Giovedì 11 Giugno alla GAM di Torino ha inaugurato il terzo appuntamento di VITRINE, rassegna curata da Anna Musini, con un’installazione dell’artista torinese Francesco Barocco.
Abbiamo fatto alcune domande all’artista.
ATP: Un volto di donna che affiora da un pezzo di gesso. Da cosa trae ispirazione questo lavoro? Qual è l’iconografia a cui hai guardato per la sua creazione?
Francesco Barocco: In questa opera, così come in altre che ho realizzato, non c’è un referente iconografico preciso. Mi interessa piuttosto l’idea di lavorare con immagini archetipiche, in cui forma e contenuto sono inscindibili, capaci di manifestarsi in contesti differenti. Nel caso specifico questa scultura allude a tutti i volti di sante di cui ho fatto esperienza nel corso degli anni, guardando dipinti e sculture di varie epoche, nelle quali ricorre una sorta di phatos erotico appena trattenuto.
ATP: L’installazione si presenta come formata da tre parti distinte: una lampadina, un tavolo e la scultura. C’è una relazione tra questi tre elementi? Hanno un significato particolare?
FB: I tre elementi dell’installazione creano una relazione circolare fra di loro forzando la loro funzione originaria. Il tavolo di ferro rimanda ad una dimensione domestica ma contestualmente, essendo il supporto della scultura, ripropone il rapporto fra base e oggetto. La lampadina produce uno slittamento di senso trasformando il tavolo in una sorta di lampada, e allo stesso tempo amplifica il concetto d’interno domestico. Nell’insieme la volontà è quella di creare un lavoro aperto che viva e risuoni per corrispondenze.
ATP: In merito ai materiale che utilizzi, come li scegli? Veicolano dei particolari valori o li scegli solo per le loro caratteristiche formali?
FB: Ogni mia installazione contiene al suo interno una geometria segreta fatta di accostamenti di superfici, di materie, di segni che non sono l’opera ma che concorrono alla sua definizione. Le dinamiche che investono di volta in volta la scelta dei materiali sono molteplici. Per esempio, il nitore del gesso in questo caso mi serviva per raffreddare il portato simbolico della scultura creando una tensione che mi interessava restituire.
ATP: Questo lavoro sembra strettamente legato a quello che hai esposto nel Padiglione “Codice Italia” alla Biennale di Venezia di quest’anno. Che tipo di relazione intercorre tra le due installazioni?
FB: Il progetto che ho pensato per la Gam nasce sulla scorta di quello realizzato a Venezia. Ne riprende alcuni aspetti, come i tratti di una delle sculture e l’attenzione nei confronti dello spazio che ospita i lavori, per poi discostarsene introducendo alcuni elementi nuovi.
Fino al 30 Agosto 2015.