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Le pietre “scartate” nelle sculture di Fabrizio Prevedello. Galleria z2o Sara Zanin. Roma 

La mostra, dal titolo Distanze, presenta una selezione di circa dieci opere, alcune parte della sua ultima produzione.
Fabrizio Prevedello Belvedere (409 C) [panca esterna], 2025 marmo, cemento, acciaio, gomma, legno cm 45 x 60 x 111 Ph. Dario Lasagni Courtesy the Artist & z2o Sara Zanin

In occasione della Roma Gallery Weekend-Contemporanea 2025, che ha visto coinvolte numerose gallerie romane, si è inaugurata presso la Galleria z2o di Sara Zanin, la personale di Fabrizio Prevedello (1972).

L’artista che da tempo vive e lavora in Versilia sotto le Alpi Apuane unisce materiali da costruzione, cemento armato, ferro, vetro, gesso e acciaio con il marmo, assemblando frammenti di scarto di cava o reimpiegando materiale alla continua ricerca di un equilibrio compositivo e statico.

La mostra, dal titolo Distanze, presenta una selezione di circa dieci opere, alcune parte della sua ultima produzione. Come scrive Gabriele Tosi, curatore della mostra, “…La distanza è quella tra l’osservatore e il paesaggiola distanza diventa la lastra in vetro che separa l’osservatore dalla lastra di marmouna soglia materiale tra interno ed esterno, tra peso e trasparenza” (Luogo, 2025). 
Nell’opera di Prevedello si percepisce il forte legame dell’artista con la natura e il territorio, costantemente presenti nella sua ricerca. Lavora a stretto contatto con le sue montagne, sceglie i materiali camminando lungo i sentieri e nelle antiche cave alla ricerca di quegli elementi che poi diventeranno parte o ispirazione delle sue opere. In alcuni casi sono le stesse pietre che trovano lui, le raccoglie, le porta nel suo laboratorio per poi utilizzarle quando sarà il momento giusto, o forse per non utilizzarle mai.
Recupera materiale abbandonato, i segni che il tempo e le intemperie lasciano sui materiali lo interessano, così come una putrella arrugginita o una lastra di marmo sulla quale il tempo e l’acqua hanno tracciano segni. Nascono panchine (Belvedere, 2025), quasi ad invitare ad una pausa, oppure nuove opere nate dalla trasformazione di lavori precedenti (Ascesa e Caduta, 2025).
Predilige il marmo, elemento principale nella scultura antica che diventa protagonista anche nel tempo presente, scegliendo parti che erano scarti. Colpisce l’amore dell’artista per la materia, l’attenzione per ogni piccolo frammento, per le venature di ciascun pezzo di marmo e la capacità di cogliere la potenzialità che ogni piccola parte porta in sé.
Accanto alle sculture, un’opera fotografica, Colore (2017,) che è quasi un riassunto della sua ricerca artistica. Una pietra di marmo pregiato (Bardiglio Fiorito), proveniente chissà da dove, un lato con antichi segni di scalpello, l’altro levigato e con le sue venature naturali, mostrata allo spettatore dalla mano dell’artista che la raccoglie e la riutilizzerà, dandogli nuova dignità.

La mostra rimarrà aperta fino al 28 giugno 2025.

Cover: Fabrizio Prevedello Ascesa e caduta (364 C), 2014-2025 acciaio zincato, colore dipinto cm 220 x 120 x 80 Ph. Dario Lasagni Courtesy the Artist & z2o Sara Zanin

Fabrizio Prevedello Belvedere (409 B) [panca], 2025 marmo, cemento, acciaio, gomma, legno cm 46 x 60 x 108 Ph. Dario Lasagni Courtesy the Artist & z2o Sara Zanin