Il teatro scenico di Francesco Simeti al XNL di Piacenza | Intervista con l’artista

“Il tema della nuova opera è la natura delle immagini che qui indago da un nuovo punto di vista. Nello specifico mi sono interessato alla rappresentazione della natura oggi e a quanto questo tentativo di rappresentarla sia quasi direttamente proporzionale al suo allontanarsi da essa.” Francesco Simeti
4 Ottobre 2022
Francesco Simeti, Installation view come un limone lunare, 2022 – XNL Piacenza – Ph Daniele Signaroldi – Courtesy XNL Piacenza
Francesco Simeti, Installation view come un limone lunare, 2022 – XNL Piacenza – Ph Daniele Signaroldi – Courtesy XNL Piacenza 

”L’opera che dal titolo alla mostra, Come un limone Lunare, è da pensare come il punto di arrivo e partenza del dialogo che ho avuto con Francesco Simeti e, per molti versi, è anche il punto di arrivo e partenza di questa mostra, che non è una retrospettiva, bensì una mostra che racconta, per passaggi sempre più maturi, due decenni della sua ricerca.” Con queste parole la curatrice Paola Nicolin introduce Come un limone lunare la mostra ospitata XNL di Piacenza, che raccoglie una eterogenea selezione di lavori dalla seconda metà degli anni ’90 a oggi. Al di là dell’allestimento, che si apre con l’imponente installazione che da il titolo alla mostra, preferiamo far partire la visita con il collage “Vie di Fuga”, datato 1998: un insieme di nove fogli di carta quadrati montati a disegnare un quadrato più grande. I disegni sono stati realizzati dall’artista nel periodo dell’assedio della città di Sarajevo. Le immagini provengono dunque tutte dalle pagine di giornali e riviste che ne raccontavano gli svolgimenti quotidianamente.
Racchiuse  in due piccole sale, le opera sono state raccolte per comunanza di stile e tematiche.  Molto intensa la stanza dove sono installate le sculture in gres belga, bronzo e porcellana, “abbracciate” da una sequenza di pattern che compongono una carta da parati che riverbera le volute e le anse delle sculture. Le opere, tutte comprese in un arco temporale che va dal 2018 al 2022, condensano la bellezza e, insieme, l’aspetto temibile della natura: tragico e sublime sembrano andare a braccetto per restituirci un’idea di natura ambigua e astratta.  

Continua la curatrice: “Questa è una mostra che spiega le opere attraverso le opere. Attraversandola si può trovare il DNA di come lavora Francesco. Come salva le immagini, le ritaglia, come le dipinge e le processa. Come queste immagini diventano delle storie e degli strumenti attraverso i quali noi ci possiamo rendere conto in che tipo di società viviamo, quali sono i temi sotto i nostri occhi. Ma soprattutto come l’arte può operare delle inversioni dei canoni. Le immagini che compongono l’opera ‘Come un limone lunare’, sembrano così belle, poetiche e perfette, ma sono in realtà come degli ‘spilli negli occhi’: ci inducono a pensare che c’è qualcosa che non capiamo, che la natura non è esattamente come quella che troviamo su internet; più viene rappresentata e più ci avviciniamo ad un’idea di natura artefatta, preconfezionata che ci allontana da un sentimento di conoscenza profonda.”

L’opera principale, che racchiude tanti dei temi affrontati negli anni dall’artista è proprio quella che domina la sala principale dello spazio espositivo, Come un limone lunare.  L’installazione consiste in una macchina scenica costruita attraverso una sequenza di immagini legate alla rappresentazione della natura. L’artista ha scelto questi file senza ritoccarli. Impostando delle parole basi, come ‘natura’, ‘paesaggio’ o la semplicemente la parola ‘animali’ ha scaricato i file da uno dei numerosi database digitali, provider di un’infinita quantità di fotografie, filmati e musica d’archivio. Tali provider, che Simeti usa alla stregua di un qualsiasi altro archivio, sono Shutterstock, 123RF, Dreamstime o Freepick e rispondono al desiderio di immagine, a quella crescente proliferazione del visivo che caratterizza la cultura contemporanea.  Montate come un paesaggio surreale, dove animali mansueti, un tramonto, dei dettagli di piante e l’ingrandimento del volto di un bambino, sembrano dare vita ad un macchina scenica giocosa e divertente. In realtà, accentuato dai movimenti casuali delle immagini che scorrono lungo rudimentali binari alimentati da piccoli motori, questo teatro dell’effimero inquieta sia per la precarietà dei meccanismi – danno la sensazione di essere poco stabili – sia per la troppa stereotipata bellezza dei soggetti. A coronare la sensazione di sottile inquietudine, il rumore di un campanello, costante e per ciò disturbante.  

