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La caduta di Fetonte di Giuseppe Buzzotta | L’Ascensore, Palermo

Testo di Marta Acciaro Si è da poco conclusa, a L’Ascensore di Palermo, la mostra “La caduta di Fetonte” di Giuseppe Buzzotta. Parlando con l’artista, mi sono chiesta se possa avere ancora senso pensare al mito, in questo caso quello di Fetonte (tratto dalla versione di Ovidio), come punto di partenza per un ciclo pittorico. […]

Giuseppe Buzzotta, “La Caduta di Fetonte”, installation view, 2021, curated by Elsa Barbieri, Courtesy L’Ascensore and Prometeo Gallery. PH Filippo M. Nicoletti

Testo di Marta Acciaro

Si è da poco conclusa, a L’Ascensore di Palermo, la mostra “La caduta di Fetonte” di Giuseppe Buzzotta.

Parlando con l’artista, mi sono chiesta se possa avere ancora senso pensare al mito, in questo caso quello di Fetonte (tratto dalla versione di Ovidio), come punto di partenza per un ciclo pittorico. Personalmente preferisco altri punti di partenza o fonti di pensiero, ma trovo plausibile e coerente la scelta di Buzzotta del mito di Fetonte con la sua produzione in mostra.

Le opere sono quattro: tele di dimensioni variabili che accolgono una pittura assolutamente in linea con la tradizione novecentesca italiana, sia nella scelta dei toni sia nella disposizione del colore sul supporto. Linea comune delle tele è questa luce, soprattutto calda, che inonda l’atmosfera pittorica. Il perché ce lo introduce il mito: Fetonte non riesce a guidare il carro di Apollo e si avvicina troppo alla terra, bruciando tutto, inondando di illuminazione il paesaggio, cadendo dal carro stesso.

I soggetti dei dipinti sembrano drappeggi, panni pesanti come pesante è il peso della consistenza della vita. Ci affatichiamo alla visione di questi strati, a questo assemblaggio, come un collage immaginario di piani e linee intrecciate. O forse sono paesaggi visti dall’alto, dal barlume dell’altezza, geografie che si compongono in una visione prima della caduta?

Inoltre, di fondamentale importanza per l’artista è lo specificare la scansione del ritmo interno di ogni opera, quasi fosse un’opera musicale a sé, una composizione che rimanda a un’ “insignificanza” fatta di ritmo e introspezione.

Coerente con il suo studio pittorico, queste opere inedite dipinte nel 2020 ci si offrono come perfetta e coerente evoluzione del lavoro di questo artista palermitano, classe 1983, che non smette di sorprenderci, nonostante il suo forte e visibile legame con la tradizione.

Giuseppe Buzzotta, “La Caduta di Fetonte”, installation view, 2021, curated by Elsa Barbieri, Courtesy L’Ascensore and Prometeo Gallery. PH Filippo M. Nicoletti
Giuseppe Buzzotta, “La Caduta di Fetonte”, installation view, 2021, curated by Elsa Barbieri, Courtesy L’Ascensore and Prometeo Gallery. PH Filippo M. Nicoletti
Giuseppe Buzzotta, “La Caduta di Fetonte”, installation view, 2021, curated by Elsa Barbieri, Courtesy L’Ascensore and Prometeo Gallery. PH Filippo M. Nicoletti