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Francesco Gennari e l’immersione nei sentimenti | ZERO…, Milano

L’invito alla mostra di Francesco Gennari da ZERO…, è senza dubbio ammantato da una forte vena poetica, sentimentale. Tutta la mia emotività sotto due nevicate: questo il titolo che, prima di vedere la mostra, ci porta in una dimensione sospesa...

Francesco Gennari, Il tempo, la ripetizione, lo sguardo, 2019 bronzo patinato dimensione variabile in relazione allo spazio – Courtesy of the artist and ZERO…, Milan – Photo credits: Roberto Marossi

L’invito alla mostra di Francesco Gennari da ZERO…, è senza dubbio ammantato da una forte vena poetica, sentimentale. Tutta la mia emotività sotto due nevicate: questo il titolo che, prima di vedere la mostra, ci porta in una dimensione sospesa e ovatta. E’ il silenzio dei paesaggi innevati, quella sospensione irreale data dal paesaggio che perde i propri connotati per diventare spazio bianco, ammorbidito e, appunto, silenzioso.

L’artista, dunque, ci invita con questa frase ad avvicinarci alle opere in mostre, disseminate con perizia negli spazi della galleria. Nella prima grande sala, lasciata per lo più vuota e in penombra, l’opera Il tempo, la ripetizione, lo sguardo, del 2019: due ciotole di bronzo patinato, copia realistica dei tipici contenitori per dispensare il cibo per cani. Una ciotola per l’acqua e una per le crocchette. Omaggio al tipico angolo casalingo dedicato agli animali domestici, quest’opera apre uno spiraglio sul possibile affetto che lega un cane al suo padrone, in questo caso l’artista. Ci aiuta il titolo: il tempo che dedichiamo ai nostri animali o a quello che, devotamente, loro dedicano a noi; la ripetizione dei gesti per nutrirli, coccolarli, portali a passeggio. Azioni che, sempre uguali, accomunano non solo tutti i padroni della terra, ma anche tutte le generazione di coloro i quali hanno posseduto un cane. Si sa che gli animali non hanno né la percezione del tempo, né della morte, non hanno una coscienza, forse neanche aspettative che non siamo quelle affettive per i loro padroni. 

Nella grande sala sottostante, anch’essa immersa nel buio, Gennari presenta una serie di opere recenti. Una, in particolare, è quella che per molti versi esemplifica, quasi in modo didascalico, il titolo della mostra:  Tutta la mia emotività sotto due nevicate (2021) e consiste in un quadrato oblungo di marmo statuario bianco che simula una fetta di manto nevoso. Anche il luccichio sembra riprodurre lo strato di neve. Arrotondato ai bordi, sembra sciogliersi, liquefarsi con il calore. 

Francesco Gennari, Tutta la mia emotività sotto due nevicate, 2021 marmo statuario bianco
52 x 65 x 9 cm – Courtesy of the artist and ZERO…, Milan – Photo credits: Roberto Marossi
Installation view at “Tutta la mia emotività sotto due nevicate”, ZERO…, Milan, 2021. – Courtesy of the artist and ZERO…, Milan – Photo credits: Roberto Marossi

Poco lontano, in posizione quasi simmetrica nello spazio due opere simili, differenti solo per la cromia dello smalto: Solo che…vorrei riempire il tempo di panna, sempre del 2021, che consistono in forme tubolari in ceramica di oltre due metri. Una azzurra e l’altra rosa, queste sculture adagiate sul pavimento nascondono al loro interno un firmamento in miniatura composto da piccoli puntini luminosi su sfondo scuro.    

Ai piedi di uno dei pilastri presenti nello spazio, una piccola scultura in bronzo dipinto a olio che riproduce, in scala 1:1 le bucce di un’arancia. Anche a un’occhiata ravvicinata la mimesi è quasi totale con il frutto reale. Anche in quest’opera, sembra trionfare la scelta di connotare l’opera di sentimentalismo: Non sarà mai più come la prima volta (2018). Un titolo che sembra alludere a un primo bacio, a una prima delusione, all’irripetibilità di un avvenimento importante e unico. 
Centrale, in fondo alla parete principale, l’artista espone un suo ritratto di spalle con loden. Il titolo sembra sostenere la centralità della sua installazione: Autoritratto come colonna portante della volta celeste (2020).

Formalmente questa mostra conferma l’apparato scultoreo di Gennari fatto di forme elementari. Ma se al suo esordio le opere dell’artista manifestavano una freschezza  nella ricerca dei materiali e il loro reciproco innesto, in quest’ultima mostra si percepisce una lieve sensazione di déjà-vu colmata da un eccedente romanticismo dei titoli. 
Forse ciò che manca, è una forma di empatia tra l’opera e lo spettatore. Tutto sembra ritagliato sulla strettissima individualità dell’artista: le opere non innescano immedesimazioni bensì distacco. Ma forse, è questo ciò che Gennari auspica nel suo lavoro. 
Noi possiamo solo formulare delle ipotesi per approssimazione.   

Francesco Gennari, Solo che…vorrei riempire il tempo di panna, 2021, installation view at “Tutta la mia emotività sotto due nevicate”, ZERO…, Milan, 2021. – Courtesy of the artist and ZERO…, Milan – Photo credits: Roberto Marossi
Francesco Gennari, Autoritratto come colonna portante della volta celeste, 2020 stampa a getto di inchiostro su carta 100% cotone, su dibond 44 x 32 x 4,2 cm – Courtesy of the artist and ZERO…, Milan – Photo credits: Roberto Marossi
Francesco Gennari, Il tempo, la ripetizione lo sguardo, 2019, installation view at “Tutta la mia emotività sotto due nevicate”, ZERO…, Milan, 2021 – Courtesy of the artist and ZERO…, Milan – Photo credits: Roberto Marossi