Francesco Simeti, Installation view come un limone lunare, 2022 – XNL Piacenza – Ph Daniele Signaroldi – Courtesy XNL Piacenza .

Seguono alcune domande all’artista —

Elena Bordignon: Lo scorso febbraio hai partecipato all’apertura del Centro per l’arte contemporanea XNL con due grandi installazioni Rubble, 2007 e Curtain, 2017. Queste opere suggerivano i temi e le metodologie delle mostre-atelier che vedremo a settembre. Nell’introdurre Rubble, Paola Nicolin raccontava: “La sua attenzione si è focalizzata in ciò che dimentichiamo, sugli scarti.” Mi puoi raccontare come nasce questo lavoro e perché contiene alcune delle premesse della mostra che vedremo a settembre?

Francesco Simeti: Rubble, come molti miei lavori, è un’opera, o meglio una serie di immagini trovate –  che si sviluppano nello spazio. E certamente la relazione tra opera d’arte e la sua collocazione, il fatto che una immagine diventi spazio, è sviluppata sotto una diversa prospettiva nella mostra che si apre a settembre. 

Un altro aspetto è la riflessione sulla natura delle immagini: se prima l’attenzione era rivolta prevalentemente su immagini reali, che esistono, come i detriti di una esplosione, ma che ci rifiutiamo spesso di vedere, ora lo sguardo volge verso immagini che ci attraggono, che cerchiamo copiosamente, seducenti e subdole di cui tuttavia ignoriamo completamente la provenienza e il contenuto. 

L’apertura di XNL a febbraio nasceva dal desiderio della istituzione di annunciare con le opere il programma. La mostra è un percorso molto diverso, che raccoglie il passato e il nuovo.  

EB: “come un limone lunare” è un titolo molto suggestivo, mutuato da un celebre verso di Danilo Dolci, tratto dalla raccolta di poesia Il limone lunare, pubblicato nel 1970. Perché hai scelto questo titolo per la mostra? Cosa ha di particolarmente significativo in relazione alla tua ricerca?

FS: La scelta del titolo è il frutto del dialogo con Paola Nicolin sul progetto e sulla mia storia. Ci sono diverse affinità: in prima istanza, il legame con la terra, la Sicilia e il fatto che questo libro di Dolci è insieme il più pubblico e il più personale, perché sono poesie scritte per la radio e dedicate alle popolazioni contadine della Sicilia occidentale e insieme sono il canto privato di un uomo che parla di amore, fatica, vita e morte. Un secondo legame è il tono “infantile” e certamente accessibile attraverso il quale sempre Dolci ha veicolato temi e questioni forse datati da un punto di vista di registro narrativo, ma ancora estremamente attuali. Condivido questa tensione verso l’accessibilità, verso la semplicità, la possibilità di arrivare al cuore delle questioni in modo appunto “infantile” nel senso di non ancora maturo. E infine anche la politica: l’afflato di Dolci verso una critica della società vissuta in prima persona, senza proclami ma con i fatti. Mi riconosco in questo piglio critico senza clamore. 

EB: Accanto a un’eterogenea selezione di lavori, frutto di più di venti anni di riflessioni sulla natura delle immagini, porti a Piacenza anche una nuova opera, pensata appositamente per le gallerie di XNL. Mi introduci questo nuovo lavoro? Che tematiche affronta?

FS: Come dicevo prima, il tema della nuova opera è la natura delle immagini che qui indago da un nuovo punto di vista. Nello specifico mi sono interessato alla rappresentazione della natura oggi e a quanto questo tentativo di rappresentarla sia quasi direttamente proporzionale al suo allontanarsi da essa. Ciò che cerchiamo (e rappresentiamo) della natura ha davvero molto poco a che fare con la realtà. Queste sono alcune delle riflessioni che a mio avviso si possono iniziare a fare guardando il nuovo lavoro…

EB: La mostra, nel suo complesso affronta molti temi di grande attualità. Su cosa ti sei concentrato maggiormente? Quale tema ritieni più necessario per far riflettere le persone che vedono le tue opere?

FS: Si parla spesso di intersezionalità e nei miei lavori è impossibile distinguer un tema dall’altro, una “questione” dall’altra. Tutto è connesso, tutto è interconnesso, non ha senso per me separare un tema di giustizia ambientale da uno di giustizia sociale, la riflessione sulla natura delle immagini dalla consapevolezza della crisi ambientale, la denuncia della guerra da quella del patriarcato. Ecco penso sia sempre per me una questione d’intreccio di temi di diverso spessore che scivolano e si influenzano l’uno con l’altro.

Francesco Simeti, Installation view come un limone lunare, 2022 – XNL Piacenza – Ph Daniele Signaroldi – Courtesy XNL Piacenza .
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