un luogo nello spazio prevede una serie di fattori fondamentali.
La costruzione, ovvero annusare il luogo
Concentrati nella ricezione di qualsiasi informazione che l’universo poteva offrirci stavamo rendendo materia l’impercettibile.
Avere consapevolezza dell’energia materiale e di quella non visibile
Esploratori del nulla/tutto appuntavamo informazioni con costanza e le rendevamo indelebili sulla terra. Lanciati e immersi nello spazio, il nostro istinto più profondo ci proiettava a una velocità ancora più forte verso luoghi remoti.
L’incontro di materiali diversi genera diverse sinergie
L’essere è il luogo di convergenza in cui lo spazio e la materia convivono armonicamente. Condizione indipendente, equilibrio, armonia, strutturalità, razionalità, vibrante nella forma e nei materiali, pensata in proiezione, punti di congiunzione, in relazione alle leggi cosmiche, fondata su una quadratura, in relazione con l’orizzonte dello spazio, dell’ambiente quindi nella natura tutta.
“Genius Loci”
Lo spirito del luogo è elemento con cui scendere a patti per acquisire la possibilità di abitare. Aggiungeremo conoscenza a questa roccia che di conoscenza cosmica è stata già creata di per sé.
L’arcaico
Principio di tutte le cose terrestri forgiato nel presente. Talmente potente da distruggere le barriere del tempo.
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A cura di Lisa Andreani
Snote (Biella 1991) Vive e lavora a Torino. Ha frequentato l’Accademia Albertine di Belle Arti di Torino. Co-founder del progetto “Spaziobuonasera” Via Giacinto Carena 20, Torino. Ha partecipato a mostre personali e collettive tra cui, “SENDRE”, 2016, Spaziobuonasera, Torino. “Texture and Liquidity” curated by Vincenzo Della Corte, 2016, The Workbench International, Milano. “Teatrum Botanicum” 2016, PAV, Torino. “I never asked to be your mountain” curated by Valentina Lacinio, 2017, Localedue, Bologna.
La pratica di Francesco Snote si concentra sulla relazione armonica umana e strutturale nell’ambiente e nello spazio. Pensa alla scultura come soggetto di attivazione energetico e di incontro tra terra e cielo, umano e soprannaturale. Vede l opera d’arte come condizione abitabile mentale e fisica, guardando ai modelli antropologici e all’arte dell’antichità classica in cui viene indicata una concezione ideale di bellezza universale.